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Quando aprì gli occhi, la prima cosa che pensò fu che il Paradiso non se l'era immaginato così

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Quando aprì gli occhi, la prima cosa che pensò fu che il Paradiso non se l'era immaginato così.

Si trovava in una stanza riccamente decorata con ornamenti d'oro, certo, ma qualcosa - anche se non avrebbe saputo dire con esattezza cosa - le dava l'impressione che ci fosse qualcosa di strano.

Fece per mettersi seduta ma, appena si mosse, un dolore lancinante al petto la fece desistere. Com'era possibile che sentisse ancora dolore?

«Sono lieto di vedere che vi siate finalmente svegliata, principessa», pronunciò una voce da un punto indefinito della stanza.

Voltò con qualche difficoltà la testa, fino a scorgere il viso del Guaritore. «Non sono morta, vero?»

«No, direi proprio di no», rispose lui con una risata. L'aveva preso per uno scherzo.

Tentò di nuovo di alzarsi, ma con scarsi risultati. «Cosa mi è successo?»

«La vostra ferita è piuttosto grave, per questo ho dovuto iniettarvi un particolare siero che ha fatto sì che rimaneste immersa nel sonno per qualche giorno; questo ha dato il tempo al vostro corpo di riprendersi. Ora state meglio, ma avete bisogno di riposo e i movimenti saranno faticosi per un po'.»

Il suo piano non aveva funzionato, accidenti. «Per quanto ho dormito?»

«Quasi cinque giorni. Il re era molto preoccupato per voi.»

Una scintilla di speranza si accese in lei. «Il re?»

«Sì, Javier, Sua Altezza», confermò il Guaritore, poi strinse gli occhi. «Siete sicura di sentirvi bene?»

«Sì...» mormorò con un nodo alla gola. «Sto bene.»

Non era servito a niente. Il suo gesto era stato inutile. Javier era ancora al potere. Sospirò e si voltò di nuovo verso l'uomo. «Scusatemi, potete andare a chiamare la mia cameriera? Desidererei ripulirmi un po'.»

«Vado subito, principessa.»

Pochi minuti dopo Leyla entrò nella stanza, ebbe un sobbalzo nel vederla sveglia e le si gettò al collo.

«Stai bene! Sei sveglia, finalmente, stai bene!» esclamò mentre lacrime di commozione scorrevano sulle sue guance.

Cassandra le sorrise e le accarezzò i capelli. «Sì, sono sveglia.»

La donna ci mise qualche minuto a esaurire il pianto e ricomporsi ma, alla fine, si sedette sul bordo del letto. «Come ti senti? Hai bisogno di qualcosa?»

«Mi sento... strana. Non morta, diciamo.» Prese la mano dell'amica e la strinse. «E in effetti avrei bisogno di una cosa... raccontami tutto.»

«Appena ti sei pugnalata, Javier ha urlato disperato e si è gettato sul tuo corpo. Era nel panico... Piangeva, Cassandra. Ti rendi conto? Quel mostro... Lo stesso che ha ucciso senza pietà, che ha dichiarato di essere pronto a tutto per giungere ai propri obiettivi... Stava piangendo. Si è macchiato del tuo sangue, ma non pareva accorgersene. Credo di non aver mai visto qualcuno tanto disperato.»

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