Percy Jackson

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Draco's pov

Dovetti resistere all'impulso di sorridere come uno scemo. Dopotutto nessuno nella vita e, intendevo nessuno, aveva mai fatto una cosa del genere per me.
Uno sconosciuto, un ragazzo che avevo conosciuto solo qualche giorno prima non solo aveva deciso di aiutarmi ma mi aveva cercato quando ero scomparso, mi aveva trovato e si era introdotto im una casa piena di maghi per salvarmi.

Cominciavo a capire che cosa significava avere degli amici, amici veri che non erano interessati solo al mio nome e ai miei soldi.

E la Granger fece una cosa alquanto stupida, che sinceramente non mi aspettavo nemmeno io. Non me lo aspettavo perché almeno avrei provato ad oppormi, per quanto mi sarebbe stato possibile con quel dannato coso che mi aveva messo al collo.
Mi si mise alle spalle, mi afferrò per il colletto della maglia e mi puntò la bacchetta alla tempia.

- So che sei qui per lui...ma se ti avvicini... -

- Lo ucciderai? - chiese Percy - Mi dispiace, ma non hai l'aria di una pronta ad uccidere -

- Non mi conosci, non puoi saperlo - ribattè la strega stringendomi a sè.

Io non la pensavo come Percy, secondo me se avesse voluto mi avrebbe fatto fuori eccome ma se avesse voluto non mi avrebbe di certo...ridotto ad uno schiavo.
Se voleva uccidermi non avrebbe avuto senso quello che aveva fatto, inoltre, mi aveva messo un fazzoletto in bocca per impedirmi di mordermi la lingua, significava che non voleva nemmeno che mi facessi del male.

- Non lo farai - gli dissi.

- Non tentarmi Malfoy- mi minacciò pungendomi la tempia.

- Non lo farai - mi diede manforte Percy - Non è così facile uccidere qualcuno e fidati, non hai l'aria nè di una disposta a farlo, ne tantomeno di una che poi riuscirà ad uscire dai sensi di colpa per averlo fatto -

La mano di Granger tremò.

- Ne parli come se... - fece.

Il mio amico si strinse nelle spalle.

- Nel mio mondo funziona così, streghetta. O uccidi o vieni ucciso -

- Che cosa sei? - chiese lei.

Percy ridacchiò.

- Sono sicuro che sei abbastanza intelligente da saperlo -

Potter si alzò dopo lo shock iniziale ed ebbe il coraggio di fronteggiarlo. Dopotutto era un Grifondoro, me lo sarei dovuto aspettare che il posto nella sua casa non era campato in aria.

- Vattene - disse quattrocchi - Altrimenti... -

- Altrimenti? - chiese Percy con tutta la tranquillità del mondo - Prima ti ho diviso in due la bacchetta, adesso cosa dovrò tagliare? -

Eravamo in una situazione di stallo: Potter era davanti a Percy, disarmato, mente lui era armato, anche se sapevo che non aveva bisogno davvero della spada, io ero bloccato con Granger che mi teneva la bacchetta puntata alla testa. Inoltre, non ero nemmeno sicuro di potermi davvero ribellare, disarmarla, o anche solo aggredirla; la mia testa mi diceva di farlo ma una parte di me...sembrava rifiutarlo, impedirmelo.

Ad un certo punto mi tolse la bacchetta dalla tempia e mi spinse verso Percy, che tolse Potter di mezzo per afferarmi, lasciando cadere poi la spada a terra.

- Stai bene? - mi chiese il mio amico.

Mi aggrappai alle sue braccia e annuii, stordito.
Mi voltai verso Granger, confuso.

Lei ci fulminò, guardò Percy con sfida.

- Sei qui per lui no? - chiese - Portatelo, non te lo impedirò ma ti prenderai la responsabilità di vederlo morire -

Recuperai stabilità e cercai il suo sguardo.

- Sul serio? - chiesi - Cosa stai combinando Granger? -

Lei mi ignorò continuando a fissare Percy e lui lo stesso, la fissava in cagnesco peggio di quanto potessi farlo io.

- L'ho asservito - disse - Vuoi rischiare? Se lo allontani da me morirà -

Mi allontanai dal mio amico e mi avvicinai a lei, Potter ci guardava come se fossimo tutti impazziti e forse non aveva torto.

- A che gioco stai giocando? - chiesi guardandola negli occhi.

Finalmente incrociò il mio sguardo e capii: era frustrata! Granger, la strega più intelligente e abile del mondo magico non era stata in grado di asservire del tutto il sottoscritto e aveva palesemente capito che non avrebbe potuto affrontare o anche solo competere con Percy.
Gongolai e non riuscii a trattenere un sorriso carico di soddisfazione.

- Non cantar vittoria Malfoy - mi disse - Ormai sei legato a me e se lui è venuto a salvarti dubito che rischierà di farti morire -

- Vero - fece Percy confermando le parole della Granger - Significa che tu verrai con noi -

Mi girai a guardarlo stupito.

- Cos... - fece lei.

- Non te lo permetterò - si mise in mezzo quello scemo di Potter.

Niente, ne ero sicuro adesso: quello di Potter non è coraggio, alla fine tra tutti e quattro quello più fuori di testa era lui.

                               ***

Hermione's pov

Harry era impazzito.
Eppure ero convinta che anche lui avesse percepito il potere di quel ragazzo, anzi, lo aveva detto proprio lui di averlo sentito, come era sempre stato lui a dirmi che era troppo forte per noi e adesso...adesso prendeva tutto il coraggio di cui il mio migliore amico era capace e lo tirava fuori per affrontare quel tipo.

Certo, non che avessi davvero intenzione di seguirlo ma, per quanto la cosa mi rendesse nervosa e frustrata, non ero fuori di testa e la McGranitt aveva ragione: se quello era un semidio, noi non potevamo affrontarlo.

- Ancora ci provi? Facciamo così solo per il fegato che stai mostrando eviterò di colpirti...ma togliti di mezzo - disse il semidio.

- Sei solo spavaldo - lo provocò Harry.

Ma il ragazzo scosse il capo.

- Siete maghi e sono sicuro che siete in grado di percepire la mia aurea - gli disse per poi sospirare - Sentite, non voglio guai d'accordo? Voglio solo aiutare Draco, non voglio problemi e niente di tutto questo. Voi non siete in grado di affrontarmi e io non voglio quindi...lasciatelo andare e tanti saluti -

Il suo ragionamento...non faceva una piega.

- Malfoy è un nostro problema - rispose Harry - Se ti allei con lui diventi in automatico nostro nemico e se ti devo combattere lo farò, anche se ci sarà bisogno di un esercito -

- Harry... - lo richiamai, adesso stava esagerando.

- Chi fa lo spavaldo ora? - non riuscì dal trattenersi dal dire  Malfoy.

- E va bene - rispose il ragazzo.

Si mise una mano in tasca e tirò fuori una penna a sfera, la stappò e quella si trasformò in una spada, la stessa che aveva fatto cadere prima a terra e che ora non era più dove l'aveva lasciata.

- Vediamo se Vortice ti ritiene abbastanza degno per ridurti in tanti e piccoli pezzetti - disse sollevando la spada davanti a sè.

- Percy Jackson! - esclamò una voce proveniente dal corridoio.

Il ragazzo, a quanto pare Percy, sgranò gli occhi e la mano con cui teneva l'arma tremò leggermente.

- Avevi promesso! - sbottò la stessa voce di prima che ci aveva raggiunto rivelando la figura di una ragazza, alta, bionda e riccia.

Lui abbassò la spada e imprecò.

- Ah?! Che cosa hai detto Perseus? -

La dinastia di Serpeverde Where stories live. Discover now