2.20

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Shin teneva lo sguardo fisso sul lungo rotolo di bambù, senza badare alla presenza ingombrante di Koryen

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Shin teneva lo sguardo fisso sul lungo rotolo di bambù, senza badare alla presenza ingombrante di Koryen. Erano giorni che non chiudeva occhio, da quando Song aveva annunciato di sposare la principessa di Kaewang. Da che aveva saputo, la regina reggente e il principe ereditario avevano accettato la proposta. Era tutta questione di tempo.

«Shin, mi ascolti?» gli domandò Koryen, con fare seccato. La donna chiuse il ventaglio e lo poggiò con forza sul tavolo, facendo traballare le fiamme sulle candele. «Sono venuta qui per fare ammenda, ma a te non sembra importare. Voglio avere un marito, non una marionetta, accanto a me.»

Il terzo principe passò una mano sulla fronte, scacciando inutilmente tutta la pesantezza che lo comprimeva. Aveva già dovuto bere il tè con lei, che altro desiderava?

«Perdonami, Koryen, ma le questioni a corte si sono fatte complicate, perciò non riesco a pensare ad altro.»

Non amava essere scortese, o scontroso, poiché conosceva le conseguenze di simili comportamenti, ma quella donna riusciva a scuotere anche un tentativo di pace.

Koryen si alzò sbuffando e posò le mani sui fianchi. «Almeno preoccupati di farmi qualche regalo. Voglio capire se tieni a me o meno, perché pare proprio che tu...» per fortuna, non ebbe modo di continuare, che Yuki fu annunciata ed entrò nella stanza con il volto adombrato dalla preoccupazione. «Oh, è arrivata la favorita. Chi ti ha fatta entrare?»

«Koryen» borbottò Shin, sollevando il viso verso di lei. «Se desideri dei doni, li avrai. Manderò un sarto reale che ti creerà gli abiti più belli di tutta Sunju.» Sospirò, fissando poi Yuki con più dolcezza. «La mia concubina può entrare ogni volta che ne sente la necessità.»

Koryen strappò dal tavolo il ventaglio, ignorando l'inchino che Yuki le rivolse. «Abiti, ma per favore...» brontolò, velenosa, per poi uscire a passo svelto.

Yuki la guardò turbata, ma non vi badò, sembrava preoccupata di questioni più impellenti. Si inginocchiò accanto a Shin, porgendogli una pergamena. «Shin, è appena arrivata una lettera... di sangue.»

Ben felice che Koryen fosse andata via, Shin non lo fu nel vedere una tale missiva. La raccolse tra le mani e la scartò, leggendone il contenuto. Gli occhi tremarono per un attimo. Ogni ideogramma era davvero stato scritto con il sangue, faceva apparire il tutto più macabro di quanto già non fosse.

«Si tratta di Mi-sun...»

«Le è capitato qualcosa di grave?» gli domandò Yuki, posando una mano sul suo braccio.

«Mi-sun si trova in una situazione difficile» le passò la lettera affinché la visionasse, in quei quattro anni Yuki era stata istruita a corte imparando sia a scrivere che a leggere. «Dovrò mandarle alcuni dei miei uomini per riportarla qui.»

Yuki serrò le labbra al solo decifrare quegli ideogrammi, rossi e al contempo eleganti. «Pensi che sia una buona idea? Da Kaewang non sono giunte notizie riguardo la condizione della principessa...»

Cieli di Sangue - La nuova dinastiaWhere stories live. Discover now