Capitolo 27.

1.5K 52 16
                                    

"Trilli c'è sempre stata per Peter.
E Peter? Peter ha scelto Wendy."

Ripetuti gemiti di dolore disturbano il mio sonno e stropiccio lentamente gli occhi, alzando il capo dal materasso.

Il mio sguardo viene fin da subito catturato dai movimenti del biondo. Quest'ultimo è infatti intento ad alzarsi dal letto.

<<Sta fermo, sei ancora debole>> con la voce impastata dal sonno e la mente catapultata ancora nel mondo dei sogni, poso una mano sul suo braccio, bloccando i suoi atti.

Sospira rumorosamente, arrendendosi in poco tempo, per poi posare il capo sul cuscino e guardarmi.

<<Perché l'hai fatto?>> inarco un sopracciglio, confusa.

<<Perché insistevi nel salvarmi?>> chiude debolmente gli occhi, descrivendo sul suo volto un'espressione di dolore mentre si porta una mano all'altezza dello stomaco.

<<Smettila di parlare>> mi alzo di scatto dalla sedia e scosto le lenzuola per poter osservare il punto dove sente dolore, ricoperto in precedenza già da una fascia bianca.

<<Non mi hai ancora risposto>> afferra il mio polso, in una presa salda, e avvicina il mio corpo al suo affinché i miei capelli sventolino attorno al suo viso e le mie labbra siano ad un soffio dalle sue.

Il suo sguardo si posa sui miei abiti, macchiati dal suo sangue e lo sguardo gelido che mi riserva mi porta ad accapponare la pelle.

<<Non imparerai mai a farti i cazzi tuoi>> mi spintona bruscamente e l'occhiata allibita che gli riservo, lo fa ridacchiare.

<<Non avrei dovuto perdere tempo prezioso per salvarti, non meriti un cazzo>> scuoto il capo, disgustata.

<<Parla colei che piangeva disperata, sul mio petto>> la risata di gusto che emana, riecheggia per l'intera stanza.

L'azione e il repentino movimento che compio poco dopo mi porta a manifestare il forte sentimento di rabbia schierato non solo nei miei stessi confronti, ma anche nei suoi.

La poca distanza che ci separava in poco tempo sparisce e la mia mano, si schianta con così tanta prepotenza sulla sua guancia, che le mie dita prendono a formicolare.

<<Dovevo lasciarti morire su quella fottuta torre, solo allora saremmo stati tutti più contenti>> sputo con veleno ogni parola, per poi voltargli le spalle e dirigermi verso l'uscita, ma quest'ultima si spalanca di scatto rivelando la figura dell'ultima persona al mondo che volevo incontrare.

<<Dracuccio, amore!>> la voce stridula di Astoria Greengrass, mi destabilizza, e la osservo correre nella direzione del biondo.

Quest'ultimo la afferra per i fianchi, portandola seduta sul bordo del letto, e la bacia con passione con gli occhi rivolti verso di me per osservare le mie reazioni.

<<Nessuno mi spezza il cuore>> sussurro.
<<Vorrà dire che sarò l'eccezione>>

Le sue parole rimbombano in loop nella mia mente, senza avere fine, senza darmi tregua e i ricordi di quella sera annebbiano i miei occhi ed offuscano il mio cuore.

Serro le mani in due pugni riservandogli uno sguardo indecifrabile e, trascurando la presenza di Pansy, Blaise e Mattheo, esco dalla stanza lasciando custodite dentro di me le mille parole che volevo urlare ai quattro venti.

Mi dirigo frettolosamente nella mia stanza, ignorando i continui richiami dei miei amici, ed appena chiudo la porta a chiave scivolo contro la parete di legno, portando le ginocchia al petto.

Per sempre tuo//Draco MalfoyWhere stories live. Discover now