Capitolo IX

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Tonowari aveva affidato ai suoi figli il compito di guidarci: alla ragazza, Tsireya, aveva chiesto di portarci alla capanna e mostrarci l'organizzazione del villaggio, a lei e ad Aonung aveva chiesto di insegnarci tutto quello che avremmo dovuto sapere per sopravvivere ed essere utili al clan. Arrivammo alla capanna ed avemmo appena il tempo di poggiare la nostra roba, che nostro padre chiamò una riunione di famiglia. Ci fece sedere tutti davanti a lui, solo mia madre e Tuk ai suoi fianchi. "Ascoltatemi molto attentamente." Esordì, passando lo sguardo su di noi: prima su Kiri, su di me, poi su Lo'ak. "Ho bisogno che vi comportiate in maniera impeccabile: ascoltate, impegnatevi, imparate in fretta, date il massimo." Schioccò la lingua, il suo sguardo si fece più serio, si spostò su di me, che lo guardavo attraverso le sopracciglia. "Non finite nei guai" Il suo tono si era fatto quello di un ammonimento. Spostò lo sguardo su mio fratello: "Chiaro?" Per qualche motivo, mi sentii sollevato che non si stesse rivolgendo a me. Lo'ak annuii: "Si, signore" Rispose. Una risposta così calma da mio fratello fece sì che mi rilassassi ancora di più: mi sciolsi in un sorriso. Mio fratello, che mi aveva tanto preso in giro per la storia del buon soldatino, che rispondeva da buon soldatino. Gli presi la treccia fra le dita, e la strinsi. Lo'ak si voltò verso di me soffiando, appena sentì il dolore. Ridendo, tornai a guardare mio padre, che già mi scoccava un'occhiataccia. Il sorriso avvizzì appena sulle mie labbra. Distolsi lo sguardo dagli occhi gialli di mio padre, e ricadde su Tuk: mi accorsi che aveva le guance umide di lacrime, di nuovo. "Tuk..." Sussurrai, e a quel punto tutti si voltarono verso la bambina: "Voglio tornare a casa" Piagnucolò. "Oh, Tuktirey-" Il volto di mia madre si piegò di pietà mentre pronunciava il nome di sua figlia. Mio padre prese le ditina di Tuk nella sua mano: "Ora è questa la nostra casa" Disse. "Vedrete che ce la caveremo" Annuì mentre lo ripeteva. L'aveva detto così tante volte negli ultimi giorni che cominciava a perdere significato: Tuk aveva paura, Kiri era disperata per la perdita di Spider, Lo'ak sentiva il peso dell'emarginazione, forse la mancanza di casa. Ed anche io, in fondo, non stavo benissimo. Tuk tirò su con il naso, mia madre intervenne: "Cosa dice sempre vostro padre?" Guardò me, come intimandomi di ricordarlo ai miei fratelli. "I Sully restano uniti" Dissi. I miei genitori non potevano sapere che anche questo era stato detto troppe volte negli ultimi giorni perché bastasse a risollevare il morale generale, ma, comunque, Lo'ak e Tuk lo ripeterono, all'unisono con mio padre, Kiri lo mugugnò. La guardai, il dispiacere sicuramente dipinto in volto. In fondo, lei sapeva di non avere neppure una goccia di sangue di Sully in corpo, quindi quella frase non doveva essere la migliore del caso, per lei. In più doveva davvero mancarle moltissimo Spider. Si struggeva. "Un po' più di entusiasmo" La pregò mio padre. "I Sully restano uniti" Questa volta lo dicemmo tutti, insieme. "Siamo forti, ragazze mie." Mio padre non sapeva più come fare, a strappare un altro sorriso alle sue figlie. "Restiamo uniti-" Si rivolse a me, un'altra richiesta, un'altra aspettativa che poggiava sulle mie spalle. Guardai di nuovo il pavimento. Il fratello maggiore, la colla che teneva unita la casa e la famiglia, la guardia che supervisionava i minori, la tata che curava Tuktirey, il guerriero, il ragazzo. Annaspai, al pensiero: mi mancava l'aria. "E tutto andrà per il meglio" Concluse mio padre, alzandosi per prendere anche la mano di Kiri. "Vedrete."

Quello stesso pomeriggio incontrammo i figli di Tonowari per cominciare l'apprendistato alla via dell'acqua. Quando arrivammo al pontile Tsireya pareva aver aspettato per parecchi minuti. Appena la vidi, notai che si era pettinata i capelli, che aveva indossato una veste diversa. Ridacchiai sotto i baffi, specie quando mi accorsi dello sguardo inebetito di Lo'ak che la fissava. Dovemmo aspettare sul pontile che arrivassero anche Rotxo, uno dei ragazzi che ci aveva preso di mira allo sbarco, e lui, Aonung. Sapevo ci sarebbe stato anche lui, eppure, a vederlo, sentii riaccendersi una fiammella di rabbia dentro di me. Sospirai, cercando di ignorarla, perché se le avessi dato corda, sarebbe cresciuta fino a diventare incontrollabile. Avevamo preso a parlare con Tsireya, nell'attesa, o, meglio, Lo'ak e lei avevano cominciato a parlare, mentre io scommettevo con Kiri che si sarebbero baciati entro un massimo di due settimane. Avrei vinto uan giornata intera di favori, o l'avrei dovuta dare, il che era a parer mio praticamente impossibile. Aonung e l'altro ragazzo ci passarono davanti senza degnarci di uno sguardo, con sufficienza o, anzi, Rotxo ci passò davanti senza guardarci, Aonung mi sorrise appena e mi squadrò da testa a piedi con un'occhiata veloce, mentre passava, uno sguardo che non riuscii bene a decifrare. Si tuffarono in acqua, i corpi idrodinamici e abituati ai movimenti che si inserivano nella tensione superficiale del fluido come gocce senza peso. Guardammo Tsireya, che però stava già seguendo il fratello. Sbucarono dall'acqua qualche secondo dopo, sorridendo con scherno. "Beh, che fate lì impalati!" Aonung. La sua voce mi arrivò calmante, appagante, mi riempì le orecchie, strabordò dolciastra dalla mia bocca, dai miei occhi, le mie narici. "Avete intenzione di aspettare che sia l'acqua a venire da voi?" Rotxo rise alla battuta dell'amico, Tsireya si coprì la bocca con la mano. "Buttatevi!" Risero tutti e tre, di nuovo.

Lo'ak mi guardò, come aspettando una conferma da parte mia. Ed io mi gettai in acqua, sgraziato, toccando l'acqua prima con i piedi, e alzandone molta nel tuffo. Mio fratello mi imitò e dopo poco sentimo lo splash di Kiri e Tuk che si gettavano in acqua. Tsireya ci fece cenno di seguirli, e i tre Na'vi del mare si immersero. Quando lo feci anch'io, i miei occhi si sgranarono di meraviglia: Neppure la foresta era mai stata così splendida.
L'acqua danzava sui corpi dei Na'vi davanti a noi, le alghe, i pesci, gli animali brillanti ed opachi, blu e argentei, roteavano intorno a noi, luccicavano delle onde che li avvolgevano e cullavano. L'acqua era altissima: sotto di noi, un intero ecosistema, un intero mondo mai visto prima, mai sperimentato, mai immaginato. Stupendo. Sentivo la strana sensazione del sale nell'acqua che si attaccava alla mia pelle, che bruciava nei miei occhi aperti, senza mai farmi male. Sorrisi.
Mio fratello mi seguiva con gli occhi sgranati dalla meraviglia, e appena dietro di lui Kiri già si perdeva nelle larghe ali di questa razza, nello sbrilluccichio verdastro di quel pesce, ancora dietro di lei, Tuk sorrideva. Provavano la stessa meraviglia che provavo io. Mi voltai di nuovo verso le nostre guide, che già si trovavano parecchio più in profondità di noi. Tsireya mosse le mani davanti a sé: aveva due dita alzate e le mosse in cerchio per poi avvicinarle. La guardai accigliato: avevo capito che stava cercando di dirci qualcosa, ma non avrei saputo dire cosa neppure leggendole il pensiero. Gettai un'occhiataccia ad Aonung e Roxto, alle sue spalle, che ridacchiavano. Tsireya alzò appena gli occhi al cielo e con le mani, questa volta, ci fece cenno di seguirli.
Mio fratello mi schizzò accanto, nuotando veloce. Doveva essere stato un segnale facile da capire anche per lui. Ridacchiai fra me e me: la scommessa di Kiri sarebbe stata una passeggiata.

Lo'ak nuotò qualche metro davanti a me, seguendo la Na'vi, ma ben presto si girò a guardarmi. Doveva sentire la stessa cosa che sentivo io anche lui: una pressione, dalla bocca dello stomaco verso il diaframma, che spingeva contro i polmoni. Aria. Mi voltai, e vidi i piedini di Tuk e le gambe di Kiri pendere dalla superficie. Feci cenno a mio fratello di risalire e subito fummo in superficie ad annaspare per respirare di nuovo. Tuk e Kiri sobbalzarono nel vederci risalire. "Ma come cazzo fanno?" Sbottò Lo'ak dopo qualche secondo. Alzai dell'acqua con la mano, schizzandolo. Lui protestò: "EHY!" Gli scoccai un'occhiataccia in risposta, e così anche Kiri, che parlò prima che potessi farlo io: "Niente parolacce davanti a Tuk" Fu Tuk questa volta a borbottare: "Tanto le conosco già tutte!" Tirò fuori la lingua, mostrandola a Lo'ak, che decise di ignorarla. Si voltò verso di me. "Torniamo giù" Dissi, quando vidi che mi guardava. Annuirono, e ci immergemmo di nuovo.

THE ELDEST -atwow con gli occhi di Neteyam Sully-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora