15. Ne vale la pena?

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ALBA
Ischia, estate.







La vita è fatta d'incontri.
L'importante è viverli, rischiare.
Non sprecare occasioni, perché non tornano.
Vivere, conoscere, amare.
Il tempo non torna indietro,
Non ci viene restituito.
Si deve vivere.
E un po' di follia non deve mancare.
Si deve rischiare.
Magari si conoscerà una persona speciale.
Quella che definisco la persona giusta.













Allerta capitolo lungo.
⚠️




























Quando mi svegliai, sentii solo il rumore dell'acqua della doccia e il rumore dell'attracco delle navi nel porto. Mi sfregai le mani sugli occhi, mi strizzai rumorosamente. Vidi che vicino a me non ci fosse Riccardo, sfiorai le lenzuola sfatte e affondai con il viso sul suo cuscino, sentendo profondamente il suo odore.

Ero ancora nuda, mi coprii il seno con le coperte osservando il mare dalla finestra aperta da cui entrava il caldo asfissiante dell'estate e la brezza salmastra.

Non mi resi conto che lo scrosciare dell'acqua si fosse fermato, e, adesso, Riccardo aprì la porta, fece uscire da quella bolla in cui s'era rinchiuso il profumo fresco di felce e muschio del suo bagnoschiuma. Aveva un boxer addosso e l'asciugamano tra le dita per sfregarla sui capelli. Cercò un pantalone dal suo armadietto, poi si voltò a guardarmi convinto stessi dormendo, ma sorrise quando mi trovò sveglia.

Alzai una mano e lo salutai, stesi le labbra in un sorriso morbido e chiusi di nuovo gli occhi. Lo sentii ridacchiare, poi ci fu il rumore del letto che scricchiolava sotto le sue ginocchia e i suoi capelli umidi sulla mia guancia mentre si chinava a baciarmi la spalla, la tempia e poi le labbra.

«Ciao, bellissima», sussurrò.

«Ciao», mormorai, accarezzandogli i capelli.

«La tua colazione è già servita», sussurrò ancora, guardandomi negli occhi.

Mi accigliai e guardai dove lui indicò col mento. Sul tavolino, su un vassoio ordinato, giaceva un cappuccino, un cornetto farcito e qualche fragola vicino, accompagnato tutto da due peonie.

«Ma...», borbottai, «Dove... dove le hai trovate le peonie? Sono introvabili.»

«Mi sottovaluti, bambina», mi sorrise lasciandomi un altro bacio distratto quando lo guardai senza parole, si sollevò andando nuovamente in bagno e lasciandomi da sola.

Sospirai, non ponendogli ulteriori domande. Portai lo sguardo sul pavimento in cerca di qualcosa per coprirmi. «I miei vestiti?»

Lo sentii ridere dal bagno. «È una storia abbastanza divertente.»

Mi ricordai che la metà di loro erano rimasti in cucina e l'altra metà era da qualche parte nel corridoio. «Oh Dio, cos'è successo?»

«Stamattina, mentre tu dormivi una meraviglia, alla porta ha bussato Shira», ridacchiò per l'ironia del momento, mi portai una mano sul viso. «Fortuna tu non abbia sentito niente.»

«Mi vuole morta, non è così?»

Lo sentii ridere ancora.

Domani sarò albaOnde as histórias ganham vida. Descobre agora