"Alcune ferite sono fatte per non guarire mai. Possono sbiadire, diventare un po' meno dolorose, ma rimangono sempre lì come monito di ciò che le ha causate. Perché in alcune situazioni, il dolore è una risorsa importante. È l'unica cosa che ci perm...
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«La vostra ospite è arrivata, principessa.»
Sorrise alla cameriera, finendo di controllare che i propri capelli fossero a posto. «Bene, vi ringrazio. Fatela accomodare e ditele che la raggiungerò tra poco.»
La domestica fece un inchino per congedarsi e si affrettò a comunicare gli ordini. Cassandra si sorrise allo specchio, stentando a riconoscere nell'immagine che vedeva - una giovane ragazza promessa in sposa al re, felice e con il controllo della propria Dote -. Cent'anni prima non avrebbe mai ritenuto possibile che tutto quello accadesse.
«Salve, Leyla», salutò la propria ospite e andò a sedersi sul divanetto accanto a lei.
La donna rispose con un sorriso flebile; era chiaro che sul suo cuore gravasse ancora la terribile perdita dei figli, erano passate solo tre settimane. «Buongiorno, principessa. Vi ringrazio per l'invito, nonostante ultimamente mi sia presentata qui con una certa frequenza.»
«Grazie a voi per aver accettato», ribatté. «Ogni incontro con voi mi aiuta a svagare la mente da tutti gli impegni che l'incendio ha provocato.»
«Immagino... Gli aristocratici hanno accettato persino di essere ospitati al villaggio... quindi comprendo che la situazione, per voi, debba essere complicata.»
«Dopo tre settimane è diventata di certo più stabile, dato che tutti hanno trovato una sistemazione e i feriti sono ormai guariti. Non nego, tuttavia, che le diverse persone che sono ospitate qui al castello ci causino parecchio lavoro. Io e il re cerchiamo di occuparcene di persona, insieme alle guardie, ed è quindi un impegno senza fine.»
«Da ciò che ho sentito, state facendo un ottimo lavoro», si complimentò la donna.
«Vi ringrazio. È strano vedere la sala da ballo diventare una mensa, le stanze sempre vuote essere occupate da decine di persone, ma è anche... bello. Sapere di aver contribuito alla loro salvezza, intendo.»
Dopo quell'introduzione fin troppo seria, le due donne si intrattennero con argomenti più piacevoli, dimenticando i propri problemi per qualche ora; il tempo volò. Leyla era ancora un tantino imbarazzata nell'essere così in confidenza con lei, ma uno strano affetto reciproco che si andava rafforzando le legava, e le due donne ritenevano di poter imparare molto l'una dall'altra.
Le cose stavano davvero migliorando. Gli ospiti al castello non la guardavano più con sospetto, né forzavano sorrisi per mostrarsi rispettosi. Erano realmente felici di vederla, di intrattenersi con lei e di ringraziarla per tutto ciò che aveva fatto. Continuò anche ad allenarsi con Erik, ottenendo ottimi risultati e spingendosi sempre più oltre con il proprio autocontrollo. Un senso di pace si era impossessato di lei; la sua vita pareva aver finalmente preso la via giusta, conducendola alla felicità che aveva agognato a lungo senza mai poterla acquistare.
Il ballo fu rimandato di alcuni mesi, in attesa che la situazione si stabilizzasse. L'esercito e tutti coloro che erano in grado di lavorare parteciparono alla ricostruzione della capitale. Per prima cosa vennero eretti gli edifici per sfollati e tutte le famiglie della capitale che attendevano la propria casa vennero trasferite lì, liberando il palazzo e le abitazioni dei cittadini.
