Terza Parte

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Draco's pov

Quando dicevo che capitavano tutte a me e mi dicevano che non ero così sfortunato.
Avrei decisamente voluto prendere a calci chi lo aveva detto. Sul serio!

Mi strattonarono e finii a terra, lamentandomi per il colpo alla spalla.

Il Mangiamorte che l'aveva fatto mi guardò dall'alto e ghignò. Sbuffai dal naso visto che si erano presi il disturbo di imbavagliarmi...

E menomale che ero la loro prossima risorsa!
Mi avevano rapito, legato, imbavagliato e ogni tanto mi sbattevano per terra o contro un muro...se ero il tipo che li doveva distruggere che cavolo mi avrebbero fatto?
Sinceramente...non volevo saperlo.

- Stupeficium! -

E il Mangiamorte sopra citato volò dall'altra parte della stanza e Harry Potter apparve nella mia visuale.

Alzai gli occhi al cielo.

Peggio di così non poteva andare!

Mi mise dritto e mi tolse la benda sulla bocca.

- Dov'è il tuo folle amico? - mi chiese.

- Sono felice anche io di vederti Potter...come ti va la vita? - ribattei.

- Draco... -

Hermione Granger si avvicinò e si inginocchiò di fronte a me.

La guardai male, non volevo avere a che fare con lei...per nessuna ragione al mondo.

- Rispondi per favore -

Ghignai e la sfidai con lo sguardo.

- Vedi di andartene a fanculo, Granger -

Lei sospirò e Potter sbuffò, facendomi alzare.

- Quando dico che è inutile - borbottò il ragazzo sopravvissuto.

- Sei tu quello inutile Potter, lo sei sempre stato - ribattei.

- Herm...ti prego...posso imbavagliarlo di nuovo? - disse quattrocchi.

Lei scosse il capo e mi si avvicinò...

                             ***

Qualche tempo prima...

- In piedi, principino! -

Lo avrei ammazzato! Certo...se solo avessi avuto la minima possibilità di farlo...ma Percy era...

Mi colpì con il cuscino, prima sullo stomaco, poi in piena faccia e imprecai.

Mi misi seduto e lo fulminai.
Lui ricambiò il mio sguardo con un sorriso scaltro che avevo capito essere portatore di guai.

- Che vuoi? -

Lui fece un espressione offesa e incrociò le braccia al petto.

- Ti faccio stare nella mia città, ti ospito a casa mia e mi rispondi anche male? - mi chiese.

Alzai gli occhi al cielo.

- Tu mi costringi in casa tua Percy, è così da settimane. Mi sento in gabbia - dissi.

- Si si, capisco...ti piaceva di più il collare - ribattè divertito.

Presi il cuscino e glielo tirai addosso. Purtroppo lo afferrò al volo.

- Alzati! Andiamo al mare! - esclamò.

- Ma... -

- Niente ma, muovi il culo! -

E mi ritirò il cuscino in faccia prima di uscire dalla stanza che occupavo da tre settimane.

Se non mi fosse stato simpatico lo avrei già mandato all'altro paese. Inoltre, se lo facevo mi colpiva e io non ero abituato a prenderle, purtroppo...era la prima persona al mondo con cui andavo d'accordo sul serio. Che non mi stava intorno perché ero un Malfoy e che mi trattava alla pari, come un normalissimo diciottenne che stava scoprendo adesso il mondo.

Ero con lui da tre settimane e ogni due giorni si inventava qualcosa di nuovo da fare o da mostrarmi.
Avevo 18 anni e avevo vissuto più quelle tre settimane con quel tipo fuori dagli schemi che in tutta la mia vita.

E New York era enorme.

Nei primi giorni mi aveva portato a quello che lui chiamava Campo Mezzosangue, inoltre avevo scoperto che per loro i Mezzosangue erano i ragazzi figli degli dei, quindi metà mortali e metà divini. E che non era un termine dispregiativo come dalle mie parti.
Mi aveva presentato i suoi amici che mi avevano accolto anche troppo bene e avevo capito che là l'unico problema non era Percy; i semidei erano forti, molto più forti dei maghi e quelli che erano conosciuti come i figli dei Tre Grandi erano pericolosi e i semidei più potenti della storia...il mio amico ovviamente rientrava in quella categoria e persino i suoi cugini, Jason, Talia, Nico e Hazel, lo ritenevano il più forte.
In breve la questione era molto complicata e se i maghi li avrebbero attaccati sarebbero stati spacciati.

L'unico che non sembrava molto contento era Chirone...il primo centauro non selvaggio che avevo visto nella mia vita: non aveva preso bene la questione che Percy aveva mischiato i nostri mondi decidendo che voleva essere mio amico, anche se era più complicato di così, e aveva cercato l'appoggio di Annabeth per sistemare la questione...quando lei si era limitata a scuotere il capo, il vecchio centauro ci aveva guardato e aveva fulminato Percy con lo sguardo.

"Fa come ti pare" gli aveva detto "Ma non...cerca di non fare casini ok?"

Percy si era limitato a scrollare le spalle e a sorridere e Chirone aveva cominciato a pregare tutti gli dei dell'Olimpo.

Avevo la sensazione che mi sarei dovuto preoccupare ma poi Nico mi aveva detto che finché sarei stato con Percy non mi sarebbe successo nulla e diciamo che avevo deciso di credergli.

- Draco vuoi muoverti?! - urlò da fuori dalla stanza - Dobbiamo andare a prendere Annabeth, Nico e Will...ti lascio a piedi -

- E se non volessi venire? - chiesi alzandomi.

Lui rientrò in camera, accigliato.

- Ok ok...mi sbrigo, fai finta che non ho detto niente - borbottai.

- Ecco...sbrigati -

Al mare poi...chi cavolo c'era mai andato? Inoltre...non sapevo nuotare e avevo la sensazione che Percy mi avrebbe volentieri affogato pur di farmi imparare.

Ma pazienza...intanto me la godevo un pò.
Anche perché mi stavo rilassando troppo ultimamente ed ero sicuro che quella storia dell'erede di Salazar Serpeverde non era ancora finita.
Alla fine non ero così fortunato e come avevo scoperto io della discendenza di Percy, prima o poi l'avrebbe scoperto anche qualcun'altro.

Inoltre...secondo Annabeth, Percy Jackson era una vera e propria calamita per i guai.

La dinastia di Serpeverde Where stories live. Discover now