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Il giorno del funerale era giunto, portando con sé una scia di cordoglio difficile da estirpare

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Il giorno del funerale era giunto, portando con sé una scia di cordoglio difficile da estirpare.

Song non sentiva il bisogno di piangere. Era totalmente insensibile, avvolto nelle sue vesti bianche, con gli occhi fissi sul piedistallo circolare sopra cui era stata sistemata una pira a mo' di altare. Il cadavere del padre era stato adagiato sopra di essa, l'uomo vestiva i suoi abiti migliori ma era stato privato della corona reale.

Ministri, funzionari, generali, servi ed eunuchi erano accorsi nel giardino dove il rituale d'addio sarebbe stato consumato, ognuno di loro piangeva la morte del re, versando lacrime false.

Song si morse le labbra per non sfoggiare un sorriso di vittoria, sentendo la leggera pressione di una ciocca castana, sfuggita alla crocchia sopra la testa, dargli fastidio. Il principe lanciò dunque uno sguardo alla sorella, che non sembrava mostrare falsa disperazione. Mi-sun non aveva fatto altro che piangere e singhiozzare, con le mani premute all'altezza del naso e della bocca, come a voler contenere i gemiti. Shin, invece, era rimasto a sguardo basso, silenzioso come al solito, non aveva fatto nulla per farsi notare, mentre Eunji non aveva emesso neanche un singhiozzo. Il secondo principe osservava con impazienza il cadavere del padre, scomodo e a disagio in un colore che non aveva mai indossato: il bianco.

Lo sciamano che era stato chiamato per officiare la cerimonia continuava a battere la spada contro uno scudo intorno alla pira del padre, di fronte cui si innalzava un tavolo colmo di ciotole contenenti della frutta e del riso, pasti che lo avrebbero accompagnato nell'aldilà.

Song osservò il rito concludersi e il folle uomo gettare al suolo le armi, per poi rivolgersi a lui, a Mi-sun, a Shin e a Eunji. Gli altri principi si irrigidirono nel sentirsi ignorati, e Song si morse la lingua, senza comprendere il motivo per cui i suoi fratelli, figli di una miserabile concubina, dovessero farsi avanti insieme a lui a Mi-sun.

Il principe ereditario lasciò correre e afferrò una delle quattro fiaccole che gli aiutanti dello sciamano gli consegnarono. Insieme ai suoi consanguinei, si avvicinò a un lato della pira, e, dopo aver pronunciato una breve preghiera di buon viaggio, lasciò che il fuoco divorasse il legno e, con esso, anche le spoglie mortali del re.

Mi-sun fu la prima ad allontanarsi, con le larghe gonne che frusciavano sul piedistallo dorato e i capelli pesanti di pendagli che le impedivano di tenere il viso sollevato. Prima di riunirsi al corteo funebre, la ragazza si inchinò per l'ultima volta di fronte al padre, e così fecero anche Shin ed Eunji, ma non Song. No, lui era stufo di dover fingere, era saturo di quella tristezza che continuava a ostentare nel tentativo di rendere veritiera la sua sofferenza.

Il principe ereditario aveva altro a cui pensare, così, prima che i fratelli potessero tornare a prendere posto tra le fila della corte, Song li richiamò. Doveva smetterla di temporeggiare. «Fratelli, vorrei annunciarvi qualcosa. Qualcosa che non potrebbe essere rimandata a un altro momento, vista la situazione disperata in cui ci troviamo.»

Cieli di Sangue - La nuova dinastiaWhere stories live. Discover now