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Yong osservava placido la capitale della contea, Xuliang, ardere vivace dei colori della festa

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Yong osservava placido la capitale della contea, Xuliang, ardere vivace dei colori della festa. Vi erano veri e propri carri fatti di lanterne, impilati l'una sopra l'altra, che brillavano di luce soffusa nell'oscurità della notte. Bande musicali che allietavano la serata, e cortei di giovani sacerdotesse che innalzavano bastoncini di incenso verso il cielo.

«La festa del Riflesso Solare è una delle più sentite qui a Qiong» gli spiegò Shu Lien, posando dei bocconcini di carne e germogli di loto nella sua ciotola. Yong e la famiglia Lu stavano consumando la cena in uno dei padiglioni più in vista della città, sulla terrazza dedicata alle famiglie facoltose. «Molto tempo fa si credeva che se non si fosse festeggiato con abbastanza grandiosità, i Cieli si sarebbero oscurati. Io e Dalang restavamo sempre svegli, timorosi di non vedere più la luce.»

Dalang soffocò una risata, seduto composto accanto alla madre, la principessa Tae-ri. Yong aveva avuto modo di ritrovare molto di suo padre, in lei. Entrambi avevano ereditato entrambi gli occhi sottili tipici di suo nonno, il precedente re di Kaewang.

«Eravamo due bambini ingenui, jiejie» asserì Dalang, versandosi del profumato vino di riso in una ciotola di porcellana. Vestito com'era, con una casacca bianca orlata di blu, sembrava davvero un nobile. «Nostro padre era anche solito a rimproverarci.»

«C'era qualcosa per cui il nostro caro padre non ci rimproverasse?» domando Shu Lien, perdendo istintivamente la risata. Yong se ne accorse e posò una mano sulla gonna del suo abito, tirandolo appena. Lei puntò gli occhi verso nei suoi e Yong le strizzò un occhio, come a farle coraggio.

Yan Kai, però, mandò giù il proprio riso e si voltò a fissare la figlia, con un sopracciglio inarcato e la casacca viola increspata a causa del sottile vento proveniente da est. «Grazie ai miei rimproveri siete cresciuti esattamente come desideravo: coraggiosa, intelligenti e rispettosi. Sono le qualità che un buon figlio dovrebbe avere.»

«E che i nostri figli posseggono» tagliò corto Tae-ri, che era solita a portare i capelli sciolti, con delle sottili trecce che si mischiavano alle ciocche libere. Ogni volta che la guarda, Yong pensava a quanto le radici di Kaewang fossero rimaste radicate, in lei. Quando Tae-ri sollevò lo sguardo, il principe lo abbassò, sentendosi intimorito. La donna, però, rise. «So che anche il principe Yong è filiale nei confronti dei suoi genitori. Più della sua gemella.»

Yong aggrottò le sopracciglia, senza osare toccare la carne per masticare i germogli. Odiava essere comparato ad Areum. «Ho dei doveri nei confronti dei miei genitori, mia signora, e li rispetto. I sovrani si aspettano molto da me.»

«E dimmi, quando questa tua arguzia verrà ricompensata?» gli chiese Yan Kai, diretto come al solito.

Yong avrebbe voluto prendere il vino e versarglielo addosso, ma il suono fischiate dei flauti e quello roboante delle percussioni lo riportarono alla realtà. «Mio padre non ha avuto tempo di pensare a nominare un principe ereditario, o una principessa, si è ammalato.»

Cieli di Sangue - La nuova dinastiaWhere stories live. Discover now