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Il sangue scivolava dalle tegole dorate del palazzo reale, come in una pioggia leggera pronta a depositarsi sul viso di Areum

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Il sangue scivolava dalle tegole dorate del palazzo reale, come in una pioggia leggera pronta a depositarsi sul viso di Areum. Davanti agli occhi della principessa, una montagna di cadaveri si innalzava da terra e, tra di essi, c'era qualcuno di importante. Qualcuno a cui Areum avrebbe voluto dare una degna sepoltura, eppure non riusciva ad avvicinarsi, perché un uomo stava cercando di strozzarla. Il fiato le mancava e l'unica cosa che riuscì a fare fu urlare e svegliarsi da quell'incubo che l'aveva trascinata dentro timori che sperava di aver dimenticato.

«Dier!» urlò la principessa, in modo del tutto istintivo. Hwa si svegliò in fretta e uscì fuori guaendo, alla ricerca del ragazzo che, senza farsi attendere, entrò nella calda gher. Era assonnato e con i capelli scompigliati, tra cui si erano infilati dei sottili ciuffi di erba.

«Areum, che succede?!» le domandò, inginocchiandosi sulle pellicce e avvicinandola a sé.

La ragazza non riusciva a credere che fosse stato così tempestivo. Possibile che dormisse ancora fuori dalla sua tenda, incurante del gelo che si infilava sotto la pelle?

Non poté comunque chiederglielo, era talmente turbata che appoggiò il viso sul suo petto, coperto da un semplice deel nero, e ci si nascose.

«È stato un altro incubo?» le chiese Dier, sfiorandole i capelli con le mani fredde. «Non avere paura, non ti accadrà niente. Ci sono io.»

Areum tirò in su con il naso e incrociò i suoi occhi, dispiaciuta. «Dier... Ti ostini ancora a dormire fuori dalla mia gher, vero?»

Lui sorrise e posò una mano sopra la sua testa, continuando a donarle quelle carezze. Le uniche che riuscissero a farla sentire meglio, quando tutto sembrava crollare. «Sai che mi preoccupo per te, non voglio lasciarti da sola ad affrontare i tuoi sogni. E poi, ho fatto bene, no?»

«No» mugugnò Areum, sopra la sua spalla. «Se continui così finirai per ammalarti!»

«C'è agitazione alla tribù, i falò sono ancora accesi. Credo che mio zio tema un attacco da nord... Non mi ammalerò.» Le spiegò Dier, nel vano tentativo di farla sentire meglio.

Non ci riuscì, Areum aggrottò le sopracciglia e si distaccò da quell'abbraccio. «Dal nord? Com'è possibile? Credevo che i Taigat tenessero sotto controllo l'intero Khusai e...»

«Sì, ma c'è una tribù che sta stranamente ingrossando le sue file. Sono accampati sulla cima del monte Khongor. Mio zio ha notato le fiaccolate dal basso e ha mandato alcuni uomini di ronda... Forse dovrò andare anche io» il tono di Dier si fece veemente e il suo corpo si protese all'indietro, allontanandosi da quello di Areum, ancora bisognoso di conforto.

«Credo che stavolta sia inevitabile... Credo che finirà per nominarti erede, prima o poi» La principessa posò una mano sulla sua, sorridendogli mesta. «Dier khan, suona bene.»

Dier sgranò gli occhi, fissi sulle loro dita intrecciate. «Non dire sciocchezze, non sono portato per il comando e non ambisco nemmeno a tanto. A me basta stare qui, con te e...»

Cieli di Sangue - La nuova dinastiaWhere stories live. Discover now