Le mele d'oro delle Esperidi

14 2 0
                                    

Eracle partì per la sua nuova impresa raccogliere le mele d'oro dal giardino delle Esperidi ma c'era un problema, un terribile drago velenoso faceva da guardia alle mele d'oro perciò doveva pensare ad un altro modo per completare la fatica.

Durante il viaggio verso il giardino delle Esperidi incontrò Prometeo nel Caucaso legato ad una roccia dove c'era un'aquila che ogni giorno li divorava il fegato e alla sera gli ricresceva per essere sempre divorato.

Il semidio decise di voler liberare il Titano abbattendo l'aquila con una delle sue frecce.

Prometeo per ringraziarlo gli rivelò il sistema per recuperare le mele d'oro doveva recarsi dal Titano Atlante padre delle Esperidi e chiedergli di recuperare i pome per lui.

Eracle lo ringraziò e poi ripartì.

Dopo due giorni di viaggio riuscì a raggiungere raggiunse il luogo dove Atlante reggeva la volta celeste.

L'eroe gli chiese se avesse potuto prendere le mele d'oro dal giardino delle sue figlie e lui accettò, intanto che il Titano recuperava le mele d'oro lui reggeva la sfera celeste.

Atlante tornò con le mele ma gli disse che erano passati troppi anni da quando era libero perciò gli disse che ora doveva sostenere il cielo al posto suo.

Eracle fu ingannato ma lui era astuto e gli disse se poteva sostenere la sfera celeste mentre lui recuperava qualche cuscino per la schiena.

Il Titano glielo concesse e poi l'eroe prese le mele delle Esperidi e ripartì per Micene portando a termine un'altra fatica.

Mitologia greca Where stories live. Discover now