3.

261 63 357
                                    

Data la sua convinzione di essere spacciato e che, a causa sua, l'intera famiglia sarebbe stata disonorata fino alla fine dei tempi, fu non poco sorpreso quando, ancora nel dormiveglia, percepì odore di frutta fresca

¡Ay! Esta imagen no sigue nuestras pautas de contenido. Para continuar la publicación, intente quitarla o subir otra.

Data la sua convinzione di essere spacciato e che, a causa sua, l'intera famiglia sarebbe stata disonorata fino alla fine dei tempi, fu non poco sorpreso quando, ancora nel dormiveglia, percepì odore di frutta fresca. Essere morto e percepire quel genere di profumo gli sembrava alquanto improbabile, tanto quanto - stabilì pochi secondi dopo aprendo gli occhi - l'idea che l'aldilà assomigliasse a una modesta casa di campagna.

Riuscendo a malapena a prendere in considerazione l'idea che, forse, era vivo, si mise a sedere. Il divano su cui era sdraiato era comodo, ma rattoppato in più punti. La spoglia sala, costituita solo da quel divano e un basso tavolino di legno, senza alcuna decorazione alle pareti di pietra e i pavimenti nello stesso materiale, gli fecero pensare a una casa appartenente a una famiglia modesta. Ma com'era possibile? Provò ad alzarsi in piedi ma scoprì che la caviglia, sebbene abilmente stretta in fasce di tessuto e medicata con unguenti a lui sconosciuti, gli causava ancora dolore. Si osservò il braccio; anch'esso era stato medicato da mani abili, ma la ferita era senza dubbio più grave, e la benda era quasi interamente intinta di sangue.

«Ti sei svegliato» disse una voce familiare entrando nella piccola stanza.

Era la ragazza della sera prima, indossava un abito rosa e un grembiule. Portava un vassoio con qualcosa di fumante e alcuni unguenti che posò sul tavolino a poca distanza dal divano su cui si trovava.

«Io... sì, da poco» mormorò Erik. «Sei... sei stata tu a... le mie ferite... e, be', sono piuttosto certo di essere svenuto per terra ieri...»

«Io e mio fratello ti abbiamo visto in mezzo al sentiero mentre scappavamo» spiegò la donna, intingendo un panno pulito in uno dei barattoli e cominciando a disfare la medicazione sulla caviglia. «Ti abbiamo portato qui, non sapevamo dove vivessi e la ferita era infettata... così ho fatto ciò che potevo per aiutarti.»

«Grazie» mormorò, guardando con attenzione mentre la ragazza lo curava. «Ti devo la vita.»

«Se non ci si aiuta tra sventurati, si finisce per morire tutti» dichiarò con un velo di tristezza. «Io sono Valery, comunque.»

«Piacere di conoscerti. Io... il mio nome è Erik.»

«Come quello del nostro nuovo re» osservò divertita. «Mi chiedo se riuscirà a essere un buon sovrano. Non dovrà impegnarsi troppo per essere migliore di quel tiranno di suo padre, ma... Dal poco che ho letto negli anni sui vari giornali, non mi sembra adatto al ruolo che ricopre.»

Erik sentì un nodo in gola. «Perchè...» deglutì, provando a mostrarsi trasparente. «Perché dici questo?»

«Stiamo parlando del principe che ha rifiutato l'addestramento militare che ogni erede fa da generazioni, ben prima che la sua famiglia salisse al potere. Si sentiva forse troppo bravo per abbassarsi a compiere un addestramento come i comuni soldati del popolo? Per non parlare del modo scandaloso in cui tratta le donne! Si sa che fosse volere di suo padre che si sposasse non appena raggiunta la maggiore età, ma a quanto pare nessuna fanciulla era alla sua altezza. Dico solo che il principe, a causa della posizione privilegiata che ricopre, non si rende conto che è lì per pura fortuna: lui non ha avuto alcun ruolo nella conquista del potere, è lì senza aver fatto nulla e gode di un beneficio dietro l'altro. È davvero adatto a essere re? Perché quel ruolo richiede dei sacrifici e la reale capacità di comprendere quale sia il male minore da abbracciare per fare la scelta giusta. Dovrà scegliere non solo per sé, ma anche per i suoi sudditi. Le sue scelte si rifletteranno su un intero regno.»

The cursed loveDonde viven las historias. Descúbrelo ahora