Capitolo XII

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Mi ci volle del tempo, moltissimo tempo, per capire che la reazione di Aonung era una scenata di gelosia nei miei confronti. Per tutto il pomeriggio, quel giorno, gettai occhiate interrogative a Rotxo, che si rifiutò di rispondere a qualsiasi mia domanda, così come Tsireya fu abilissima nell'evitare la questione. Cominciai a pensare perfino Aonung fosse infatuato di Rotxo. Che cosa aveva lui di cui io mancavo? Mi ero ritrovato più volte a dover scacciare il pensiero dalla testa. Avevamo passato il pomeriggio tutti insieme, ad ascoltare le storie della cultura, delle tradizioni dei Metkayina, del mare, a raccontare la cultura, le storie della foresta, a cercare di imparare a respirare, a controllare il battito del nostro cuore, il che mi risultò molto più semplice grazie all'assenza di Aonung. Quando l'eclisse era ormai vicina, e con lei l'ora di tornare a casa per i miei fratelli, Aonung ci raggiunse. Eravamo sulla spiaggia, seduti in cerchio: Lo'ak sdraiato sulla sabbia ruvida a pancia per aria, Kiri a pancia in giù, Tuk poggiata su di lei, io a gambe incrociate, davanti a Tsireya e affianco a Rotxo. Stavo raccontando proprio a lui del mio primo volo su un ikran, quando notai con la cosa dell'occhio del movimento dalla vegetazione che delimitava la spiaggia. "Sono animali aggressivi, devi essere capace di prenderli e-" Mi interruppi a metà frase, pronto a scattare. Poi riconobbi i ricci di Aonung. E proprio quando il Na'vi spuntò sulla spiaggia, Rotxo si voltò per seguire il mio sguardo. Sentii il ragazzo ghiacciare accanto a me, farsi rigido per la paura. Poi lo vidi alzarsi, allontanarsi da me per sedersi accanto a Kiri, dalla parte opposta del cerchio rispetto alla mia. Stavo per alzarmi e chiedergli spiegazioni, ma Aonung già ci era davanti, ci sovrastava con tutta la sua stazza imponente. Tsireya si voltò verso di lui con un'area preoccupata. Come Rotxo, anche lui aveva il viso graffiato, qualche punto del corpo tumefatto e, come me, qualche macchia di sangue fresco sulla collana. Aonung mi ignorò completamente, si rivolse solo alla sorella: "Papà dice che è l'ora di rientrare" e a Rotxo: "Per tutti" Il fatto che ora evitasse il mio sguardo era la conferma, per me, che la sua rabbia di prima era gelosia per Rotxo. In qualche modo la cosa mi provocò un tumulto freddo nel petto. Che cosa aveva lui di cui io mancavo? I miei fratelli si voltarono verso di me, che guardai il cielo sul mare per distogliere l'attenzione dai sentimenti che mi avevano pervaso. Era l'ora di tornare anche per loro. Mi alzai, prima di Tsireya e Rotxo. "Anche per noi" Dissi, d'un fiato. I miei fratelli e i Na'vi dell'acqua si avviarono verso le capanne. Tutti insieme. Meno che uno.

Aonung, finalmente, appena gli altri ci furono a una distanza sufficiente da non sentirci, alzò lo sguardo su di me, mi fissò attraverso l'incavo delle sopracciglia. In quel momento, alla vista dei suoi occhi azzurri, il tumulto dentro di me si accese: "Non so quale sia il tuo problema-" Sbottai, avvicinandomi a lui di una falcata. "O quali siano i tuoi affari o accordi con Rotxo-" Ormai eravamo soli sulla spiaggia: i nostri fratelli spariti dentro la vegetazione. Un'altra falcata verso di lui. "Ma non puoi e non potrai impedirmi di fare amicizia con lui, per quanto spocchioso-" La luce cominciò ad affievolirsi, intorno a noi: l'eclissi cominciava. "-arrogante, aggressivo o violento tu possa diventare quando lo vedi vicino a me!" Anche lui aveva fatto una falcata verso di me. Ora appena un palmo ci separava. "Non ho alcun interesse per Rotxo!" Davanti ai suoi occhi azzurri, che mi fissavano con quella intensità, dall'alto, confessai in quelle sole parole tutto il ragionamento che avevo covato quel pomeriggio. "Quindi non-" Non finii la frase.

La sua mano sfiorava la mia guancia, il suo mignolo ed anulare (se così si potevano chiamare anche le ultime due dita della nostra mano di quattro) che si incastravano al di sotto della mia mascella, i suoi polpastrelli che sfioravano il mio collo, il suo palmo che mi copriva il viso quasi per intero.
Un brivido mi corse lungo la schiena così violentemente da farmi tremare nella mano di Aonung. Aonung.

"Non ho alcun interesse per Rotxo nemmeno io" Disse, soltanto. La sua voce, grave, calda, vibrò nelle corde del mio corpo come un accordo in perfetta risonanza: la sentii propagarsi con una scossa rapida dentro di me. Gli occhi di Aonung ora erano fissi nei miei: turchesi come il mare, pieni come il cielo, l'eclisse che si rifletteva nelle sue pupille dilatate...

D'improvviso mi resi conto di cosa stava per accadere. Mi ritrassi, liberandomi dal suo tocco. Sentivo di essere arrossito dalla testa ai piedi, perfino sopra il blu. Feci un passo indietro e la pelle nuda del mio piede entrò in contatto con l'acqua del mare: l'onda si ritrasse così come avevo indietreggiato io. Aonung mi guardò perplesso. "Allora non darci più problemi" Dissi, la voce un filo esile, tremolante di un'emozione indescrivibile, come una tempesta di fuoco ghiacciato che infuriava roboando nel mio stomaco, come un fiotto di sangue caldo al mio cervello tutto insieme d'improvviso, come una vertigine sull'orlo di un precipizio prima di imparare a cavalcare un ikran. "Sono qui per fare amicizia con tutti" Dissi ancora, nel tentativo (fallito) di far sembrare la mia voce più ferma. Gli porsi la mano, incapace di pensare ad un altro modo per ristabilire la distanza fra di noi, distanza che mi era necessaria per rimettere in ordine le idee, dominare in qualche modo le sensazioni. "Amici?" Gli dissi. Guardai Aonung sospirare, stringermi controvoglia la mano. "Certo." Di nuovo, la sua voce mi scompigliò l'interno come una folata di vento in una stanza piena di scartoffie. Cercai di accennargli un sorriso, sperando che non ricambiasse. Quando ricambiò sentii di nuovo il rossore farsi strada sulle mie guance. "Perdona il mio atteggiamento di oggi" Mi parve quasi una supplica. Non riuscii a rispondergli nulla: d'improvviso il motivo delle sue azioni mi era chiaro, chiarissimo. Annuii soltanto.

Aonung mi voltò le spalle, raggiungendo sua sorella. Ed io rimasi solo sulla spiaggia.

THE ELDEST -atwow con gli occhi di Neteyam Sully-Where stories live. Discover now