Capitolo XXXXII

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Arrivammo alla costa con il fiato corto. Lo'ak e Kiri stavano dietro di me, mi spingevano quasi avanti perché mi avvicinarsi per primo alla tendina di adulti che occupava la spiaggia.
Il mio compito non era difficile. Me lo ripetei sottovoce, quasi a cercare di convincermi. Dovevo solo presentarmi tra gli adulti, a testa bassa, cercare Jake e dirgli... Dirgli cosa? La gente del cielo ci ha trovato, ci dà la caccia, ha attaccato un Tulkun. I tuoi figli sono quasi morti per salvarlo, li ho portati io abbastanza a largo per poterlo fare. Mi avrebbe aperto il cranio con le mani nude. Gelai sulla sabbia, la pelle tirata sulle ossa scarne che tremava al contatto con il vento gelido, umida del mare. Pensavo di essermi affrancato da Jake e invece ancora tremavo al prospetto di poter scatenare la sua ira. Una mano poggiò sulla mia schiena, delicata, familiare. Aonung. "Va tutto bene." Si era chinato su di me, per parlarmi all'orecchio, la voce soffice, costruita per calmarmi. Deglutii, vistosamente, non riuscii comunque a muovere un muscolo. "Sei l'unico che può convincerlo a fare qualcosa." Il suo fiato caldo, nel mio orecchio, parve entrare nel mio cervello, rilassare i miei muscoli del collo dall'interno. "Non ti può più toccare, ricordalo." La mia mascella si sbloccò, le spalle si rilassarono. Aonung era appena dietro di me, il suo corpo caldo poggiava contro il mio, sciupato dal lavoro e dalla fame, tremolante per l'improvviso freddo della spiaggia. Sarebbe davvero andato tutto bene. Mi avrebbe protetto lui. Sentii la pressione delle sue dita larghe sulla mia schiena aumentare. Aonung mi spinse appena più avanti. "Coraggio." L'ultimo sussurro.
Prima che potessi rendermene conto ero fra gli adulti, le mani improvvisamente ferme e le gambe improvvisamente solide.
Mi schiarii la gola per attirare l'attenzione. "Jake." Chiamai, la voce fredda, ferma. Ero il figlio del generale adesso, non il Na'vi spaventato che era stato ripudiato. Sapevo che le mie parole erano l'unica cosa che poteva salvare il clan, l'unica che poteva salvare la mia famiglia, il mio pianeta.
Feci un respiro profondo, appena incrociai gli occhi di mio padre. Erano arrabbiati prima ancora di incontrare i miei, ma sostenni il suo sguardo, il calore della mano di Aonung ben impresso sulla mia pelle. Spiegai tutto quello che era successo: noi al largo con gli ilu, il Tulkun, l'attacco, il rilevatore di posizione. "Li stanno cacciando e continueranno a farlo finché non li avranno presi tutti". Quando arrivai all'ultima frase mi accorsi di avere il fiato corto. Faticavo a respirare.  Non avevo scostato lo sguardo da Jake per un secondo, malgrado il fermento che si era creato intorno a lui. Il resto degli adulti stava già reagendo, gridavano, si incitavano già l'un l'altro: avrebbero attaccato e distrutto tutte le navi della gente del cielo, avrebbero protetto i Tulkun, sterminato gli umani su Pandora. Mio padre sapeva che non era quello l'approccio giusto. Continuai a fissarlo, mentre nei suoi occhi cementava la consapevolezza, mentre la rabbia delle sue sopracciglia aggrottate si tramutava in stupore, da stupore in sconcerto, da sconcerto di nuovo in rabbia, rabbia e paura. Lo guardai mentre si rendeva conto che ci avevano trovato, che la nostra fuga dalla foresta era stata inutile, che la nostra famiglia era di nuovo in pericolo, come lo era stata prima che ce ne andassimo e mentre io ero ancora nel ventre di Neytiri.
Gli altri adulti non si rendevano conto come lui del pericolo, gli altri ragazzi non come noi della paura che sarebbe seguita. Era il pericolo più reale davanti a cui fossimo mai stati posti.
Jake non scostò lo sguardo dai miei occhi. D'improvviso mi trovai la sua mano poggiata sulla spalla. Mi strinse appena, con la dolcezza con cui mi aveva stretto quando ero ancora suo figlio. Si chinò su di me per parlarmi all'orecchio, quasi come aveva fatto Aonung. "Sei assolutamente sicuro che siano loro?" Mi credeva, mi credeva e l'urgenza con cui mi parlava faceva intendere che capiva la gravità della situazione esattamente come avremmo voluto facesse. Capiva la mia paura, la viveva immediatamente anche lui. Annuii solamente, la mano di Jake si strinse di più sulla mia spalla. Ora sicuramente non avrebbe avuto il tempo di arrabbiarsi con me per aver portato i suoi figli fuori dal reef. "Ho bisogno che stasera torni a casa." Fu un sussurro, che non attese risposta. Mi fece sussultare appena.
Prima che potessi ribattere Jake si era voltato verso gli altri del clan, strillava loro di ascoltarlo. Tutti gli avevano voltato le spalle, ma lui torreggiò comunque sul disordine, sul panico che aveva preso a serpeggiare tra i Na'vi.
"Dovete ascoltare! Questi non sono nemici normali!" Tonowari spronava la sua gente, incitava come il capo che era: che gli uomini prendessero le armi più pesanti e le donne le più veloci, che colpissero senza rimorso la gente del cielo e la gettassero a terra. Indietreggiai un po', unendomi di nuovo ai miei fratelli e ai figli di Tonowari. Aonung mi prese la mano, senza tentare di farlo di nascosto. La nostra relazione non era il problema più grosso che Turuk Makto dovesse affrontare. Strinsi le dita di Aonung, come a ringraziarlo. Lui mi piazzò un bacio sulla fronte, un bacio pubblico pubblico, per quanto rapido e delicato. Mi irrigidii appena, gettai un'occhiata preoccupata agli adulti, ma quando vidi che nessuno ci stava guardando mi voltai di nuovo verso Aonung. Sorrideva. "Sei stato bravissimo" Me lo sussurrò. Mi rilassai, Aonung mi strinse appena la mano.
Intorno a noi era il caos. Kiri stringeva Tuk, avvicinandosi a me, Lo'ak era così accigliato da non sembrare quasi lui, mi guardava. La paura di Tsyreia era palpabile, così reale da riuscire a percepirsi quasi fisica nel vento leggero della spiaggia. Anche Tsyreia mi fissava. Voleva che intervenissi, che convincessi in qualche modo -in qualsiasi modo- suo padre e gli altri ad ascoltare Jake.
Prima di rendermene conto mi gettai nella mischia, notando che Jake era come invisibile. "Ascoltatelo!" D'improvviso strillai. Dovevamo dare loro la prova fisica che il pericolo che ci minacciava era inevitabile, che ci avrebbe distrutto se non lo affrontavamo nel modo giusto. Jake si era voltato di scatto verso di me. Mi tastai le tasche, cercando qualsiasi cosa: una prova dell'attacco, un pezzo della tecnologia umana. Con gli occhi fissi in quelli di mio padre, all'improvviso, la mia mano strinse qualcosa. Parte del gps. Lo tirai fuori dalla stoffa con forza, lo mostrai, anch'io sorpreso, a Jake. E lui immediatamente me lo prese dalle mani con un sorriso. Allungò la mano sulla mia spalla, di nuovo la strinse come aveva fatto appena prima. "Bravo ragazzo" Farfugliò appena. Mi sentii arrossire, indietreggiai nascondendo il sussulto con un colpo di tosse. Jake espose il gps agli altri Na'vi: "Guardate!" Tuonò.  Di colpo le grida del clan si arrestarono. Tutti rimasero in ascolto. "Questi dispositivi gli forniscono la posizione dei vostri Tulkun, gli permettono di sapere dove sono, sempre" Jake lo disse con amarezza, quasi sputando. Ebbi l'impressione che non stesse più parlando dei Tulkun. "Se non riusciamo a disattivarli, i Tulkun verranno presi. Una volta puntati sarà impossibile salvarli." Il clan all'improvviso pendeva dalle sue labbra. "Noi sappiamo come disattivarli." Jake mi indicò. "Io e mio figl-" Incespicò nelle parole, dovette schiarirsi la voce. "Io e Neteyam sappiamo come disattivarli." Per un attimo rimasi come congelato, spinto contro la parete di Na'vi che ci circondava. Molti si voltarono verso di me. "Lasciate che vi aiutiamo." Jake continuò, il clan pendeva dalle sue labbra.
Lo ascoltarono.


N.A.
Ciao a tutte/tutti!
So che è passato un sacco di tempo dall'ultimo capitolo che ho pubblicato,   ma volevo anche ricordarvi che finalmente  il mio libro fantasy "Il Canto Della Madre" è disponibile in libreria! Se vi interessa saperne di più mi trovate anche su Instagram cercando il titolo del romanzo potrete assistere alla mia prima intervista con la produzione caos!
Come potete immaginare sono moooolto emozionata per la pubblicazione e molto indaffarata con l'attività pubblicitaria, ma cercherò di finire anche questa storia quanto prima, visto che ormai siamo agli sgoccioli!
Grazie come sempre del vostro supporto e delle vostre letture ♥️
Alessandra

THE ELDEST -atwow con gli occhi di Neteyam Sully-Where stories live. Discover now