« Non sono una principessa».
« E io non sono un principe azzurro».
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Irlanda è una maschera di ghiaccio bravissima a fingere, mentre si diletta a scrivere articoli per il giornalino della scuola insieme ai piccoli bambi...
Dona a chi ami ali per volare, radici per tornare e motivi per rimanere. -D. Lama
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Sainte-Amelie, 34.
Mi ripeto mentalmente queste tre parole, costringendomi a ricordale per le prossime due ore.
« Abbiamo un nuovo compagno di classe, che oggi ha potuto aggiungerci solo per le ultime lezioni. Pretendo il massimo rispetto, ovviamente» annuncia la professoressa Thompson.
Un vociare di "certo" ironici si solleva nella classe, mentre continuo a scrivere nuove righe sul mio diario, seguite da qualche disegno di circostanza.
« Prego, signor Wilde» la professoressa fa cenno a qualcuno fuori dalla porta di entrare, sotto lo sguardo pieno di aspettativa di tutti.
Se c'è una cosa che ho imparato alla Moonberry School è che le aspettative non devono mai superare una determinata soglia.
In una classe di 27 alunni, soltanto in dieci riescono a raggiungere la sufficienza in tutte le materie.
« Devo deprimermi subito o sperare fino all'ultimo?» borbotta Kate, la mia migliore amica, seduta davanti a me.
« Io passo per la prima» ridacchio.
Degli scarponi neri battono contro il pavimento dell'aula, fino ad arrivare alla cattedra.
Alzo lentamente lo sguardo, facendolo scivolare sui jeans strappati fino alla t-shirt bianca e alla giacca in pelle.
« Mi chiamo Derek Wilde» pronuncia queste parole con voce avida, profonda e perfettamente in simbiosi con il suo aspetto.
« Benvenuto, Derek» una ragazza nei primi banchi gli sorride con malizia, giochicchiando coi capelli.
Istintivamente alzo gli occhi al cielo.
Quando guardo il nuovo ragazzo negli occhi, sprofondo in due iridi color del mare in tempesta.
« Wow» mormoro piano, per non farmi sentire, e cercando di rimanere a galla.
« Cosa avevi detto sulle aspettative?» sussurra Kate « A me quello sembra un gran bel pezzo di manzo» afferma.
« Io intendevo aspettative mentali, tesoro. Può anche essere carino ma magari è una gran testa di...» spiego, venendo interrotta proprio dal diretto interessato.
« Signorina Miller?» mi richiama la professoressa.
« Sì?» domando confusa.
« Le va bene che il signor Wilde sia il suo nuovo compagno di banco?» ripete.
Sbarro gli occhi, mentre il ragazzo dai capelli color dell'oro fuso con il ghiaccio mi rivolge un sorriso compiaciuto.
« Certo che la signorina Miller è d'accordo» risponde per me.
