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La vita da sposata fu ancora migliore di quanto si fosse immaginata

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La vita da sposata fu ancora migliore di quanto si fosse immaginata.

Erik la includeva in qualsiasi assemblea e decisione e rendeva chiaro a tutti che Cassandra fosse una regina a tutti gli effetti.

Si presero, però, diverso tempo per loro due, e riuscirono a vivere il loro amore senza nascondersi e senza dover temere qualche minaccia.

Una mattina, durante la colazione, Erik le prese una mano e vi posò un bacio. «Ho una piccola sorpresa.»

Arrossì appena e sorrise. «Ah sì?»

«Vieni.»

Lasciarono la sala mano nella mano e si diressero all'esterno. Sorpassarono il cancello del palazzo e andarono verso il bosco. Cassandra si irrigidì un poco: era quel bosco. Quello in cui era fuggita la notte della tragedia.

Erik percepì la sua preoccupazione e rafforzò la presa sulla sua mano. «Ci sono io. Fidati di me, May-Keeta.»

La sua mente urlava di scappare via, ma il suo cuore sussurrava di affrontare il suo passato al fianco di Erik.

Decise di ascoltare il cuore.

Prese un respiro e mantenne lo sguardo alto, come per sfidare i propri demoni. Si addentrarono tra gli alberi argentei e, nonostante sentisse di non riuscire a respirare, non si fermò. Era stanca di nascondersi, era il momento di lottare.

Giunsero alla radura di Nardini e ciò che vide la sbalordì. L'anziano albero era circondato da splendidi fiori rossi, dello stesso colore del suo ciondolo.

«Che cosa significa?» domandò.

«Rappresentano la vostra rinascita, regina.»

La voce di Nardini la fece sobbalzare. Si voltò verso la quercia e, con le lacrime agli occhi, corse ad abbracciarla. Per lei era stata come una figura genitoriale che le aveva porto la mano in un momento difficile.

Nonostante Nardini non potesse ricambiare l'abbraccio fisicamente, sentì l'affetto dell'albero avvolgerla.

«Siete cresciuta molto,Vostra Maestà. Avete compiuto il vostro destino, e siete riuscita a conquistare la felicità che per troppo tempo vi era stata negata.»

Erik si accostò a lei e le asciugò le lacrime che le solcavano il volto. «Sei bella come ognuno di questi fiori splendidi.»

Gli sorrise, arrossendo un poco, e si mise ad osservare ognuno di essi.

«Avete qualche desiderio da esprimere.» Non era una domanda, Nardini sapeva già che fosse così.

Raccolse quanto più coraggio poté. «Potrei... salutarle un'ultima volta? Chiedere loro perdono?»

«Credo di potervelo concedere, ma avrete poco tempo. Ricordate: ciò sfida ogni regola del nostro mondo, perché saranno in grado - anche se per poco - di tornare nella loro forma originale. Vi prego di non dimenticare che è temporaneo, e che potrà essere fatto una sola volta.»

The cursed loveWhere stories live. Discover now