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Il sole si stava abbassando, illuminando d'amaranto i tetti rossi delle innumerevoli strutture del palazzo

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Il sole si stava abbassando, illuminando d'amaranto i tetti rossi delle innumerevoli strutture del palazzo. Mi-sun rivolgeva loro sguardi attenti, in attesa di scorgere il mausoleo in cui la famiglia reale era solita a conservare le tavolette ancestrali dei loro morti.

«Kang-shi, sbrigati» lo chiamò la principessa, osservando il figlio intento a cacciare una farfalla. Le dame che Yong le aveva donato tenevano gli occhi fissi su di lui, quasi stessero aspettando il momento adatto per fargli del male. «Kang-shi!»

Il bambino corse verso la madre, seppur appesantito dalle vesti scure che aveva indosso. Mi-sun gli porse la mano e lui la afferrò, sorridendole. «Eomonim, perché noi sbrigarci?»

La principessa si morse il labbro inferiore e poi si incurvò verso il figlio. Era difficile parlargli evitando di essere ascoltata da orecchie sbagliate. «Perché dobbiamo ritrovare la tavoletta ancestrale di tuo padre, prima che faccia sera.»

Mi-sun l'aveva cercata per mesi, senza mai riuscire a trovarla. Si era accorta troppo tardi che la famiglia reale di Kaewang non celebrava i rituali funebri per tutti i caduti e Junoh, ovviamente, era stato estromesso da tali eventi. Non solo ciò rappresentava una grave mancanza di rispetto, ma la mancanza di celebrazioni sarebbe potuto diventare un problema in futuro. Lo spirito di Junoh non sarebbe potuto ascendere, rischiando di restare bloccato fra il mondo dei vivi e quello dei morti.

E Mi-sun voleva che il suo amato avesse riposo almeno nella morte.

Kang-shi aggrottò le sopracciglia e cercò di stare al passo, le sue guance paffute erano rosse dalla fatica. «Perché mio padre dentro tavoletta? Credevo fosse uomo che ci viene a trovare qualche volta!»

Mi-sun si fermò a metà del sentiero costeggiato da grandi aiuole di fiori bianchi, e soffoco un lamento di furia. Strinse così i pugni sotto le maniche rosee del suo abito, prima di riprendere a camminare. Stava cercando di mettere quanta più distanza tra lei e le dame di Yong.

«No, quell'uomo non è tuo padre, ma un maiale della peggior specie. Tuo padre, quello vero, non c'è più, Kang-shi, quella tavoletta è il ricordo che ha lasciato per noi.»

«Ma... io voglio conoscerlo!» esclamò il bambino, saltando in segno di protesta. «Deve sapere che io bravo!»

Mi-sun posò le mani sulle spalle del figlio per fermarlo dall'avanzare. Il vento gelido della sera agitò i capelli che le ricadevano sulle spalle, e si gettavano fin sui fianchi. «Quando sarai più grande, ti spiegherò ogni cosa.»

Kang-shi cinse la stretta vita della madre con le braccia e appoggiò il viso contro la fascia che le teneva insieme le vesti. Doveva essersi intristito. «Sì, eomonim...»

La giovane gettò fuori un sospiro, certo gli dispiaceva lasciare il figlio nell'ignoranza, ma non poteva permettere che la sua ingenuità venisse macchiata dalla rabbia che ormai aveva ricoperto ogni singola goccia del suo sangue. Quando sarebbe diventato un uomo, gli avrebbe raccontato la verità, fino ad allora, solo il silenzio le avrebbe fatto compagnia.

Cieli di Sangue - La nuova dinastiaWhere stories live. Discover now