Si, lo sono

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Annabeth's pov

Diversi giorni dopo...

Fissai l'orologio e poi il test che avevo messo a faccia in giù sul lavandino. Non era ancora passato il tempo necessario che dicevano le istruzioni. Sospirai.

Erano passate tre settimane da quando i maghi d'Inghilterra se ne erano andati. La professoressa ci aveva chiesto qualche giorno per riorganizzarsi e fare i bagagli e non li avremmo mai più rivisti in America. Harry Potter, l'amico di Hermione, aveva avuto da ridire sulla decisione dell'amica del voler restare con noi ma Hermione era stata categorica. E aveva tutto il mio appoggio.

I punti che aveva tirato fuori erano stati due, entrambi approvati sia da me che da Percy.
1) Era incinta di Draco che non poteva assolutamente tornare in Inghilterra, senza contare i problemi a cui sarebbe andata in contro con il bambino quando si sarebbe saputo chi era il padre.
2) Draco e il bambino non ancora nato avevano entrambi il diritto di stare insieme. Non avrebbe tolto un figlio da suo padre e non avrebbe negato al bambino la possibilità di avercelo, un padre.

La soluzione in realtà era stata piuttosto semplice: Percy era stato magnanimo e aveva concesso che Harry e solo Harry potesse tornare a New York quando voleva, per stare con la sua migliore amica.

Avevamo inoltre consegnato i Mangiamorte che avevo picchiato e che avevamo fatto prigionieri a loro, in segno di buone intenzioni. In quel modo avevamo dichiarato che la guerra non ci interessava, era stata una sorta di segno di pace da parte nostra.

Dopo qualche giorno Draco si era fissato con la cosa che doveva trovare una casa e soprattutto un lavoro, non volevano restare con noi, approfittandosene, a detta loro.
Percy gli aveva detto che l'appartamento aveva due camere da letto e che per il momento potevano restare con noi, non ci creavano problemi e io la pensavo come lui.
Ma erano stati irremovibili, fino al momento in cui Percy aveva fatto una proposta.

"Due settimane prima...

- Ho avuto un'idea - disse Percy entrando come una furia, troppo eccitato.

- Su? - chiese Draco togliendo gli occhi dal giornale degli annunci di lavoro che stava guardando.

Io avevo una mezza idea su quello che stava per dire Percy ma se lo conoscevo abbastanza sapevo per certo che non era più un'idea e che aveva già fatto quello che aveva pensato di fare.

- I maghi sono discendenti dei semidei e noi abbiamo al campo alcuni figli di Ecate che conoscono la magia di base, anche se poi in realtà è tutta una sorta di magia illusoria quella che praticano loro quindi...vi ho trovato lavoro! -

- In che senso? - chiese Hermione.

Percy sorrise, tutto allegro.

- Insegnate al campo! Venite ad insegnarci la magia e la vostra storia, ovviamente verrete pagati e...per la casa si vedrà in futuro, per adesso possiamo benissimo vivere qui tutti insieme -

- Ma...- fece Draco ma il mio ragazzo lo fermò.

- Mi pagherai l'affitto di casa mia lavorando per me al campo Mezzosangue e non si discute - disse Percy allungando poi una mano in direzione dell'amico - Abbiamo un accordo, Malfoy? -

- Ho scelta? - chiese Draco.

- Ovviamente no -

Ridacchiai. Non lo avevo messo in dubbio nemmeno per un'istante."

Guardai di nuovo l'orologio.
Era ora.

Non avevo paura dei mostri, ne dei giganti, ne dei titani, ne del mio ragazzo quando dava di matto e quella era una vera e propria prova di coraggio ma...niente, non potevo farcela a girare quel maledetto affare!

Per fortuna Hermione decise di entrare proprio in quel momento in bagno.

- Allora? - chiese.

Mi illuminai. Era arrivata al momento giusto!

                               ***

Percy's pov

- Sono distrutto - borbottò Draco - Non pensavo che i semidei fossero così...poco attenti. Nel senso, avevo capito che tu eri un caso disperato ma pensavo che gli altri erano messi meglio -

- Certo che sono messi meglio...sono solo poco attenti - dissi.

Erano diversi giorni che Draco aveva cominciato a fare da insegnante ai figli di Ecate e anche a qualche altro semidio portato per la magia, ma aveva subito notato che ci voleva parecchia fatica ad attirare la loro attenzione e ancora di più ce ne voleva per spiegargli le cose. Ma purtroppo noi eravamo più o meno tutti iperattivi, chi più chi meno, ma eravamo più portati per le cose pratiche che quelle teoriche.
In compenso almeno, il mio amico, si teneva impegnato e non pensava a come avrebbe dovuto comportarsi quando il figlio sarebbe nato. Più i giorni passavano, più la pancia di Hermione cresceva, più lui si faceva prendere dal panico convinto del fatto che sarebbe stato un padre di merda perché aveva avuto un padre di merda. Aveva smesso quando gli avevo detto che, se mio padre non fosse stato il dio del mare, io il mio l'avrei volentieri annegato.
Se ve lo state chiedendo no, non l'ho ancora perdonato per la storia del Tartaro e non è detto che digerirò mai la cosa.
Ma in sostanza, Draco aveva capito che doveva smetterla di farsi problemi che ancora non c'erano.

- Mi cercherei un altro lavoro se potessi ma non ho una casa in cui stare - borbottò.

- Ti tocca - dissi aprendo la porta di casa ed entrando.

Draco mi seguì ma mi sbattè addosso quando mi bloccai di colpo. Nel salotto c'erano Hermione e Annabeth e fin qui tutto bene, il problema era il fatto che la mia ragazza era pallida e aveva gli occhi rossi, gonfi e lucidi.

- Che succede? - chiesi cominciando a preoccuparmi.

Hermione si girò a guardarci e fece un sorriso tutto denti. Poi si alzò tutt'allegra e venne verso di noi, diede un bacio a stampo sulle labbra di Draco e se lo portò in camera, lasciandolo a dir poco perplesso.
Intanto anche Annabeth si era alzata ma non si era avvicinata, mi aspettava davanti al divano, con le mani strette in grembo.

La raggiunsi confuso e aggrottai la fronte.
Feci per ripeterle la domanda ma lei mi fermò.

- Lo sono -

- Sei...cosa? -

- Sono quello che volevi sapere da un pò - rispose.

Mi grattai la testa. Non capivo, era più forte di me, più ci giravi intorno e più per me era complicato arrivare a capire.

Lei sospirò alzando gli occhi al cielo.

Era incredibile che dopo tutti quegli anni riusciva ancora a perdere la pazienza con il sottoscritto.

- Sono incinta Percy...ho fatto il test poco fa e... -

Lo sapevo!
Lo sentivo!
Ne ero sicuro dalla prima volta che me ne aveva parlato.

L'afferrai per i fianchi e la feci roteare, sollevandola. Annabeth rise e mi circondò il collo con le braccia. Le stampai un bacio sulle labbra e sorrisi.

Ero appena diventato. L'uomo. Più. Felice. Del. Mondo.

- Ti amo - dissi - Vi amo, in realtà, ma questo lo sapevi -

- Si lo sapevo- rispose ridendo - E ti amo anche io Percy. Non metterlo mai in dubbio -

- Mai - affermai - Adesso...vuoi sposarmi, Annabeth Chase? -

Lei rise e scosse il capo.

- No Percy. Non ti sposo se non mi fai una proposta decente! - mi disse.

- La farò meglio più tardi. Giuro - risposi.

- Lo so -

- Quindi è un si? -

- Quindi è un si -








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