« Non sono una principessa».
« E io non sono un principe azzurro».
💜 --------------------------->
Irlanda è una maschera di ghiaccio bravissima a fingere, mentre si diletta a scrivere articoli per il giornalino della scuola insieme ai piccoli bambi...
Le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono. I bambini sanno già che i draghi esistono. Le fiabe raccontano ai bambini che i draghi possono essere uccisi.
Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
Suono il campanello, busso tre volte e mi affaccio a ogni finestra della casa.
« Irlanda?» mi richiama una voce.
« Ho bisogno di vedere Derek» asserisco impassibile.
« Come hai fatto ad arrivare qui con questa nevicata?» chiede Chris « E quando ti avevo detto che gli mancavi non intendevo "vieni a casa e prendilo a botte"» ridacchia.
« Dimmi se è in casa, altrimenti me ne vado» taglio corto.
« Si, è in casa ma non mi sembra il caso di...» comincia.
Lo sorpasso con una spallata, entrando in salotto, dove Arline sta cucendo seduta sul divano.
« Ciao Irlanda!» mi saluta.
Siamo dei reali, noi.
« Salve, suo figlio è in casa?» domando.
« Si, è di sopra. È successo qualcosa?» aggrotta le sopracciglia.
« Si» annuisco.
« Vai pure a parlargli» mi indica la scala.
La salgo impassibile, arrivando nella camera di Derek, che è proprio come l'avevo vista per la prima volta quasi un mese fa.
Non c'è.
Passo per tutte le stanze, ma di lui nemmeno l'ombra.
Ad un tratto sento dei rumori provenire dal piano superiore e mi ci dirigo alla svelta.
Entro in un'enorme palestra dalle pareti bianche, dove le finestre lasciano spazio al sole.
« Biondina?» domanda qualcuno alle mie spalle.
Mi giro, trovandomi di fronte a Derek tutto sudato e vicino a un sacco da boxe.
« Derek» faccio, dimenticandomi all'istante tutto il discorso che mi ero accuratamente preparata.
« Che ci fai qui?» mi si avvicina.
« Mi ha fatto entrare Chris. Devo parlarti» sentenzio.
Mi scruta attentamente, dalla punta dei capelli alla punta dei piedi.
« Aspetta che mi faccio una doccia» sospira « E comunque hai i collant bucati».
Spalanco gli occhi, abbassando lo sguardo sulle mie gambe, coperte da pesanti collant neri.
Deve esser stato il carillon della nonna, quando mi sono nascosta nell'armadio, penso, vedendo il buco poco sotto alla gonna.
Arrossisco, colta alla sprovvista, incassando la figuraccia.
