Annabeth le suona a tutti

256 30 42
                                    

Annabeth's pov

Sospirai e contai fino a dieci.
Il trucco serviva per mantenere la calma e ragionare in modo lucido.
Se ve lo state chiedendo si, l'ho provato anche con Percy ma ovviamente non ha mai funzionato...

Ora, erano due le cose che mi preoccupavano: Hermione che per percosse e sottoposta a forte stress rischiava un aborto spontaneo...secondo le istruzioni di Will nei primi tre o quattro mesi le donne erano soggette ad aborto naturale ed Hermione non era ancora arrivata nemmeno al terzo mese quindi era nel pieno del pericolo; e Percy...non osavo nemmeno immaginare quello che avrebbe scatenato. Era sempre sull'orlo della pazienza, non avevo tutta questa voglia di scoprire quanto era vicino al limite.

Quei maledetti prima di uscire e lasciarci soli ci avevano imbavagliato, forse per evitare che potessimo metterci d'accordo per la prossima mossa.
Draco strattonava le corde mentre continuava a guardare Hermione. Lei se ne stava immobile e respirava con affanno. Io ero più abituata al dolore di lei grazie agli allenamenti a cui mi sottoponevo ed avevo ancora il pieno controllo.

Comunque avevamo un'ora di tempo e ad occhio e croce ero l'unica in grado di tirarci fuori da quella situazione.

La scelta più intelligente sarebbe stata quella, per loro ovviamente parlando, di sollevarci almeno un pò dal pavimento ma in quel modo, con i piedi ben piantati a terra, era anche troppo facile per me.

Mi aggrappai con le mani alla catena che mi teneva legata, piegai le gambe per quanto mi era possibile e saltai, feci forza sulle braccia e mi misi in verticale, aggrappandomi alla catena con le gambe; A testa in giù, facendo forza con le gambe, riuscii ad allentare la catena e far scivolare via i polsi. Tornai dritta e di nuovo in piedi sul pavimento, mi tolsi il bavaglio e andai da Draco, liberandogli la bocca.

- Dillo, è una cosa che fai tutti i giorni - mi disse mentre scioglievo le corde che lo legavano alla sedia - Perché non hai liberato prima Hermione? -

- Perché mi serve che la sollevi - risposi - È facile liberarsi ma bisogna allentare la catena -

Una volta slegato si alzò e corse dalla sua ragazza, togliendole il bavaglio.

- Hermione? -

Lei aprì gli occhi e lo guardò, facendole un sorriso stanco.

- Sei stata...fantastica, ma da te non mi aspettavo niente di meno - disse lui.

Mi avvicinai e lui mi capì al volo.

- Adesso ti tiriamo giù ok? - chiese e lei annuì.

La sollevò di poco, prendendola per le gambe e mi misi in punta di piedi, strattonai di poco la catena e quella si sciolse. Draco la tenne stretta a sè e la fece sedere sulla sedia, chinandosi davanti ad Hermione.

Lo vidi spostarle i capelli, rivelando il viso e i lividi che stavano cominciando a formarsi.
Lui imprecò a mezza bocca e si girò a guardarmi.

- Che facciamo? -

- Caricatela in spalla, dobbiamo farci strada a suon di calci e lei deve farsi vedere subito da Will - dissi perentoria.

- In che senso...a suon di calci? -

Alzai fai occhi al cielo. Possibile che da quando conosceva Percy non aveva ancora imparato nulla?

- Limitati a fare quello che ti ho detto, al resto penso io -

                               ***

Draco's pov

Avete presente quando ho detto che non avevo mai visto Percy combattere? Bè, con Annabeth era la stessa cosa. E potevo dire con assoluta certezza che quella ragazza era una furia.

In breve?
Appena usciti dalla stanza in cui ci avevano rinchiuso, e per usciti intendevo che aveva scassinato la serratura con una forcina dicendo che a 7 anni per vivere per strada si doveva rubare, aveva preso una spranga di legno trovata nella stanza accanto e l'aveva rotta in testa ai due Mangiamorte che erano di guardia.
Aveva preso la bacchetta da uno dei due e me l'aveva piazzata in mano dicendomi di guardarle le spalle nel frattempo che tenevo Hermione sulla schiena mezza svenuta.
Il resto era storia.

In compenso mi servì una lezione su un piatto d'argento: mai e poi mai far arrabbiare Annabeth Chase.
A quella ragazza non servivano armi, era una maestra di arti marziali, avevo, ad un certo punto, avuto l'impressione che avesse rotto qualche osso a qualche Mangiamorte e senza esclusione.

Quando si trovò davanti mio padre gli spaccò il naso tirandogli un calcio in faccia, lui stramazzò al suolo con un lamento e non si rialzò.

Alla fine io non avevo lanciato nemmeno un incantesimo e lei non aveva nemmeno il fiatone, nonostante avesse fatto fuori a mani nude più di una ventina di Mangiamorte.

Uscimmo dall'edificio e lei mi fece strada verso un bar. Quando entrammo: feriti, scarmigliati e scioccati il barista non fece una piega, come se fosse una cosa normale, che vedeva tutti i giorni.

- Mi serve un telefono- disse.

Il barista scrollò le spalle e glielo diede senza fare domande.

Chiamò Nico dicendogli l'indirizzo della casa in cui ci avevano portato i Mangiamorte, spiegandogli in breve che cosa era successo e ordinandogli di "ripulire" il posto.
Avevo paura a chiederle che cosa intendeva, sinceramente.
Dopo una discussione accesa chiuse la chiamata sbuffando.
Poi compose un altro numero.

- Will? Sono Annabeth- disse al telefono - Fatti trovare a casa di Percy il prima possibile, ci hanno rapito e hanno malmenato Hermione, è ferita e ti ricordo che...si...si...certo che siamo usciti altrimenti come facevo a chiamarti? Stiamo bene tutto sommato ma Hermione è...si...incinta...esatto...non imprecare come un turco! Devo ancora chiamare Percy e mi tocca sopportare pure lui...no...fa quello che devi e basta! -

Sbuffò ancora e si portò le dita alla radice del naso. Sospirò e si mise a contare sotto voce.
Prese di nuovo il telefono e lo fissò.

- Ok...adesso arriva la parte difficile - borbottò portandosi il telefono all'orecchio.

La dinastia di Serpeverde Where stories live. Discover now