Sottomettimi

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Draco's pov

Dolore.
Era questo che sentivo.
L'unica cosa che mi lasciava perplesso era che non fosse possibile sentire tutto quel dolore per uno stupido Stupeficum.

Aprii gli occhi e li richiusi di scatto per la troppa luce. Una luce bianca che mi aveva accecato.
Poi sentii una mano tra i capelli che mi accarezzava e mi sforzai di nuovo questa volta riuscendo ad aprirli e a guardarmi intorno.

La prima cosa che vidi fu una finestra e la luce che filtrava da lì. Per il resto: mi trovano in una stanza dalle pareti bianche, da quello che riuscivo a vedere, ed ero indubbiamente steso su un letto, su un fianco.
Dietro alle mie spalle sentivo un corpo caldo, forse il proprietario della mano che mi stava accarezzando.

- Sei sveglio? - chiese la voce di...

...Hermione Granger!

Mi girai di scatto e lei allontanò la mano, guardandomi perplessa e un pò preoccupata.

Cosa strana, pensai.

- Si sei decisamente sveglio - mi disse schivando il mio sguardo e sospirando - Hai dormito per qualche giorno -

La fissai, ero stordito, mi sentivo a pezzi ma...quello era più strano.
Ora cominciavo a ricordare qualcosa: mi avevano circondando e catturato...ma allora? Perché non ero ad Azkaban? Ero un ricercato nel mondo magico ed era da quasi un anno che ero  consapevole di avere una cella che mi aspettava in prigione.

- Dove sono? - chiesi mettendomi seduto per allontanarmi da lei.

- In una casa che abbiamo affittato vicino Londra -

- Abbiamo? E perché non sono ad Azkaban? Non era questo che dovevate fare? Portarmi in prigione -

Lei scosse il capo.

- Pensavo che Harry ti avesse detto tutto -

La guardai male. Competere con miss Granger per me era...una tortura! Non solo perché era bè...una mezzosangue e io un purosangue, anche se non mi faceva più ne caldo ne freddo ma perché...quella ragazza era: saccente, irritante, insopportabile e credeva di sapere sempre tutto di tutti.

- E gli ho detto che non vi aiuterò - risposi - Vi conviene portarmi ad Azkaban, tanto da me non avrete nulla -

- Non posso portarti ad Azkaban, non più almeno e poi...te l'ho detto quando ti abbiamo preso, Malfoy. Non conta più niente quello che vuoi tu o meno - mi disse guardandomi dura - Da questo momento in poi farai tutto quello che ti dirò -

Feci un verso stizzito e incrociai le braccia la petto. Lei si alzò sbuffando.

- Credici Granger - borbottai.

- Sai che cos'è la pratica dell'asservimento, Malfoy? - mi chiese guardandomi dall'alto.

- Quella che si fa con gli elfi domestici,  quel patto no? - risposi ma lei scosse il capo.

- Parlo di quella che si fa con i maghi con altri maghi o maghi con i babbani. Fu abolita anni fa, più o meno. Ma il Ministro l'ha concessa sotto banco per una buona causa. Documentati visto che sarà la tua nuova situazione -

- Cos... -

Mi ero accorto solo adesso di avere un peso intorno al collo. Allungai le mani per scoprire che cos'era e mi resi conto che era qualcosa di ferro che mi girava tutto intorno al collo, era...

- Un collare? - chiesi scioccato - Stai scherzando!? -

Non ero scemo e anche io avevo studiato, sapevo che cos'era...che cosa significava quello che avevo al collo.

- Vedila dal lato positivo - mi disse la Granger - Adesso non possono portati ad Azkaban, visto che sei uno schiavo, che non hai più libertà, e che sei una proprietà di qualcun'altro-

Ero sotto shock. Arrivare a tanto perché?
Perché volevano così tanto quell'informazione? Perché per saperlo si erano presi la responsabilità di fare una cosa del genere?
Come avevo detto non ero stupido e sapevo che l'incantesimo per asservimento era quasi paragonato alle Maledizioni Senza Perdono. Chi era stato così idiota da...
Chi si era preso la mia libertà?

- Chi? - chiesi.

Stranamente mi capì senza che dovetti dire troppo.

Mi guardò, indecisa.

- Io - disse alla fine lasciandomi stupito - Sei una mia proprietà Malfoy ed è per questo che d'ora in poi mi dirai quello che voglio sapere. A cominciare dal tuo amico...è un semidio vero? -

Percy!
No, non sarei stato al suo gioco, il mio "amico" non c'entrava nulla, si ero solo ritrovato in qualcosa che non lo riguardava!

Sentii la mia bocca aprirsi per rispondere senza che lo volessi e me la tappai con le mani. No, non avrei parlato.
Ora era quella la domanda. Ma presto mi avrebbe chiesto dell'erede di Serpeverde e non potevo dirglielo.

Il collare cominciò a scaldarsi mentre lottavo contro il mio corpo. Granger poteva avere il mio corpo, ma il mio cervello era una mia proprietà.

Mi guardò sorpresa e anche un pò scocciata, poi estrasse la bacchetta.

- Come volevasi dimostrare...non sei ancora del tutto sottomesso - disse scocciata - Incarceratus -

Delle catene partirono dal pavimento e si chiusero intorno alle mie caviglie e ai miei polsi. Mi ritrovai steso sul letto, con gambe e braccia aperte e tirate ai quattro lati del letto.

Strinsi le labbra.
Non ci sarebbe riuscita!

Mi si mise a cavalcioni sopra mentre tiravo le braccia per liberarmi e lottavo con la mia bocca per non emettere un fiato.

Granger mi afferrò il viso e mi costrinse a stare fermo.

- Parlerai, fattene una ragione - disse e poi sospirò di nuovo, come se stesse per fare la cosa più difficile di tutta la sua vita.

Si piegò su di me e...mi baciò. Lasciandomi scioccato...

                               ***

Annabeth's pov

Indovinate che cosa succede quando hai un ragazzo fuori di testa, irritante, insistente ma con degli occhi stupendi a cui non sai dire di no?

Bè...finisce che in un modo o nell'altro lo assecondi.

Uscii dall'aeroporto e mi guardai intorno, coprendomi gli occhi con una mano per ripararmi dal sole.

Ero arrivata a Londra.

- Sapientona! - mi sentii chiamare.

E nonostante fossi palesemente arrabbiata con lui non potei fare a meno di sorridere al nomignolo irritante che mi aveva dato anni prima.

Non feci in tempo a girarmi verso la voce di Percy che venni travolta e sollevata dalla braccia del mio fidanzato.
Mi stampò un bacio sulle labbra senza darmi il tempo di dire nulla.

- Cosa combini è, Testa d'Alghe? - chiesi - Mai, mai nella tua vita che non riesci a metterti nei guai -

- Bè - fece lui mettendomi giù - Se non fosse così tu saresti disoccupata -

Sospirai. Ovviamente aveva ragione.

La dinastia di Serpeverde Where stories live. Discover now