2.13

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L'ultima cosa che Areum avrebbe voluto, era quella di sentire Dier lontano da lei

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L'ultima cosa che Areum avrebbe voluto, era quella di sentire Dier lontano da lei. Lo osservava da lontano, mentre parlava con uno dei generali del khan riguardo la formazione che avrebbero dovuto assumere durante la guerra. Non la degnava di uno sguardo, come se il solo fatto di conoscerla gli facesse ribrezzo.

Areum si passo le mani fra i lunghi capelli sciolti e si diresse verso la propria tenda. Se Dier non voleva parlarle, non sarebbe andata da lui a implorare perdono. L'aveva già fatto con Yong, e non era servito a niente.

La ragazza entro nella gher e camminò a fianco del tavolo, dove sostavano le sue missive. Hwa dormiva a fianco del piccolo braciere, con la coda colma di peli grigi avvolta intorno al naso, per riparlarlo dal freddo. Areum sorrise e le fece una carezza sul musetto, per poi sospirare.

Aveva inviato quella mattina una missiva al padre, non a Yong. Aveva smesso di scrivere al fratello già da tempo. Eppure, era preoccupata. Da morire. Sentiva una strana sensazione formicolare sul fondo dello stomaco, angoscia, forse.

«Areum» la chiamò una voce femminile, sulla soglia. La giovane si voltò, trovandosi di fronte lo sguardo ferreo di Delger. Aveva un arco dietro la schiena e i capelli intrecciati a numerose piume, azzurre come i suoi abiti turchesi. «Vieni, devo dirti una cosa.»

«Che succede? Siamo stati attaccati?» domandò Areum, lanciando uno sguardo al proprio, di arco.

«No, abbiamo ancor un giorno" Delger scosse la testa e uscì fuori dalla tenda, Areum aggrottò le sopracciglia e si avviò al suo fianco, raggiungendola sotto il sole che andava via via abbassandosi. Quando sarebbe calata la notte, ci sarebbe stato un festeggiamento propiziatorio. Il giorno dopo sarebbe cominciata la battaglia.

«Dunque, qual è il problema?»

«Baylagh, la terza moglie del khan, è una specie di sciamana» mormorò Delger, prendendole un braccio. Era molto più alta di Areum e odorava sempre di mirtilli e lamponi. Amava i frutti rossi. «Una delle mie ancelle è passata vicino la sua gher, l'ha sentita parlare come se fosse in una specie di trance... E le cose che ha udito, erano tremende.»

Areum inspirò a fondo, mentre i Taigat si armavano per la battaglia. Tomur aveva decretato che anche le giovani donne combattessero, avevano bisogno di tutto l'aiuto possibile. «Cos'ha detto quella donna?»

«Che quando la mezzaluna toccherà il centro del Cielo Azzurro, dalle carni dei Taigat fluiranno fiumi di sangue...» mormorò Delger, abbassando il capo, pallida come un cencio.

Areum si umettò le labbra, sentendo la mente piombare nella confusione più nera. «Perché... lo stai dicendo a me?»

«Perché la mia tribù non sarà qui prima di due giorni, e il padre di Ovaal ci raggiungerà alla fine del khurultai. Cadremo se non fai qualcosa» mormorò, nell'istante in cui Tomur fuoriuscì dalla propria tenda per raggiungere Dier.

Cieli di Sangue - La nuova dinastiaWhere stories live. Discover now