Percabeth

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Annabeth's pov

Entrai nella stanza di Percy e mi guardai intorno, sospettosa.
Sembrava...una normale stanza d'albergo, per essere la stanza in cui aveva vissuto il mio ragazzo per qualche giorno, da solo, tra l'altro.

- L'hai portato? - mi chiese poi guardandomi febbrile.

Sospirai rassegnata e tirai fuori il fischietto in ferro dello Stige che mi aveva dato Nico. Era una replica di quello che Dedalo aveva dato anni prima a Percy per richiamare la Signora O'Lereay, che era pur sempre il cane del mio ragazzo, anche se adesso viveva nel palazzo di Ade e se ne prendeva cura Persefone o Nico stesso.

Chiariamo: io disapprovavo in tutti i modi possibili la decisione di Percy e anche se ero l'unica, ripeto l'unica, in grado di farlo ragionare e tenere buono questa volta non c'ero riuscita.
Questo ragazzo di cui mi aveva parlato...doveva essersi affezionato sul serio.

Mi aveva detto a monosillabi che questo ragazzo era un mago a cui altri maghi davano la caccia. E che se l'era perso, non sapeva dov'era e non si faceva sentire da un paio di giorni. E la cosa lo preoccupava perché a quanto pareva si vedevano tutti i giorni.

Quindi la sua idea era stata questa: usare il suo cane come cerca persone.
Era il modo più semplice ed efficace per trovarlo.

- Si - dissi sospirando - Ma...Percy, non so quanto sia fattibile immischiarci ok? Chirone dice che c'è una specie di faida tra noi e loro per qualcosa successa secoli fa. Non mi ha detto altro ma... -

- Non voglio immischiarmi Annabeth ma...voglio aiutarlo, punto - mi disse.

Mi arresi e annuii.

- Se le cose si mettono male lascerai stare capito? - lo guardai, cercai i suoi occhi - Cosa mi stai nascondendo Percy? -

Lui sbuffò e si buttò sul letto fissando il soffitto.

- Ok...ma non arrabbiarti ok? - mi chiese.

E già con quelle parole cominciai a preoccuparmi.

Si mise seduto e mi raccontò una storia assurda: sapevo che Sally voleva trovare le sue origini ma non sapevo che Percy avesse trovato qualcosa; a quanto pareva sua madre e quindi lui discendevano da un mago oscuro che l'anno prima aveva quasi raso al suolo il mondo magico e che quel tipo discendeva da un certo Salazar che voleva la razza puro sangue e...

- Il succo della storia è che i servi, alleati, chiamali come ti pare, di questo qui stanno cercando l'erede di questo Serpeverde per elegierlo a nuovo Signore Oscuro e nel frattempo altri tizi lo stanno cercando per impedirlo e Draco dovrebbe sapere il tutto, sa chi è il possibile erede - mi spiegò.

Lo fissai. Male, molto male.

- Ti prego...non confermare quello che sto pensando - dissi.

E lui cosa fece?
Sorrise! Lo stronzo sorrise!
Ghignò proprio!

- Tu! Tu sei l'erede!? - sbottai.

- Possibile...il possibile -

- Percy! -

- Avevi detto che non ti saresti arrabbiata- borbottò offeso.

Mi portai le mani nei capelli per non prenderlo a sberle. Stava rischiando grosso! Dannazione certe volte mi dimenticavo quando era autodistruttivo il mio ragazzo. Faceva sempre il possibile per mettersi nei guai, si cercava il pericolo per hobby.

- Non ho intenzione di mettermi in mezzo, ne tantomeno di fare qualcosa di folle o farmi coinvolgere in queste cose - disse - Lo salvo, mi assicuro che non gli fanno nulla e poi farò tutto quello che vorrai. Se riterrai necessario che mi dovrai riportare a casa per i capelli e rinchiudermi da qualche parte per il resto della mia vita te lo lascerò fare. Promesso -

Sorrisi alle sue parole. Aveva una faccia da cane bastonato e mi guarda con la speranza negli occhi.
Era pronto a trattare una cosa del genere con me...significava che a quel ragazzo teneva sul serio.

Mi avvicinai, rassegnata e mi misi a cavalcioni sulle sue gambe, mi tolsi il fischietto che avevo al collo e lo misi al suo per poi prendergli il viso tra le mani e baciarlo. E un bacio vero, non come il bacetto innocente che mi aveva dato all'aeroporto.

Eravamo soli, in una stanza d'albergo ed era quasi una settimana che non lo vedevo, non sentivo il suo profumo, non lo baciavo e non lo toccavo e cercate di capirmi: ogni donna ha le sue esigenze.

Approfondii il bacio, infilandogli la lingua in bocca e lui me lo lasciò fare, anzi sentii la sua mano, ruvida per i calli dovuto all'esercizio con la spada, infilarsi sotto la maglietta e camminare verso il gancetto del reggiseno, lo staccò con un movimento fluido e infilò anche l'altra mano sotto la maglia, davanti questa volta e mi piazzò le mani sul seno.
Sorrisi a contatto con la sua bocca e Percy ridacchiò.

- Pensi...- dissi con affanno - Che il tuo amico potrà resistere un altra ora senza di te? -

Lui si strinse nelle spalle e mi guardò negli occhi.

- Diciamo che sono tranquillo perché ho la certezza che a loro serve vivo quindi...in un modo o nell'altro, dovrei ritrovarlo tutto intero -

- Bene allora - dissi per poi afferrargli i capelli, facendogli inclinare la testa per approfondire il bacio - Perché ora ho bisogno di te -

Lo spinsi sul letto e continuai a baciarlo, infilando al mia volta le mani sotto la sua maglia, accarezzandogli gli addominali scolpiti. Percy mi tolse la mia e ribaltò le posizioni, privandosi della maglia.
Poi si abbassò, mi sfilò i pantaloni e l'intimo e cominciò a baciarmi il corpo, partendo dal seno e scendendo verso il ventre. Quando la sua bocca finì sul mio centro, chiusi gli occhi e inclinai la testa all'indietro.

Ero una semidea greca ma ogni volta che faceva una cosa del genere mi immaginavo il paradiso.

Angolo autrice:
Ciao a tutti! Come state?
Lo so che cosa starete pensando, invece di preoccuparsi per Draco vi pare il momento?
Al diavolo!
Un pò di Percabeth ci voleva qui!
E niente spero vi stia piacendo e alla prossima 😘

La dinastia di Serpeverde Where stories live. Discover now