Il ponte di barche

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Arlo si svegliò, infastidito dalla luce del sole nascente. « Dove siamo? », chiese sbattendo le palpebre.

« Nella piana del Salis », rispose Vanadin. « Tra poco dovremo passare il fiume ».

« Vuoi guadarlo? », chiese Arlo con apprensione.

« Preferirei di no. L'acqua è profonda e fredda. E poi c'è molta corrente. Il Salis scende a capofitto dai Monti Circensi e, quando arriva in pianura, ha ancora parecchia forza ».

« Come faremo a superarlo, allora? ».

« Deviando leggermente verso ovest troveremo un ponte di barche. Speriamo solo che il terremoto non si scateni mentre stiamo attraversando. Potrebbe spezzare gli ormeggi delle chiatte ».

Solo allora Arlo si rese conto che il brontolio del terreno si era intensificato. E poi gli sembrava che Pièdilampo sbandasse verso destra, come se una forza misteriosa lo spingesse da quella parte.

« La terra trema », disse Vanadin.

Di lì a poco un boato riempì l'aria.

« Ecco che arriva! », esclamò Vanadin. « Sprona Pièdilampo, dobbiamo affrettarci ».

Arlo si piegò verso la testa del suo animale per incitarlo, ma si accorse che non ve n'era bisogno. Pièdilampo aveva già aumentato l'andatura. Però era diventato molto più difficile condurlo.

« Tienilo! Tienilo! », urlò Vanadin.

Come se fosse facile. I lanai erano terrorizzati. Quello di Arlo scartava a destra e a sinistra come una gallina rincorsa.

« Ci siamo », disse Vanadin. « Vedo l'argine del fiume ». Parlava a voce alta. Doveva farlo se voleva superare il rumore assordante che li accompagnava. « Laggiù c'è il ponte ».

Arlo faticava sempre più a controllare il suo lanai. Vanadin, che lo aveva distanziato, tornò indietro e afferrò le redini di Pièdilampo all'altezza del morso. Quindi spronò Gigas. « Op! Op! ». Si diressero rapidamente verso il fiume.

Il terreno, sotto gli occhi di Arlo, si stava riempiendo di minuscole crepe. Per fortuna erano giunti a pochi passi dall'argine rialzato. Vanadin mollò le redini di Pièdilampo e spinse Gigas oltre il bordo di terra che impediva di vedere il corso d'acqua. Dopo qualche istante, Arlo convinse Pièdilampo a fare altrettanto. Lo spettacolo che gli si presentò lo lasciò senza fiato.

Il Salis era ampio, traboccante d'acqua scura che ribolliva formando in superficie delle chiazze di schiuma grigia. La rapidità con cui un grosso tronco galleggiante gli passò davanti e sparì alla sua vista, trascinato a valle, gli diede un'idea dell'enorme forza del fiume.

Il ponte di barche sembrava una sorta di trappola per fornire al Salis vittime sacrificali. Le zattere erano tenute insieme con delle corde sfilacciate e, sulla riva opposta, uno degli ormeggi era saltato per cui la chiatta di testa beccheggiava paurosamente imbarcando acqua.

« E noi dovremmo passare lì sopra? », chiese Arlo rivolgendo a Vanadin uno sguardo colmo di terrore.

« Non abbiamo altra scelta ».

« E' una follia! Moriremo certamente ».

« E' l'unica soluzione possibile », ribadì Vanadin in tono risoluto. « Dobbiamo sbrigarci. Vai avanti tu. Io ti starò vicino e mi assicurerò che a Pièdilampo non venga in mente di fare marcia indietro ».

Doveva essere proprio quella l'idea del lanai. Nonostante gli incitamenti verbali e i calci di Arlo, Pièdilampo non voleva saperne di avventurarsi sulle tavole del ponte e iniziò a indietreggiare in direzione dell'argine.

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