Capitolo 14

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Kenan entrò in casa cercando di fare il minimo rumore possibile. La sera precedente si era letteralmente addormentato sul divano della casa di Velson senza nemmeno accorgersene dopo aver finito la pizza ed essere rimasto a lamentarsi dei suoi problemi con il castano. Non era ancora certo del tutto che l'altro non volesse usare quelle parole per ricattarlo, proprio come aveva fatto la sera prima per farlo cenare con lui, ma era stato felice di potersi sfogare. Quella mattina si era svegliato solo e soltanto perché aveva sentito un forte odore di caffè e si era trovato ad osservare proprio Velson a fare colazione con una tazza di caffè. Ovviamente il castano si era scusato per averlo svegliato ma Kenan aveva scosso la testa anche perché doveva tornare a casa.

-ohi dov'eri?- Kenan alzò lo sguardo maledicendo mentalmente suo padre per svegliarsi sempre presto la mattina: erano letteralmente le otto di sabato mattina e l'uomo era già sveglio con le braccia incrociate scrutandolo come se dovesse rimproverarlo da un momento all'altro.

-ero uscito- sussurrò Kenan -sta tranquillo papà nessuno mi ha riconosciuto-

-non mi preoccupo per quello, mi preoccupo per te tesoro. Passare la notte fiori completamente da solo non è una buona cosa-

-non ero da solo, sono stato a casa di un amico- mentì Kenan. Non voleva farlo e non credeva di poter considerare veramente Velson un amico ma non voleva far preoccupare il padre più del dovuto.

-amico?-

-già, è un bravo ragazzo non devi preoccuparti- confermò ancora Kenan -ho bisogno di farmi una doccia veloce e cambiarmi perché ho dormito con questi vestiti- spiegò il moro e il padre lo lasciò andare al piano superiore mentre lui si dirigeva in cucina per poter preparare la colazione per quella mattina.

Kenan ringraziò davvero tanto che ci fossero ben due bagni in quella casa e si rintanò in quello del piano inferiore dopo aver preso i suoi vestiti dalla sua camera cercando di non svegliare Julian. Venti minuti dopo era già fuori dalla doccia e si stava lasciando asciugare i capelli all'area mentre osservare il padre spostare in continuazione la torta e i vari dolci che l'uomo aveva comprato sulla tavola.

-papà lascia stare tutto così, sta bene- si decise a dire alla fine e Robert sbuffò.

-deve essere perfetto o...-

-è perfetto così com'è- confermò ancora il ragazzo proprio nel momento in cui Julian entrava in cucina e li osservava con ancora la faccia assonata.

-tu da dove sbuchi- furono le prime parole che il maggiore disse a Kenan -sono certo che non sei entrato in camera-

-ho dormito fuori questa notte- spiegò al fratello Kenan sorpreso in parte dal fatto che l'altro si fosse accorto della sua assenza. Era certo che Julian non lo volesse tra i piedi e che di certo non gli stesse minimamente prestando attenzione.

-lo sapevo- borbottò Julian alzando gli occhi al cielo -ti da così tanto fastidio dormire nella camera con me che cerchi le scuse per avere la tua suite privata- ringhiò poi il maggiore mentre Kenan lo guardava con occhi sgranati.

-è stato un caso, non mi da fastidio dormire nella tua stessa camera- sbottò Kenan cercando di non far pensare al padre male di lui anche perché non aveva nemmeno dormito su un letto quella sera e tutto quell'odio che stava ricevendo gratis non gli piaceva per niente.

-certo. È una settimana ormai che non dormi più qui- gli fece notare Julian incrociando le braccia al petto.

-ti ripeto che è stato un caso e di certo non sono andato a prendermi una suite per dormire da solo. Ti ripeto Jul che non mi da minimamente fastidio dormire nella tua stessa camera-

-ragazzi basta litigare- intervenne prontamente Robert capendo dallo sguardo che aveva messo su Julian che non aveva minimamente intenzione di darla vinta al fratello.

-mente-

-Julian- lo richiamò nuovamente Robert -cercate di non litigare per stupidaggini come questa va bene?- e Kenan annuì alle parole del padre felice che fosse intervenuto per bloccare Julian. Cosa diamine aveva fatto di male al fratello per ricevere quelle critiche da parte sua? Non credeva di essersi mai comportato come la madre in quelle settimane che era stato li e davvero non riusciva a capacitarsi del fatto che Julian lo ritenesse uno che si credeva superiore agli altri tanto da non voler dormire nella stessa camera del fratello. -Kenan se non stai bene nella camera con tuo fratello possiamo...-

-non è quello il motivo! Veramente ho avuto dei contrattempi e non sono riuscito a tornare per la notte- lo bloccò velocemente Kenan -se Julian ha problemi con la mia presenza posso spostarmi sul divano- aggiunse poi mordendosi il labbro inferiore -tanto ci ho dormito questa sera su e non sembra scomodo- continuò a bassissima voce tanto che Robert credette di aver capito male le parole del suo secondo figlio mentre Julian non aveva minimamente prestato attenzione alle parole del fratello.

-okay- sussurrò alla fine Robert anche perché aveva chiaramente sentito altri passi nel soggiorno e sorrise quando vide Bea entrare in cucina con la faccia fin troppo pimpante per una bambina che si era appena svegliata -buongiorno tesoro-

-torta- sorrise invece Bea notando proprio la torta sul tavolo e andandosi a sedere vicino a Kenan con gli occhi che le brillavano: non vedeva l'ora di mangiare quella torta.

-ti piacciono tanto le torte?- le domandò Kenan curioso di conoscere meglio quella che a tutti gli effetti era la sua sorellina. La bambina infatti passava la maggior parte del suo tempo a scuola e non aveva avuto in quei giorni tanto modo di parlarle.

-le torte sono buonissime- confermò Beatrice sorridendo a Kenan -a te non piacciono?-

-piacciono anche a me- sorrise il moro il tutto sotto lo sguardo attento e soprattutto contento di Robert.

-buongiorno...Robert ti ho detto mille volte che non devi comprare un'intera pasticceria!- fece il suo ingresso in cucina Corinne e Robert le sorrise prima di baciarla sulle labbra per augurarle buon compleanno.

Ritorno alla normalitàWhere stories live. Discover now