Capitolo 37

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-dove stai andando così tanto ben aggiustato?- domandò curioso Mikel vedendo il cugino uscire dallo spogliatoio della palestra non solo ben vestito e con anche un buon profumo addosso.

-esco- sussurrò Brendon.

-ah si? E con chi?-

-Julian- sussurrò ancora il castano e vide lo sguardo sorpreso del cugino dopo aver sentito quel nome.

-glielo hai chiesto tu anche se...-

-me lo ha chiesto lui solo perché non vuole fare il terzo incomodo. Esce con il suo amico e il suo ragazzo e mi ha chiesto supporto- spiegò con calma Brendon passandosi una mano tra i capelli.

-e io che credevo che finalmente avesse capito quello che stava perdendo nel non uscire con te. Divertiti comunque e cerca di farlo cadere ai tuoi piedi-

-non credo che lo farò, mi godrò semplicemente la serata- lo salutò a sua volta Brendon per poi dirigersi con calma all'appuntamento che era stato fissato in uno dei locali non in centro cosa che lo aveva un po' stranito ma non gli dispiaceva nemmeno tanto almeno avrebbero potuto avere un po' di privacy. Quando finalmente raggiunse il locale che gli aveva segnato Julian si guardò intorno in cerca del moro senza però trovarlo. Osservò poi attentamente l'unico tavolo occupato e oltre al ragazzo moro con degli occhiali da sole sugli occhi, cosa molto strana visto che di sole non c'era quasi più traccia, e un ragazzo castano che solo dopo molto riconobbe come Velson. Il migliore amico di Julian lo aveva visto solo poche volte e per quel motivo ci aveva messo di più a riconoscerlo.

-ciao- salutò avvicinandosi ai due e subito Velson gli sorrise.

-ma salve- rispose proprio lui -Jul non è in ritardo semplicemente è dentro ad ordinare- aggiunse indicando con la testa l'interno del locale e Brendon fece lo stesso notando la figura di spalle di Julian che stava parlando con uno dei camerieri.

-non è in ritardo solo perché l'ho trascinato io fuori di casa- borbottò Kenan che era letteralmente tornato a casa per tirare fuori dalla camera Julian, camera nella quale il ragazzo si era nascosto per paura di quell'incontro.

-tu puoi anche toglierteli gli occhiali adesso lo sai vero?- disse Velson al suo ragazzo che sbuffò.

-prima ci hanno seguito per due isolati prima di lasciar stare e visto che il coglione vuole stare fuori li tengo per sicurezza- spiegò Kenan che però iniziava a non vedere più niente e malediceva il fratello seriamente per aver scelto di restare fuori.

-non ha funzionato la tua solita strategia?-

-secondo te?- borbottò Kenan per poi sbuffare e alzarsi gli occhiali sulla testa visto che non vedeva più niente. Fu osservandolo finalmente per bene che Brendon sgranò gli occhi.

-aspetta ma...-

-si è lui- lo bloccò Velson ridacchiando per la reazione di Brendon -solitamente la gente è scema e crede al suo "gli assomiglio solo" ma quelli di oggi dovevano essere davvero ostinati per seguirvi per così tanto tempo- e fu così anche che Brendon finalmente comprese il "mi fido solo di te" di quel pomeriggio detto da Julian.

-non mi aspettavo una cosa del genere sinceramente- riuscì a dire dopo un po' Brendon sorridendo leggermente proprio nell'esatto momento in cui Julian tornava da loro con una ciotola di patatine e una di taralli.

-ciao- la salutò Julian con un sorriso sulle labbra e sedendosi al suo fianco -non sapevo cosa prenderti quindi fra un po' arriverà il cameriere per le altre ordinazioni-

-avrei mangiato tutto non preoccuparti- sorrise Brendon per poi scrutare attentamente Julian che era seduto accanto a Kenan Harper.

-ho qualcosa in faccia?- domandò Julian preoccupato e sperando soprattutto che il castano non sentisse il suo cuore battere all'impazzata.

-credo solo che stia cercando di capire perché voi due siate così tanto simili- ridacchiò Velson capendo a pieno quello che stava pensando Brendon.

-si nota così tanto?- domandò confuso Brendon che non credeva di essere stato davvero così tanto palese con il suo sguardo.

-no, solo ti capisco- spiegò Velson -sai quei due sono fratelli-

-eh?-

-si è il mio fratellino- confermò Julian indicando con la testa Kenan mentre prendeva una patatina per mangiarla con calma. -diciamo che solo la mia famiglia e Velson lo sanno. Adesso anche tu- continuò una volta finito di masticare -non mi piace mettere i manifesti in giro-

-anche perché io non voglio avere gente che mi insegue come poco fa- confermò a sua volta Kenan che aveva notato lo sguardo con il quale Brendon stava osservando Julian: il castano era follemente innamorato di suo fratello nonostante stesse provando a far in modo di non farsi scoprire da loro.

-immagino non sia per niente semplice girare per una città con il terrore di essere riconosciuto e seguito-

-a Liverpool era peggio- disse Julian sospirando -gli ho letteralmente dare la mia felpa per nascondergli il volto altrimenti ci avrebbero fermato di sicuro in aeroporto-

-non mi hai dato il tempo di fare niente! Mi ha letteralmente trascinato in aeroporto- gli ricordò con il sorriso sulle labbra Kenan -se solo avessi avuto un po' di tempo potevo anche trovare da solo un modo per non far scoprire la mia identità- borbottò Kenan nel mentre che venivano raggiunti da uno dei camerieri che dovevano prendere le loro ordinazioni.

-dovrò farmi davvero tanta palestra per tutto questo cibo- borbottò Brendon dopo che ebbero finito di ordinare -e anche smettere di bere così tanto-

-andiamo per una volta che ti prendi la birra- borbottò Julian.

-diciamo che non è proprio una volta...sto esagerando in questo periodo- sussurrò Brendon storcendo la bocca ma almeno in quel momento non stava bevendo perché era triste ma perché era in compagnia.

-allora la prossima volta usciamo per un caffè, almeno quello lo puoi bere senza problemi no?- ridacchiò Julian e Brendon rimase sorpreso dalla sue parole perché non si era mai aspettato quel "la prossima volta", non credeva ci sarebbe stata una prossima volta ma non l'avrebbe rifiutata.

Ritorno alla normalitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora