Capitolo XIV

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La mattina dopo camminavamo tutti insieme sui pontili del villaggio, verso la spiaggia. Lo'ak e Tuk che battibeccavano dietro me e Kiri. Mia sorella aveva la faccia di qualcuno che stava disperatamente cercando di trattenere un colpo di tosse, ma lo sentiva grattare appena dietro la lingua. Appena fummo fuori dal villaggio, sbottai: "Che c'è, Kiri?" Era un'espressione veramente irritante e, in più, avevo già un'idea di quello che mi avrebbe detto. Kiri scrollò le spalle. La richiamai: "O me lo dici-" Le dissi. "o ti togli quell'espressione che hai in faccia, perché sembra che tu non riesca a cag-"
"Okay! Okay!" Mi interruppe ridacchiando, prima che potessi finire. "Sei volgare, Teyam!" Alzò le sopracciglia, voltandosi verso di me. Quando vide la mia espressione, tornò seria: "Penso che qualunque cosa ci sia tra-" Scossi la testa, immediatamente. "Non è affatto quello che pensi, Kiri." La interruppi, il tono serio: "Io e Aonung ci siamo solo stretti la mano, siamo solo, solo, amici." Deglutii, lo sguardo basso sui miei piedi che percorrevano il ponile. Era vero, dopotutto. Ci eravamo solo stretti la mano, ci eravamo solo chiamati amici. Gli sguardi che a me sembravano in un certo modo potevano essere sguardi normalissimi; i suoi gesti, anche quelli sulla spiaggia della sera prima, solo gesti di amicizia. Kiri alzò gli occhi al cielo. "Allora perché sembrava avessi visto un fantasma quando papà ne ha parlato?" Mi ribeccò. Scrollai le spalle: "Pensavo solo sarebbe uscita la storia della zuffa" Inventai su due piedi, mentendo più a me che a lei. Nel profondo, sapevo benissimo che avevo avuto paura della reazione di mio padre, all'idea che un altro Na'vi mi avesse quasi baciato, che avesse picchiato qualcun altro per me. Un altro. Non un'altra. Kiri non mi credette, ridacchiò: "Certo, Teyam." Mi schernì. "Kiri non provo assolutamente nulla per-"
"Per quello ieri non ti riusciva rallentare il battito quando c'era lui, ma sei diventato bravissimo appena se n'é andato?" Scossi la testa e distolsi lo sguardo, infastidito. Ripetei quello che avevo detto: non provavo nulla per Aonung. Un brivido, però, mi corse lungo la schiena quando pronunciai quella frase, con il suo nome alla fine. Merda. Kiri mi guardò con la bocca spalancata, poi mi rise in faccia. La cosa mi fece percorrere da una saetta di rabbia. "Okay, ragazzone" Mi disse, il tono della presa in giro: "L'impenetrabile e anaffettivo Neteyam!" Lo gridò. "Kiri, shh!" La richiamai, ma non mi calcolò minimamente. Un paio di Na'vi che camminavano davanti a noi si girarono per lanciarci un'occhiataccia. "Non prova nulla!" Tuk, attirata dalla confusione che faceva la sorella, smise di litigare con Lo'ak, e prese a cantilenare con lei. "Neteyam senza cuore, senza cuore, senzaa-" Cantavano insieme, Lo'ak che rideva così forte da avere le lacrime agli occhi. "Basta!" Gridai io. "Basta! Ragazze, basta!" Mi sentivo arrossire per la vergogna: mezzo villaggio ci guardava male. "Tuktirey!" Sbottai alla fine, il tono arrabbiato. Così arrabbiato che Tuk smise immediatamente di cantare, mi fissò con gli occhioni gialli che si riempivano di lacrime. Lo'ak smise di ridere e Kiri di camminare. Ci eravamo fermati in mezzo al villaggio. "Non sono senza cuore-" Dissi, ad un volume normale, la voce che tremolava di rabbia, ma non aveva il tono di prima. Spostai lo sguardo su Kiri: "E non provo niente per Aonung!" 

Proprio in quel momento lo notai: un Na'vi fra gli altri. Un Na'vi che brillava più degli altri: Aonung. Aveva sicuramente sentito tutto. Mi guardò negli occhi. Vidi il suo labbro inferiore tremolare appena. Girò su sé stesso, mi diede le spalle. E scappò verso la spiaggia. L'impulso di corrergli dietro fu così forte che solo la presa di Kiri sul mio braccio mi impedì di prendere a correre: "Hai sentito quello che ho detto, zuccone?!" Mi scuoteva. Tornai a vedere i miei fratelli, davanti a me: i lacrimoni di Tuk e il sopracciglio alzato di Lo'ak, unico ad aver visto verso cosa mi fossi voltato, oltre le spalle di Kiri. Scossi appena la testa. Kiri lasciò andare il mio polso: "Ho detto che qualunque cosa sia, non dovresti avere paura di parlarne con papà" Tuk mi guardava imbronciata, Lo'ak annuiva alle parole di Kiri: "Ha ragione, sai" Mi disse, avvicinandosi appena al mio orecchio. Oltre ai nervi a fior di pelle, però, ora sentivo anche un vuoto all'altezza dello stomaco: ansia. Che Aonung non volesse più avere a che fare con me, che revocasse perfino la stretta di mano, che non mi guardasse più nello stesso modo. Mi allontanai da Lo'ak con violenza, cercando di sfogare un po' di quella voglia di correre che sentivo nelle gambe: "Non c'è nulla." Asserii. "Non voglio più sentir parlare di questa cosa" Guardai Lo'ak, e poi Kiri: "è chiaro?" Lo'ak alzò di nuovo le sopracciglia, gettando un'occhiata a Kiri: "Sembri papà" Mi disse, sprezzante, prima di prendere Tuk per il braccio e riprendere a camminare, davanti a noi. Sospirai, anche Kiri che mi canzonava: "Si, signore" e riprendeva a camminare. Chiusi la fila, prendendo a mordermi le unghie, le orecchie e la coda basse: non riuscivo a pensare ad altro, se non a lui. Lui che aveva sentito dire qualcosa che sapevo di non provare.

THE ELDEST -atwow con gli occhi di Neteyam Sully-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora