« Non sono una principessa».
« E io non sono un principe azzurro».
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Irlanda è una maschera di ghiaccio bravissima a fingere, mentre si diletta a scrivere articoli per il giornalino della scuola insieme ai piccoli bambi...
È che certe persone quando hanno la fortuna di incontrarsi dovrebbero avere anche il coraggio di tenersi. -F. Ferlazzo
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« Arya!» rimprovero il border collie degli zii, che non si lascia mettere il guinzaglio.
Passiamo nella via principale di Moonberry, sotto le luci dei lampioni.
« Arya!» continuo arrabbiata, cominciando a correre per stare al suo passo.
Pensavo di incontrare Derek per farci una passeggiata, ma quando l'ho chiamato sul telefono non ha risposto.
Sbuffo, stringendomi nel cappotto pesante a causa della fredda brezza invernale.
3 giorni ed è Natale! Natale, Natale, Natale! La mia festività preferita!
Mentre attraverso davanti ad un semaforo sulle strisce pedonali, seguita da Arya, una moto mi taglia la strada, facendomi cadere di peso sull'asfalto.
Gemo dal dolore, guardando i jeans strappati e le ginocchia sbucciate, seguite dai polsi.
« Coglione» sibilo.
La cagnolina mi aiuta a rialzarmi, avvicinandosi a me come a fornirmi un appoggio.
« Dai, finiamo la passeggiata» faccio un sorriso tirato, ignorando il dolore alle gambe.
Passiamo nei campi imbiancati, mentre cerco di stare al passo di Arya.
Quando torniamo sul marciapiede, vedo un pub color blu notte illuminato da delle lucine natalizie che contornano la struttura come piccole stelline.
"The Lunar Eclipse" leggo sull'insegna.
Forse hanno dei cerotti da mettermi sulle ginocchia, penso, legando Arya ad un palo della luce.
« Torno subito piccolina» sorrido, mentre lei si corica sull'asfalto.
Spingo la porta del locale ed entro, venendo subito circondata da fumo e alcol.
Bleah.
« Signorina, tutto okay?» domanda una signora anziana, venendomi incontro « Sono la padrona del locale».
« Oh, buonasera... cioè buonanotte. Volevo chiederle se avesse dei cerotti da poter mettere sulle ginocchia. Una moto mi ha tagliato la strada e sono caduta» racconto.
« Certo, cara! Vieni con me!» mi fa segno di seguirla in una stanzetta.
« Ah, i motociclisti di oggi!» borbotta tra sé e sé, facendomi scappare una risatina divertita.
« Aspettami qui, vado a vedere se ho delle garze e un disinfettante» sorride, uscendo dallo stanzino illuminato da un grosso lampadario rotondo, come una palla da discoteca.
