Sally Jackson

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Hermione's pov

Sospirai e lo guardai male.
Malfoy se ne stava con la testa buttata suo tavolino del bar in cui eravamo.
Mi ignorava come meglio poteva ma solo perché ero io a permetterglielo.

Il giorno prima, quando ero riuscita a fargli abbassare le difese e ad asservirlo  avevo temuto per un attimo di renderlo uno schiavo sessuale, non che a me sarebbe dispiaciuto, tanto le cose con Ron ormai erano andate a farsi benedire, ma conoscevo quello che poteva rischiare di passare in quel modo, mi ero informata anche su quello: gli schiavi sessuali soffrivano parecchio, gli capitava di eccitarsi senza un motivo preciso e la conseguenza non era piacevole. Sentivano dolori fino a quando il padrone e solo lui decideva di dargli piacere. A volte quel dolore rischiava di portarli alla morte.

Sarebbe stato un male inutile per quanto mi riguardava.

Comunque sia adesso era molto più facile sia gestirlo che controllarlo.

Eravamo in quel bar perché ero riuscito a prendere un appuntamento con Sally Jackson spacciandomi per giornalista e lei aveva accettato, eravamo andati lì molto in anticipo perché volevo studiare la situazione ancora prima d'incontrare quella donna.
Da quello che ero riuscita a capire da Malfoy era la madre di Percy ad essere imparentata con Voldemort, ma a quanto pareva lei era una semplice babbana, una babbana che aveva però avuto per figlio un semidio ed era un problema. Era un problema già essere imparentato con Voldemort se poi quello stesso parente era il figlio di un dio...ci mettevamo il carico da novanta.

Sentii il campanello sulla porta suonare e distolsi lo sguardo da Malfoy che stava praticamente dormendo sul tavolo e vidi una donna, alta quanto me, con i capelli neri, strati di bianco e ricci, due occhi celesti e il viso segnato non tanto dagli anni ma dalle sfide della vita.
Avevo visto quel viso: al nome associato alla scrittrice che cercavo.
Quella che era appena era entrata era Sally Jackson.

Presi la spalla di Draco e lo scossi per svegliarlo, lui sbuffò, mugugnò qualcosa d'incomprensibile e aprì un occhio.

- Che vuoi? - borbottò.

Lo fulminai.

- Non sei nel tuo letto, ma in un bar, menomale che conosci le buone maniere -

- Vai a...mh...fa...tz - borbottò per poi mettersi dritto e guardarmi male, per poi strofinarsi gli occhi.

- La mamma del tuo amico è qui - dissi - Datti una calmata, tanto non puoi nemmeno più provarci -

Sbuffò e io mi alzai per andare incontro alla donna che si guardava intorno cercandoci.

- Sally Jackson? - chiesi.

Lei mi guardò e sorrise calorosa.

- Tu devi essere la giornalista, Hermione giusto? -

- Si è un piacere conoscerla - dissi - Venga, raggiungiamo il mio assistente-

Andai verso il tavolo e mi accorsi che si era fermata, alternava lo sguardo da me a fuori.
Mi guardò di nuovo, questa volta accigliata.

- Sei inglese vero? - mi chiese mettendosi leggermente sulla difensiva - Sai...sono stata a Londra giusto qualche settimana fa e adesso una giornalista inglese viene nella mia città per un intervista...sai, ho un figlio che tende ad attirare guai anche solo respirando quindi mi perdonerai se parto prevenuta. Quello stesso figlio che parla con sua madre dei suoi problemi-

Notai con la coda dell'occhio Malfoy alzarsi e mi girai a guardarlo.

- Tu sta seduto - ordinai e tornò al suo posto con un sibilo.

Sally Jackson mi guardò da capo a piedi, come se avesse capito perfettamente con chi aveva a che fare.
A quel punto decisi di essere sincera, sapeva e non serviva il teatrino.

- Non sono una giornalista e...non voglio creare problemi. Stavo cercando suo figlio ma non sapendo dove trovarlo ho pensato...-

- Di usarmi? -

Scossi il capo, decisa. Non era mai stata mia intenzione.

- Di chiederle il favore di farmelo incontrare - risposi alzando le mani in segno di resa - Voglio solo parlargli-

Lei sospirò e io mi sedetti, sperando che mi imitassse. Volevo davvero dimostrarle che non ero una minaccia.
Avevo capito dal suo atteggiamento e dalle sue parole che era una donna che era abituata a proteggere il figlio, forse quelle rughe di fatica erano dovute proprio a quello: una donna che metteva a repentaglio la sua vita per quella del figlio, sempre.

Lei si sedette e guardò Malfoy e la sua espressione cambiò, diventando più morbida.

- Tu devi essere Draco - disse - Percy...mi ha raccontato qualcosa-

Lui annuì facendogli un sorriso tirato.

- Mi spiace, ho provato a proteggerlo ma... -

Sally lo fermò scuotendo il capo.

- Sono quasi diciannove anni che cerco di fare la stessa cosa ma senza successo, inoltre...sa proteggersi da solo -

Malfoy incassò il colpo e abbassò gli occhi, turbato.

Poi guardò di nuovo me.

- Io odio guidare in mezzo a Manhattan - disse di punto in bianco - Di solito approfitto dei riflessi di Percy per questo-

Malfoy sussultò e io sgranai gli occhi.

- Te lo dico perché so che è in grado di badare a se stesso e a fronteggiare chi tende a mettersi sulla sua strada - disse - E sarò sincera non farlo, se vuoi essere sua nemica, non ti conviene fronteggiarlo -

- Non lo farà - si intromise Malfoy - L'ha promesso -

Mi limitai ad annuire e lei si alzò, ci fece un cenno di saluto e uscì dal bar.

Io e Malfoy ci guardammo e dopo pochi minuti il campanello suonò di nuovo e Percy Jackson, con il cappuccio sulla testa, fece il suo ingresso, dirigendosi verso di noi.

- Percy! - esclamò Malfoy alzandosi e sorridendogli.

Il ragazzo ricambiò il suo sorriso volentieri e gli poggiò una mano sulla spalla, complice.

Poi si voltò verso di me, inchiodandomi con i suoi occhi dal colore dei Caraibi.

- Allora, andiamo al dunque, streghetta schiavista? -

La dinastia di Serpeverde Where stories live. Discover now