« Non sono una principessa».
« E io non sono un principe azzurro».
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Irlanda è una maschera di ghiaccio bravissima a fingere, mentre si diletta a scrivere articoli per il giornalino della scuola insieme ai piccoli bambi...
Nessuno può toglierti il sorriso. Soprattutto se quel sorriso te lo sei conquistato da sola. -Anonimo
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Imbarazzo e ribrezzo.
Sono le uniche due emozioni che possiedono il mio corpo da tre giorni.
Imbarazzo verso di lui e ribrezzo verso di me.
Al mattino, quando mi sono svegliata in un divano non mio e con una persona che mi aveva vista in uno dei miei crolli è stato semplicemente orrendo.
Ho preso tutte le mie cose prima che Derek si svegliasse, abbandonando l’abitacolo alle prime luci dell’alba.
Subito dopo sono corsa dal medico per avere finalmente le mie dannate medicine.
Se succedesse di nuovo non mi perdonerei mai più uno sbaglio del genere.
« Irlanda, mi stai ascoltando?».
Pensare, camminare e ascoltare Kate è davvero un’impresa, soprattutto quando se ne esce con la fatidica domanda « Tu cosa ne pensi?».
« Oh, sì… sì certo» faccio con un’alzata di spalle.
Cosa cavolo ha detto?
Entriamo in classe e mi blocco davanti al mio banco, sospirando di sollievo quando noto che lui non è ancora arrivato.
« Potresti andare avanti? Dovrei sedermi…» sentenzia una voce alle mie spalle, mentre dei polpastrelli freddi mi sfiorano il braccio.
Mi giro di scatto, trovandomi davanti il nucleo dei miei pensieri.
« Scusa» mi siedo, girandomi dall’altra.
Sospira sconfitto, iniziando a prendere appunti appena la professoressa comincia a spiegare fisica, argomento che mi fa scattare subito sull’attenti.
« Siamo all’ultima settimana prima delle vacanze e ho bisogno di un voto a parte per fisica e chimica, quindi avete due minuti per ripassare l’argomento prima che cominci la prova» asserisce, sedendosi dietro alla cattedra, sfogliando dei fogli.
Un paio di ragazzi nelle ultimissime file comincia a imprecare, altri si rivolgono al cielo in attesa di un miracolo e quelli ai primi banchi sorridono, sapendo di essere i più preparati.
Dalla mia faccia deve capirsi sicuramente che io appartengo a quelli della seconda categoria, mentre il mio compagno di banco più alla prima.
« Sei in ansia?» domanda dopo un po’.
« Chi? Io?» balbetto perplessa.
Ti prego, non parlarmi.
« Irlanda, smettila di fingere che non esista» ringhia.
