Capitolo 7

618 55 1
                                    


"tuo fratello è a casa" era quel messaggio che Julian stava fissando da minuti a metà strada verso gli spogliatoi: in che senso Kenan era a casa? Non poteva essere vero anche perché non c'era una ragione plausibile per la quale Kenan fosse tornato: aveva una vita perfetta a Liverpool.

-ehi- Julian alzò lo sguardo azzurro per incrociare quello grigio di Brendon che lo stava osservando preoccupato -tutto bene?- gli domandò il castano.

-si, me ne stavo andando- rispose velocemente Julian riponendo il telefono nella tasca dei pantaloni della sua tuta per poi dirigersi verso gli spogliatoi.

-senti che ne dici di andare a prenderci un...-

-no- rispose secco Julian -Brendon lo sai che sto con Dren-

-...un caffè da amici- concluse la sua frase Brendon sospirando -e comunque tu e Dren non siete nuovamente in pausa?-

-e anche se fosse ciò non ti da il diritto di continuare a chiedermi di uscire ogni qual volta io e Dren litighiamo. Ti ho già detto che non mi piaci-

-non ti sto proponendo un appuntamento, non più visto quanto sei cocciuto e con i prosciutti sugli occhi- ringhiò Brendon: Julian era davvero bello ma sembrava non vedere e capire quello che gli succedeva intorno -volevo solo fare una chiacchierata con te da amici-

-come no- sbuffò Julian -non voglio che il mio ragazzo pensi che ti sto dando campo libero-

-come vuoi tu- ringhiò Brendon guardandolo malissimo e tornando a sistemare i pesi che la gente utilizzava ma non rimetteva mai al loro posto. Julian sospirò pesantemente prima di fiondarsi nella doccia dello spogliatoio ringraziando di portarsi sempre un cambio dietro. Almeno li era più veloce con la doccia e infatti dieci minuti dopo era già fuori dalla palestra diretto a casa nonostante i suoi capelli fossero ancora bagnati. Non voleva mangiare una pizza fredda e preferiva di gran lunga avere dolori il giorno dopo per problemi alla cervicale per via dei suoi capelli bagnati. Suo padre avrebbe di sicuro avuto da ridire ma a lui non importava.

In un quarto d'ora riuscì ad arrivare a casa e non sapendo ancora come comportarsi con il fratello appena arrivato aprì la porta.

-finalmente! I capelli Jul- sentì dire a suo padre e il ragazzo notò come l'uomo lo stesse aspettando in soggiorno.

-se mi fossi asciugato i capelli sarei arrivato molto più tardi- borbottò Julian -dovevi avvisarmi prima della pizza- aggiunse lasciando il borsone davanti alla porta, lo avrebbe sistemato dopo.

-non ci ho pensato, ero intento a capire come organizzare la casa- rispose a sua volta Robert facendo un respiro profondo e alzandosi -andiamo altrimenti le pizze diventano veramente fr...-

-JUL- l'urlo di Kenan Julian lo avvertì chiaramente e altrettanto chiaramente vide scendere le scale il fratello, che se possibile era anche più bello rispetto alle foto, e buttargli le braccia al collo -da quanto tempo- gli sussurrò in un orecchio Kenan continuando a tenerlo stretto mentre Julian era rimasto completamente immobile. Aveva pensato per un attimo fosse solo uno scherzo del padre quel messaggio e invece ecco che si trovava Kenan Harper veramente in casa.

-su ragazzi andiamo a mangiare- sorrise Robert a quella scena e Kenan si staccò finalmente dal fratello andando verso la cucina dove Bea stava già mangiando le patatine.

-Jul- sorrise la bambina e Julian non riuscì a non sorriderle di rimando lasciandole un bacio sulla fronte per poi sedersi al suo posto che era perfettamente difronte a Kenan.

-Julian i capelli, se vuoi tenerli lunghi fino alle spalle con i problemi che hai alla cervicale almeno quando fa freddo dovresti asciugarteli- gli disse Corinne sospirando.

-non avevo tempo di asciugarli- rispose sinceramente Julian -che ci fai qui?- domandò poi in direzione del fratello.

-la mamma mi ha spedito qui per punizione- ridacchiò Kenan sistemando meglio il cartone con la sua pizza.

-per quanto?-

-un anno- e a quella risposta Julian sgranò gli occhi.

-riuscirai a resistere un anno qui? Non credo proprio- borbottò ricevendo un'occhiataccia dal padre ma non ci diede molto peso: per poche settimane andava anche bene ma riavere suo fratello li per un intero anno non gli andava minimamente a genio.

-certo che si- sorrise Kenan -mamma crede che sia una punizione mentre per me non lo è- continuò convinto il minore staccando il primo pezzo e mordendolo con calma. Gli era mancata da morire la pizza anche perché a Liverpool erano rare le volte che sua madre gli permetteva di mangiarla continuando a dire che mangiare anche solo una volta al mese la pizza poteva portarlo a farlo ingrassare e addio carriera da modello, come se a lui importasse veramente quella carriera.

-capisco-

-condividerete nuovamente la camera- aggiunse Robert e Julian annuì, era la prima cosa alla quale aveva pensato.

-cosa fai adesso?- cambiò velocemente discorso Kenan sorridendo al fratello -sono quattordici anni che non ci sentiamo-

-chissà perché- brontolò Julian e Kenan corrucciò la fronte non capendo il perché di quell'affermazione visto che era stato proprio il maggiore a rompere tutti i legami anni prima -studio geologia- rispose poi alla domanda -non avrai problemi con il tuo lavoro visto che sei qui?-

-mi sono preso una pausa che mi serviva veramente. Recito e faccio il modello da dieci anni ormai e avevo bisogno di staccare- sorrise ancora Kenan.

-contento tu- borbottò Julian per poi concentrarsi completamente sulla sua pizza e poco intenzionato a continuare la conversazione con il fratello. Sperava in qualche modo che Kenan si stancasse presto di quel posto e tornasse a Liverpool velocemente. Ormai entrambi erano due estranei e vivere nella stessa casa non avrebbe portato a nulla di buono non contando anche il fatto che letteralmente l'intero campus universitario andava dietro a suo fratello e la sua presenza li non era delle migliori. -non ti iscriverai all'università vero?- domandò poi preoccupato di trovarsi Kenan al campus.

-no, non sono fatto per quello studio- rispose sinceramente Kenan che in realtà voleva solamente trovare un luogo dove poter lavorare ai suoi gioielli in santa pace e senza essere spiato da nessuno. Il campus universitario del fratello poi era l'ultimo luogo nel quale voleva farsi vedere.

Ritorno alla normalitàWhere stories live. Discover now