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Aveva impiegato alcune ore a tornare in sé dopo l'accaduto

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Aveva impiegato alcune ore a tornare in sé dopo l'accaduto. Si sforzò di seppellire tutto dentro di sé, così da affrontarlo in un momento più opportuno. Quando tutto quello sarebbe finito, quando si sarebbe potuta di nuovo sentire al sicuro tra le braccia di Erik.

Perché non importava quanto male avesse causato, quante brutte azioni avesse commesso, quante cose avesse distrutto, quante persone avesse ucciso; rimaneva sempre e solo una donna spaventata da sé stessa e bisognosa dell'amore che per anni nessuno era stato in grado di dimostrarle.

«Posso?»

Leyla fece capolino nella stanza. Sembrava agitata e... triste. Non sapeva perché, ma nei suoi occhi scorgeva un velo di malinconia.

Si alzò, preoccupata, e la raggiunse per osservarla da vicino. «Stai bene?»

«È complicato», spiegò la donna in un sospiro.

«Qualsiasi cosa sia, puoi dirmelo», affermò sicura.

Leyla le regalò un sorriso stanco, poi abbassò lo sguardo sulle proprie mani. «Ho... ho mentito, l'altro giorno. Quando mi hai chiesto se conoscessi qualcuno che potesse essere adatto ad andare al confine e portarci notizie, ti ho risposto di no. L'ho fatto perché avevo paura... ma c'è qualcuno.»

La scrutò sempre più preoccupata. «Non so chi sia, ma non sei costretta se non te la senti.»

«No, è... è necessario.» Prese un respiro. «Il suo nome è Richard, ed è l'uomo che amo.»

Cassandra credette di aver sentito male. Sorrise ironicamente, pensando che l'amica la stesse prendendo in giro, ma quando notò la sua espressione seria comprese che fosse la verità. «Ti va di raccontarmi?»

Leyla esitò un momento, poi annuì. «Richard e io ci siamo conosciuti nel modo più normale del mondo. La nostra storia non è speciale, non è fiabesca, ma forse è proprio questo che l'ha resa così importante... il fatto che appartenesse solo a noi. La promessa di una vita normale, ma che insieme avremmo reso speciale a nostro modo, giorno dopo giorno.»

Sorrise malinconica davanti a quelle parole: il loro sembrava un legame molto profondo. Chissà cosa l'aveva spezzato, chissà cosa aveva costretto i due a dividersi e Leyla a sposare un uomo che odiava.

«Ci siamo conosciuti all'età di quindici anni, a una festa di paese. Fui io a notarlo per prima: ero in disparte, perché sono sempre stata riservata e quindi non avevo amici. Ero andata lì solo perché mi piaceva osservare la gente che sorrideva e ballava, mi piaceva essere partecipe, anche se a distanza, della loro felicità. Mi si avvicinò all'improvviso, porgendomi una bibita fresca, e mi sorrise. Non ho mai dimenticato quel sorriso, il primo che mi abbia mai rivolto... perché in un secondo mi parve che il mio mondo fosse illuminato da una nuova luce.» La donna sorrise a propria volta, anche se la sua espressione si tramutò presto in una smorfia triste.

Le posò una mano sulla spalla. «Non sei costretta a dirmi queste cose, se ti fa troppo male.»

«No... voglio faro. Soprattutto perché tu hai fatto tantissimo per me, e io ti sarò per sempre grata.»

The cursed loveWhere stories live. Discover now