È il MIO Percy

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Annabeth's pov

- Smettila di ignorarmi - mi disse Percy per l'ennesima volta mentre preparavamo la cena per tutti.

Sia chiaro, io non lo stavo ignorando solo...certe volte non capiva il mio punto di vista! Aveva deciso tutto da solo, senza starmi a sentire e solo perché secondo lui era meglio per tutti.

Era il mio ragazzo dannazione!

Il mio fidanzato!

Il tipo che un giorno avrei sposato!

Quello con cui avrei avuto dei figli!

E a lui andava bene QUESTO!
Farsi sottomettere da una tizia qualsiasi che avrebbe potuto fargli qualsiasi cosa. L'avevo visto in Draco: aveva detto più volte di detestare Hermione Granger, di odiarla quasi, per quello che gli aveva fatto, per averlo usato e poi buttato via e poi a lei era bastato rimettergli il collare e aveva ripreso a scondinzolargli intorno con la faccia da cane bastonato.

E lei poteva dire quello che gli pareva sul fatto che non avrebbe obbligato Percy a fare nulla, che non avrebbe fatto al MIO.Ragazzo quello che aveva obbligato Draco a fare ma...Santa Atena! Ci credevo poco...di solito le oche starnazzanti non ci mettevano molto a desiderare Percy, sia sentimentalmente che fisicamente, soprattutto fisicamente!
Ribadivo...il MIO Percy!

- Sapiento....cazzo...na! - sbottò Percy scansando la mano alla velocità della luce dal piano della cucina in cui avevo infilato il coltello dove un attimo prima c'era la sua mano - La destra mi serve! -

Lo fulminai.

- Tanto guarisci in fretta - ringhiai - Anzi...se ti taglio la zona...tra le gambe...-

Lui mi guardò scioccato e alzò le mani in aria in segno di resa.

Mi avvicinai, lo presi per il colletto della maglia e lo tirai verso di me, facendo poi scorrere lentamente il coltello sul suo addome e sull'inguine, non si mosse e trattenne persino il fiato.

Percy Jackson non aveva paura di nulla e niente lo intimidiva ma bastavo io a minacciarlo con un coltello e sudava freddo.

- A...Annabeth, amore...forse... - fece deglutendo - Senti, serve più a te che a me, poi è un problema tuo se lo tagli è-

Spinsi la punta sulla sua intimità e sgranò i suoi bellissimi occhi. Sorrisi sadica e mi avvicinai al suo orecchio.

- Ricordati di questo momento quando a quella strega verrà in mente di farti qualcosa...qualsiasi cosa -

- E chi se lo scorda - borbottò.

A quel punto decisi di lasciarlo andare e lui deglutì allontanandosi.
Tornò ad apparecchiare la tavola gettandomi strane occhiate, lo fulminai per l'ennesima volta e continuai a tagliare le verdure.

- Vi serve una...mh...mano...- fece Harry entrando in cucina e rabbrividendo.

Avevo la sensazione che per chi entrava in quella stanza l'aria era irrespirabile. Dopotutto io stessa sentivo la tensione che si poteva tagliare con il coltello.
C'era un motivo se c'era quel detto che diceva che tra moglie e marito non bisognava mettere il dito. Non eravamo sposati, ma il concetto era lo stesso.

- No nessun aiuto - rispose Percy evitandomi una qualche rispostaccia.

Attualmente, come stavano le cose, non si sarebbe salvato nessuno.

- È che...ti cercava Hermione - disse il mago e mi voltai a guardarlo.

- Può chiamarmi Hermione - rispose Percy indicandosi il collare - Perché non lo ha fatto? -

- L'ha fatto in realtà ma...non hai sentito, nemmeno il collare ha risposto -

Smisi di preparare la cena e mi avvicinai a tutti e due.

- Che significa? - chiesi.

Harry scosse il capo.

- Non ne ho la minima idea. Non mi piaceva questa storia dell'asservimento, in generale dico, quindi non era tra i miei piani indagare, informarmi o cose varie. Ha funzionato con Malfoy, non so come, ma con te c'è qualche problema a quanto pare - rispose.

Io ero dell'idea che Percy aveva una volontà troppo forte e per questo non funzionava ma...gettai un'occhiata al mio ragazzo e notai qualcosa che non mi piacque molto: arrossì, si passò la mano dietro la nuca, imbarazzato e cominciò a guardare la stanza a caso, vagando con gli occhi.

- Cosa? - gli chiesi.

Era arrivato a qualche conclusione o imbarazzante o che mi avrebbe fatto incazzare.

- Perché non chiami Hermione e Draco? - chiese Percy - Digli di raggiungerci...ho... una mezza idea -

Harry alternò lo sguardo da me a Percy e poi si allontanò, quasi sollevato all'idea di lasciarci soli.

- Non ti arrabbiare - ebbe il fegato di dirmi una volta soli.

Mi si avvicinò e mi prese le mani tra le sue.

- Tu sei la mia ragazza saggia e sei la persona più intelligente che conosco, la migliore in assoluto in tutto... -

- Ti stai arruffinando Testa d'Alghe, che vuoi? - chiesi cominciando a preoccuparmi sul serio.

- Durerà il tempo che riusciamo a capirci qualcosa e poi, una volta che avremmo la situazione in pugno sarà tutto finito, te lo prometto -

Scossi il capo, sentendo il panico montare.
Non mi piaceva quello che stava cercando di dirmi, ma proprio per niente.

- Annabeth? - mi chiamò - Devi rinunciare a noi -

Sgranai gli occhi, mi liberai dalla sua presa e mi allontanai.

- Che cosa mi stai chiedendo? -

Lui sospirò e mi guardò con disperazione, cercando di avvicinarmisi.

- Hermione ha asservito Draco solo perché lui prova qualcosa per lei...io non posso provare nulla per quella ragazza, credo, però se tu mi tieni legato a te non riusciremo a sbloccare questa situazione, forse se mi cedi a lei...- 

- Mi stai chiedendo di lasciarti? -

Era talmente assurda la proposta che mi sentivo deficente.

- Di...rinunciare, a me...temporaneamente - disse.

Gli diedi le spalle. O me ne andavo o questa volta lo avrei picchiato sul serio e poi avrei cavato gli occhi ad Hermione.

Percy mi afferrò e mi spinse contro il muro, cercai di colpirlo ma mi bloccò, schiacciandomi tra il suo corpo e la parete, intrappolandomi tra le braccia. Purtroppo con lui era così; ero una maestra di arti marziali ma Percy era il doppio di me ed era fisicamente più forte essendo un uomo, soprattutto un uomo che si allenava.

- Lasciami Maledizione! Non puoi chiedermi una cosa del genere e pensare che io la prenda bene! - sbottai.

Mi scosse con forza.

- Guardami Annabeth! - gridò - Giuro sullo Stige che quando questa storia sarà finita io ti aspetterò sull'altare, ti aspetterò e ti chiederò di diventare mia moglie! E nessun essere, né in cielo, né in terra e né agli Inferi mi impedirà di mantenere il mio giuramento -

La dinastia di Serpeverde Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz