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Avrebbe voluto chiederle tante cose

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Avrebbe voluto chiederle tante cose. Avrebbe voluto pregarla di non farlo, avrebbe voluto domandare come avrebbe potuto farlo. Avrebbe voluto urlare il suo nome e sussurrare la sua dichiarazione d'amore, "May-Keeta", nel suo orecchio. Avrebbe voluto fare e dire centinaia di cose, ma la voce gli rimase bloccata in gola e le catene non gli permisero di muoversi a sufficienza da poterla anche solo sfiorare.

Si limitò a guardare quegli occhi splendidi e luminosi, quelle pietre preziose che avevano riacceso in lui il desiderio di vivere, quegli smeraldi che, osservandolo con affetto, gli avevano fatto sperare che l'amore infinito esistesse.

«Non ti dimenticherò mai, May-Keeta. Rimarrai un ricordo indelebile inciso nel mio cuore. Non importa quanto dolore patirò a causa della nostra separazione... l'amore che ci siamo dimostrati mi aiuterà a sopportarlo.»

Avrebbe tanto desiderato che lei rimanesse lì per sempre, che i loro sguardi non si dovessero mai dividere, ma dopo qualche minuto Cassandra si alzò. Si aggrappò alle sbarre, lo osservò con attenzione ancora una volta.

«Ti amo, Erik. Ti amo come non avrei mai creduto possibile. Ora... ora sono costretta a sposare quell'uomo orribile, ma ti giuro che non ti dimenticherò. I miei sentimenti per te diventano più forti ogni giorno che passa, e io continuerò a pregare che prima o poi ci venga concesso di vivere insieme e in pace.»

Levò la mano tremante e cercò di afferrare le sbarre, di afferrare lei, di sfiorarla un'ultima volta, ma senza risultati. La abbassò lentamente, la guardò con le lacrime agli occhi. «May-Keeta...»

Non fu in grado di dire altro, ma quella parola bastò a esprimere i sentimenti immensi che provava.

Cassandra si trattenne ancora per qualche secondo, immobile e trattenendo il fiato, forse cercando il coraggio di voltarsi per l'ultima volta. Poi chiuse gli occhi e si incamminò in fretta, senza guardarsi indietro. Man mano che svaniva dalla sua vista e che il rumore dei suoi passi si affievoliva, un senso di impotenza nauseante gli crollò addosso.

L'aveva persa, di nuovo. E non poteva combattere per lei, non poteva vendicarsi su Javier per quello che gli stava facendo passare. Era stato sconfitto, era un debole.

Aveva sempre avuto ragione suo padre.

Appoggiò la testa contro il muro, mentre le urla che avevano accompagnato la sua intera vita cominciavano a risuonare nella sua mente.

Appoggiò la testa contro il muro, mentre le urla che avevano accompagnato la sua intera vita cominciavano a risuonare nella sua mente

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The cursed loveWhere stories live. Discover now