Caccia all'uomo

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Hermione's pov

- Sei...mh...sicura? - chiese Ron fissandomi.

- Si -

- Senti...io non lo so come funziona questa cosa dell'asservimento ma da come si lamentava la McGranitt non dovrebbe essere il massimo, si ha a che fare con cose come il controllo e la tortura...ho letto qualcosa...quindi... -

- Ti offri volontario tu?! - sbottai fissandolo malevola.

- Penso solo che non sia giusto che lo fai tu - mi disse sospirando.

- Per me sarà un piacere, dopo quello che mi ha fatto Bellatrix mi vendicherò volentieri sul nipote -

Harry sospirò.
Si, era molto probabile che il nostro migliore amico non ci sopportasse più.

Alla fine avevamo accettato l'incarico del Ministero, avevamo riunito l'ex esercito di Silente che avevamo fondato qualche anno prima e da qualche giorno discutevamo su chi dovesse fare cosa.
Io avevo deciso, senza mezzi termini, che mi sarei occupata del problema dell'asservimento di Malfoy. Quindi, il punto era solo uno, dovevamo catturarlo e poi avrebbero dovuto portarmelo, se fosse stato un altro gruppo a prenderlo, in modo che gli mettessi il collare di asservimento per renderlo mio schiavo.
Non ero molto favorevole a questa pratica. Quando la McGranitt me ne aveva parlato avevo pensato che fosse una cosa brutta e ne avevo viste di cose brutte; chi diventava schiavo perdeva i poteri, la dignità, la libertà...chi lo diventava non aveva più libertà di parola e di scelta, sarebbe solo ed esclusivamente dipeso dal padrone e se avesse disubbidito avrebbe provato dolore fino alla morte o fino a quando il padrone avrebbe deciso di torturarlo.
Inoltre, una volta diventato schiavo...lo sarebbe stato per sempre.
Per quanto odiassi Draco Malfoy non glielo avrei mai augurato, ma non avevo scelta, anche se sapevo che non sarebbe stata una cosa temporanea, se lo prendevo con me oggi, avrei dovuto tenerlo con me per sempre.

- Per me è tutta una cavolata - disse Harry a quel punto - Questa storia dell'erede dico. Però guarda il lato positivo, se lo prendiamo e lo facciamo diventare schiavo almeno non lo sbatteranno ad Azkaban -

- Dove merita di stare - disse Ron.

- Ron...non lo merita, non quanto il resto della sua famiglia - ribattè Harry.

- Che senso ha difendenderlo io non lo so - borbottò quello che era il mio ragazzo e che a breve l'avrei lasciato, se continuava di quel passo.

- La vuoi smettere! - sbottai.

- Non capisco perché tu! Tra le varie opzioni potrebbe diventare...diventare uno schiavo sessuale! E a quel punto? Non puoi chiedermi di far finta di niente visto che sei la mia ragazza! - disse alterandosi.

Come se le cose andassero bene, tra noi due, ultimamente. Si lamentava di continuo quando ero io a prendere l'iniziativa di qualunque cosa. Lui e la sua mentalità regredita!
Non gli davo tutta la colpa...in parte era dei genitori se il figlio aveva una mentalità chiusa e non vedeva oltre il suo naso.

- Se dovesse succedere mi assicurerò di lasciarti prima, almeno non ti sentirai tradito -

- Stai scherzando? Con Malfoy poi! -

- Sarà anche un pezzente, idiota e cretino ma ad aspetto niente da dire, insomma - dissi acida.

- N...non...mica hai fantasticato su di lui quando eravamo a scuola?! - mi chiese diventando rosso.

- Quando ignoravo il suo carattere di merda...si! L'ho fatto e anche più volte - ammisi senza sentirmi minimamente in colpa.

Harry diede una testata al muro, chiudendo gli occhi e Ron spalancò la bocca, scioccato.

- Emh... - fece una voce.

Mi voltai, Ginny era sulla porta e ci guardava imbarazzata.

- Nulla da aggiungere- fece alzando le mani in segno di resa - Potrei averlo fatto anche io...comunque, l'abbiamo trovato -

E dopo questa, il discorso era chiuso.

                             ***

Draco's pov

Sospirai guardando gli oggetti esposti sulla bancarella.

Niente, non c'era niente che mi ispirava, e comunque non avevo niente da fare.

Era quasi un anno che mi nascondevo insieme ai miei genitori nel seminterrato di un palazzo di proprietà dei babbani ed era quasi un anno che sopportavo i lamenti di mio padre e i litigi di entrambi i miei genitori: perché lui non faceva niente per tirarci fuori dalla situazione di merda in cui ci aveva infilato e dava la colpa a mia madre, non so bene perché. Probabilmente perché lei gli rispondeva a tono e con me non ci provava nemmeno a litigare, visto che mi limitavo ad ignorarlo.

Tra l'altro, come avevo fatto quel giorno e tutti quelli precedenti a quello.
Alla fine, dopo nove mesi in un buco, con loro due, avevo superato il limite della pazienza: avevo bisogno di uscire e passare meno tempo possibile in quella misera stanza.
Tanto ero a Londra, in un quartiere poco frequentato, in una città di soli babbani, nessuno ci avrebbe cercato lì, nessuno avrebbe pensato che la famiglia Malfoy si sarebbe mischiata a degli essere inferiori.
O almeno era così che ragionavano gli altri, io?
Dopo tutto quello che era successo mi sentivo parecchio in basso e non me la sentivo più di fare distinzioni razziste.

Alzai lo sguardo dai gioielli che stavo guardando sulla bancarella e per poco non mi prese un colpo.
Mannaggia a me e alle mie ultime parole famose.

Ci vedevo anche troppo bene, purtroppo. Perché quello all'imbocco della strada, con un mantello nero e gli abiti discutibili era quell'idiota di Ronald Weasley e stava guardando me.

Mi voltai e presi a camminare per allontanarmi da lì, non una decisione saggia perché forse ero più al sicuro tra i babbani ma non potevo nemmeno restare fermo immobile ad aspettare che si avvicinasse. Non sapevo che cosa voleva ma dubitavo avesse voglia di fare due chiacchiere.
Mi allontanai dal mercato e cominciai a correre.
Non avevo la bacchetta con me perché in tutti quei mesi non avevo avuto la necessità ne il bisogno di usarla, ma forse era il caso che cominciassi a portarmela dietro.

- Malfoy! Fermati! - mi urlò dietro il rosso.

Mi voltai giusto per controllare...aveva cominciato a correre anche lui.

Accelerai, dovevo seminarlo ed evitare di portarlo in casa mia.

Poi sentii un rumore di qualcosa che sbatteva e un corpo che cadeva.
Mi fermai e mi voltai: Weasley era a terra, svenuto, ma non era quella la cosa strana, bensì il cartello stradale che era in orizzontale e che era, abbastanza ovvio, il motivo per cui Ronald era a terra.

Un ragazzo uscì dal vicolo, con in mano il cartello. Aveva le scarpe di due colori diversi, jeans strappati, una felpa nera con una scritta discutibile, capelli sparati da tutte le parti e un sorriso che portava guai, grossi guai.
Scrutò Weasley e poi si voltò a guardarmi, facendomi sussultare, aveva un colore d'occhi che non avevo mai visto in tutta la mia vita.

- Tutto ok? - chiese parlando un inglese molto marcato.

- Eh...mh...si? - balbettai.

La dinastia di Serpeverde Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt