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Era notte

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Era notte. La stanza era immersa nelle tenebre e solo la fioca luce della candela appoggiata accanto al letto illuminava in parte l'ambiente. La bambina era stretta tra le braccia di sua madre. La donna, conclusa la storia che stava raccontando, chiuse il libro e lo posò accanto a sé, poi accarezzò i capelli della figlia.

«Un giorno sarai un'eroina, mia piccola Cassandra. Sarai acclamata da tutti, proprio come gli eroi di cui ti narro ogni sera.»

«E se non fossi all'altezza, mamma?» Cassandra poggiò la testa sulla spalla della donna, cercando rassicurazioni.

La donna la abbracciò. «Ci riuscirai, piccola mia. Basta solo crederci. Sai qual è il segreto per non arrendersi mai e per vincere le proprie battaglie?»

La bambina scosse la testa, guardandola con trepidazione in attesa di una risposta.

«Combattere per ciò che conta per te, amore mio» sussurrò sua madre. «Trova ciò a cui tieni e fai in modo di tenerlo al sicuro, combatti per la cosa giusta e, quando qualcosa ti sembra impossibile, trova la tua determinazione negli sguardi di coloro che ami.»

«Te lo prometto, mamma.»

Chiuse gli occhi, lasciando che sua madre la coccolasse. Allora sembrava tutto così facile, e con lei al suo fianco era impossibile dubitare che ce l'avrebbe fatta.

Il suo respiro si regolarizzò piano piano e, mentre scivolava nel sonno, sentì sua madre dire: «Mi auguro solo che tu non debba morire per salvare la tua gente, piccola mia. Mi auguro che loro comprendano prima il tuo dolore. Mi auguro che ciò che mi è stato detto non sia vero... che il tuo sangue non debba essere versato.»

Negli anni successivi, si convinse di averlo solo immaginato. Sua madre non poteva averlo detto. Era impossibile che ci fosse davvero il rischio che lei dovesse... morire. Eppure il dubbio era sempre lì.

La scena sfumò, presto sostituita da un'altra.

Cassandra stringeva la mano di Tiffany, un'allegra bambina che, da quanto sapeva, era figlia di un duca, o qualcosa di simile. Accanto a loro procedeva Paul, altro figlio di nobili signori. I tre bambini ridacchiavano, ma sottovoce, come temendo che alzando troppo il tono gli alberi potessero rendersi conto che loro non erano autorizzati a stare lì da soli e facessero le spie ai loro genitori.

Camminavano sulla rumorosa superficie delle foglie secche che ricoprivano il terreno; era pieno inverno, ma nel regno del Sud la neve era rara. Non avevano un preciso intento per quella piccola passeggiata, a convincerli era stato il desiderio di ribellione, l'impagabile espressione furiosa che avrebbero fatto i loro genitori al loro ritorno.

Cassandra individuò a poca distanza un mucchietto di foglie e, pregustando il divertimento, lasciò andare la mano di Tiffany e vi si buttò. La caduta fu morbida e la bambina, circondata da decine di quelle foglie colorate e scricchiolanti, si lasciò andare a un sonoro gridolino di gioia.

The cursed loveDonde viven las historias. Descúbrelo ahora