Capitolo 29

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-mi hai sentito?- ringhiò Mary osservando furiosa il figlio che la stava osservando seduto scompostamente sul divano del loro salotto.

-perché proprio oggi?- domandò invece Kenan che l'unica cosa che voleva fare in quel momento era buttarsi sul letto e non fare niente. Era quello che ormai faceva ogni qual volta si trovava a non avere shooting o riprese, non aveva nemmeno la forza per uscire la sera e divertirsi come faceva prima. Il suo pensiero era sempre a Velson che aveva bloccato. Non lo aveva fatto perché non lo amava più ma semplicemente perché non sapeva come affrontarlo, come rispondere a sue eventuali chiamate o messaggi e quindi aveva preferito bloccarlo. Un altro motivo per il quale aveva preferito bloccare Velson era il fatto che sua madre aveva iniziato a controllare il suo cellulare visto che non si fidava per niente di lui. Ogni volta che era impegnato infatti Kenan vedeva la madre controllargli il cellulare e più volte aveva notato come la donna avesse rifiutato tutte le chiamate che suo padre aveva fatto.

-perché diventi maggiorenne- continuò Mary -è il giorno perfetto per annunciare il tuo fidanzamento ufficiale con Viktoria-

-sono maggiorenne e posso...-

-cosa? Andartene di casa? Provaci se hai il coraggio di farlo ma dove andrai a finire poi?- domandò ancora la donna mentre Hector ridacchiava felice di vederlo messo alle strette.

-potrei tornare in America e...-

-e cosa tesoro? Sei scappato con la coda tra le gambe dall'America. Credi che non mi sia accorta del tuo stato d'animo quando sei tornato? Sapevo che sarebbe andata a finire male per questo ti ho lasciato andare e nessuno dei tuoi amici ti ha cercato-

-forse perché hai rifiutato tutte le chiamate di mio padre- sbottò Kenan proprio pochi secondi prima che qualcuno bussasse alla porta del soggiorno che avevano chiuso.

-si?- domandò Mary confusa e uno dei loro camerieri entrò sospirando.

-signora c'è un ragazzo che chiede di poter vedere il signorino- spiegò l'uomo e Kenan lo guardò confuso chiedendosi chi potesse essere.

-caccialo via- disse seria Mary.

-ha insistito dicendo che deve parlare assolutamente con il signorino e...-

-non mi interessa- lo interruppe Mary per poi lanciare un'occhiataccia al figlio -a chi hai detto dove trovarci?-

-a nessuno- sussurrò Kenan mordendosi il labbro inferiore.

-mandatelo via- aggiunse Hector e il cameriere fece per tornare a riferire il messaggio quando venne spinto da parte e Kenan vide Julian entrare di prepotenza nel soggiorno e sgranò gli occhi cosa che non passò inosservata alla madre.

-che bella accoglienza- disse proprio Julian sistemandosi meglio lo zaino che aveva in spalla con un sorriso strafottente.

-nessuno ti ha dato il permesso di entrare- ringhiò Hector e Julian lo studiò attentamente chiedendosi come un ragazzo poco più grande di lui ci trovasse in sua madre per sposarsela.

-me lo sono dato da solo perché devo parlare con Kenan- disse convinto Julian camminando con calma verso il fratello e sorridendogli.

-senti non so chi tu sia ma se sei uno di quelli che mio figlio ha adescato in America posso dirti solo una cosa: non è un malato mentale e tu devi farti richiudere in una clinica-

-mamma è...- provò a dire Kenan ma la donna lo guardò malissimo.

-e tu sta zitto, niente rovinerà il tuo fidanzamento ufficiale con Viktoria di questa sera. Sei pregato di andare via se non vuoi che ti faccia finire nei guai con la polizia- continuò Mary guardando fisso negli occhi Julian che ridacchiò.

-non sono il ragazzo di Kenan- disse tranquillamente Julian -e mi ferisce un po' il fatto che tu non mi abbia riconosciuto mamma- e dopo aver detto quella frase vide Mary sgranare gli occhi -non lo hai fatto nemmeno al telefono la scorsa settimana-

-la scorsa settiman...- e la donna sgranò gli occhi capendo che il ragazzo che aveva pagato per tenere la bocca chiusa era in realtà il maggiore dei suoi figli.

-esatto ero io e devo dirti che grazie ai soldi che mi hai dato non solo ho comprato il biglietto per venire qui ma anche quelli per il ritorno perché mio fratello torna con me in America oggi- e dopo aver detto ciò e senza aspettare altro tempo Julian letteralmente tirò il fratello per un polso e corse fuori da quella stanza -dov'è la tua camera?- gli chiese.

-secondo piano ma Jul cosa...-

-ti spiego tutto quando saremo in aereo ora dobbiamo andare via da qui velocemente prima che ci blocchi- sbuffò Julian salendo le scale velocemente e facendo segno a Kenan di fargli strana cosa che il minore fece e una volta nella sua camera Julian aprì il suo zaino -metti un po' di roba nel mio zaino e l'altra nel tuo non sono riuscito a prendere anche il bagaglio in stiva quindi andiamo solo con quello a mano- e aprì l'armadio del fratello per prendere qualche vestito mentre Kenan prendeva il suo zaino e ci infilava dentro iPad, computer e caricatori vari per poi aggiungere anche lui qualche vestito. In dieci minuti nemmeno avevano entrambi finito e Julian stava correndo come un matto verso l'uscita.

-rallenta-

-no- disse prontamente il maggiore bloccando il primo taxi -quella ti corre dietro e non ho nessuna intenzione di farci bloccare. Andiamo prima a casa e poi sistemiamo tutto- e Julian entrò nel taxi seguito a ruota da Kenan che lo guardò confuso e poco convinto che quella fosse la cosa migliore da fare. -aeroporto-

-ehm cosa...-

-non faccia domande ci porti solo all'aeroporto- borbottò Julian -maledetto te- aggiunse poi in direzione del fratello togliendosi la felpa con il cappuccio che aveva sopra la maglia a maniche corte e passandola al fratello -copriti con questa- Kenan la prese e passò la sua giacca a Julian prima di infilarsi la felpa e calarsi il suo cappuccio in testa.

Ritorno alla normalitàWhere stories live. Discover now