5. La briscola è uno strumento di difesa

3K 135 61
                                    





ALBA
Ischia, estate.




Il mattino successivo scesi le scale di corsa, perennemente a risuonare nell'aria il rumore di piatti, cinguettii e profumo di limone. Salutai i miei seduti in veranda, che mi chiesero come fosse andata la sera prima. Dopodiché andai in cucina, trovando Geppa e mia nonna.

«Buongiorno a tutti», dissi allegra, salutando anche Tonio fuori alla finestra, impegnato a tagliare dei cespugli.

«Ué, Alba! Come sei raggiante stamattina! Guarda, ti ho tagliato delle fragole, le ho prese stamane al mercato, son fresche fresche», mi indicò la ciotola sul bancone.

Le sorrisi felice e mi avventai sulle mie fragole, mi sedetti sulla penisola di marmo come una gazza ladra che fissava i gioielli scintillanti. Le osservai sfilare le lische dal pesce spada, così come le guardai tagliuzzare il prezzemolo.

Mi guardai attorno. Guardai il piano cucina imbrattato di cibo, rivestito di ciotole, di pentole, bottiglie di sugo di pomodoro. Il vaso con i fiori; il sole si stagliava su tutta la stanza e la porta che dava ai vigneti era socchiusa. Osservai meglio tra i vari cespugli, ma non trovai niente di ciò che cercavo.

Mi schiarii la voce, «Geppa», dissi giocherellando con la foglia di una fragola.

«Sì, tesoro?»

«... ma, una domanda, per curiosità, ma Riccardo non c'è?», mormorai, cercando di non destare sospetti con la mia sfrontatezza.

Geppa mi guardò e negò, parve triste. «Oggi quel disgraziato ha deciso di farmi incazzare. Sai, quel ragazzo è bello e caro, ma fa delle scelte di vita che non condivido. Un giorno di questi poi vede come lo prendo a padellate e gli rimetto a posto quella capa tosta che ha», scosse il capo, tagliando l'insalata.

Annuii, disinvolta, notando che mia nonna mi avesse guardata di sottecchi.

Finii la mia ciotola di fragole e andai dai miei, attraversando l'arcata del soggiorno. Mi sedetti accanto a loro, leggevano in grazia di Dio. Mia madre aveva i piedi sulle gambe di mio padre, e lui glieli accarezzava in punta di dita.

«Avete organizzato qualcosa per questo fine settimana? È luglio sabato sera», sorrisi a entrambi, ero elettrizzata all'idea.

Loro ridacchiarono. «Avevamo in mente una mezza cosa. Dobbiamo ancora ragionarci, tu lascia fare a noi.»

«Mi state escludendo dai vostri piani?» Borbottai, fingendomi delusa. Loro alzarono le sopracciglia in contemporaneo. «Va bene, fate i piccioncini in vacanza, io andrò a leggere in giardino», mi alzai altezzosamente e andai a prendere la mia lettura corrente: Ragione e Sentimento di Jane Austen e me lo portai sotto al braccio.

Mi chiesi, però, a cosa si riferisse Geppa. Senza rifletterci troppo decisi di scrivere a Riccardo.

"Non ti sarai mica offeso per averti dato del scarso argomentatore? Pensavo che conoscessi i tuoi punti deboli."

Spensi il cellulare e cominciai a leggere, anche se la mia testa non riusciva del tutto a recepire ciò che leggevo. Lessi sulle cinquanta pagine quando mi arrivò la notifica della sua risposta.

"Non do molta importanza ai pregiudizi."

Risposi ridendo.

Domani sarò albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora