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Il palazzo di Sunju era spaccato in due dallo scorrere di un fiume limpido, sopra cui erano adagiate lanterne di loto

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Il palazzo di Sunju era spaccato in due
dallo scorrere di un fiume limpido, sopra cui erano adagiate lanterne di loto. Due corridoi all'aperto, percorsi da tegole rosse, ingabbiavano il torrente, che si allungava verso luoghi che Mi-sun non conosceva.

Dopo ciò che aveva visto, dopo l'orrore di cui era stata testimone, la principessa aveva liberato delle lacrime che non le avevano permesso di tornare da Kang-shi. Cosa avrebbe detto a suo figlio, quando lui l'avrebbe vista versare in quelle condizioni? Non poteva dargli altri dispiaceri, non dopo quello che avevano passato.

Dunque, Mi-sun si inginocchiò sulla sponda artificiale del lago. Era marmorea, bianca come il lutto che presto avrebbe portato. Le gonne di un blu intenso ci si posarono sopra quasi fossero petali di un fiore sull'erba, e i pendagli dorati tintinnarono quando le spalle cominciarono a tremare, a causa di nuovi singhiozzi.

Solo in quel momento, Mi-sun realizzò di essere orfana, semplicemente orfana. Non aveva avuto modo di rivolgere la parola ai suoi genitori, prima che la lasciassero, perché era arrivata troppo tardi. Ciò che le rimaneva era solo un ricordo vago delle loro voci, che non avrebbe mai più potuto ascoltare.

«Quando eri una bambina, e ti sentivi triste, ti trovavo sempre qui» la voce di Shin, alle sue spalle, la costrinse a placare ogni gemito. «Perciò mi chiedo se tu sia venuta al Lago delle Stelle per via della tristezza.»

Mi-sun si voltò lentamente, e osservò il fratello stagliarsi a pochi passi da lei, avvolto in un lungo abito celeste che gli nascondeva i piedi. Il suo viso era contratto in una maschera di serietà, mentre tra le dita stringeva una lanterna di carta che non si sforzava neanche di nascondere.

«Non sono triste» si lamentò Mi-sun, posando una mano sulla sponda. Ci batté sopra il palmo un paio di volte, in modo assente, chiedendo al fratello di raggiungerla. «Sono disperata...»

«Disperata?» le domandò Shin, inginocchiandosi accanto a lei. Le prese il braccio, notando solo allora le macchie di sangue che le avevano imbrattato le maniche larghe. «Mi-sun, cosa ti è accaduto?»

La principessa osservò il sangue di suo padre sulle vesti e chiuse gli occhi, ricordando ciò che stava cercando con ogni forza di dimenticare. «Song... Ha fatto una cosa terribile. E l'ha fatta davanti ai miei occhi.»

Shin passò le dita sulle sue, preoccupato. «Dimmi che cosa.»

Mi-sun parlò non prima di essersi guardata attorno, voleva assicurarsi che non ci fosse nessuno nei paraggi, se non qualche servitore appostato sotto i portici, troppo lontano per poterli udire.

La principessa si avvicinò dunque all'orecchio fratello e sussurrò quel segreto che aveva urgente necessità di condividere. Sapeva che Shin non l'avrebbe tradita. «Song... ha ucciso nostro padre.»

Un peso sembrò volare via dalle spalle di Mi-sun, per appoggiarsi su quelle del terzo principe. Il fratello si irrigidì e lasciò la sua mano, come se avesse paura di insozzarsi con del sangue reale, che non avrebbe mai osato versare.

Cieli di Sangue - La nuova dinastiaWhere stories live. Discover now