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Song sbatté un pugno sul tavolo e, spazientito, si sollevò dal cuscino, per poi mettersi a camminare lungo l'ampio studio del palazzo orientale

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Song sbatté un pugno sul tavolo e, spazientito, si sollevò dal cuscino, per poi mettersi a camminare lungo l'ampio studio del palazzo orientale. Alle pareti c'erano scaffali pieni di libri e pergamene, mentre dalle finestre ampie si innalzavano tende sottili che facevano trapelare i raggi del sole morente fin dentro la sala, riempiendola dei colori del sangue.

«Daegun mama» lo richiamò un eunuco, fermo sulla soglia delle grandi porte rosse. Il servo si inchinò con le mani intrecciate di fronte al petto. «La prima principessa è arrivata.»

Song lasciò ciondolare le braccia lungo i fianchi. Lui e Mi-sun non si rivolgevano parola da anni e l'aveva invitata, quel giorno, per averla di nuovo al proprio fianco.

«La raggiungo subito» replicò il principe, avviandosi oltre le porte e scendendo i grossi gradini bianchi, che lo avrebbero condotto al giardino. Tra le aiuole di peonie, il principe ereditario notò le proprie figlie raccolte innanzi un bambino, che si nascondeva intimidito contro le gonne blu di Mi-sun.

Doveva essere il figlio illegittimo con cui era tornata.

Song raggiunse la sorella con poche falcate e si fece spazio tra le figlie. «Bambine, tornate al palazzo di vostra madre, avrete tempo per giocare con vostro cugino durante i pomeriggi.»

Le piccole si inchinarono elegantemente al padre, prima di disperdersi lungo il giardino. Mi-sun le guardò per un istante, con un sorriso soddisfatto sul viso rotondo. La sua bellezza era mutata, era quella di una donna, non più quella di una ragazzina frivola. Aveva raccolto i lunghi capelli castani in una crocchia e ornato il capo con un diadema colmo di perle dorate. Un lungo abito blu notte scivolava lungo il suo corpo minuto, stretto in vita da una cinta dello stesso colore delle perle. 

«Orabeoni» lo appellò lei, inchinandosi. Il bambino non si distaccò dalle sue gonne, pareva essersi spaventato. «Sono felice di rivederti. Voglio presentarti mio figlio.»

Il principino lasciò a stento la seta della madre e si inchinò, mugugnando poche parole a bassa voce. «Io sono Kang-shi, principe di Sunju...»

«E sei rimasto intimorito dall'assalto delle mie figlie?» domandò Song, sorridendo senza doppi fini. Il bambino annuì e si nascose di nuovo dietro la madre. «Loro non hanno mai visto un principe della loro stessa età, sono certo che vi troverete bene insieme.»

Mi-sun scosse la testa, due ciocche le incorniciavano il viso tondo e pallido. «Non penso che Kang-shi avrà tempo di giocare, deve essere istruito, perché nella prigione in cui abitavamo prima non glielo permettevano.»

«A tal proposito, so che sei fuggita da Kaewang» le disse Song, incamminandosi con lei oltre il proprio palazzo. Due eunuchi vennero loro dietro, insieme a Su-jin, la dama di compagnia di Mi-sun. «Tuo marito non ti considerava, dunque hai avuto un figlio illegittimo con un uomo che non fa più parte di questo mondo.»

Cieli di Sangue - La nuova dinastiaWhere stories live. Discover now