Il Consiglio dei Capi

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4 gennaio, lunedì.

Le case sull'acqua erano un ottimo sistema di difesa dai predatori, spiegò Arcaglom. Le fiere si tenevamo lontane anche durante la bassa marea. I leopardi, ad esempio, che spesso si aggiravano lungo la spiaggia, con un balzo avrebbero potuto raggiungere facilmente anche una costruzione posta a tre passi dal terreno, ma non si erano mai avventurati oltre la riva del mare.

E poi, le palafitte erano comode per procurarsi il cibo. Gli urunaki erano pescatori senza barche. Ogni capanna aveva la sua rete quadrata che veniva immersa e sollevata grazie a un lungo braccio di legno azionato da un contrappeso.

Arlo e Arcaglom erano rimasti soli sulla banchina dove erano approdati. Osservavano il mare. L'alta marea aveva innalzato le acque, che ora lambivano i pali di sostegno ad appena un passo sotto di loro.

Un calpestio affrettato sulle tavole li fece voltare. Un giovane urunaki, rosso in viso, si avvicinò e parlò ad Arcaglom sottovoce. Mentre lo ascoltava, l'anziano annuì con la testa. « Va bene, vai e riferisci che stiamo arrivando », lo congedò infine.

« Siamo attesi », disse poi ad Arlo. « I Consiglieri si sono riuniti nella mia dimora e lì ci aspettano per conoscerti ».

Iniziarono a spostarsi da una palafitta all'altra attraverso ponti di corda che oscillavano sotto il loro peso. Arlo non lo trovava un sistema molto agevole. Per fortuna, avvicinandosi al centro del villaggio, le traballanti passerelle lasciarono il posto a solide strutture in legno. Molti urunaki uscirono dalle capanne al loro passaggio.

« Vogliono vederti », gli disse Arcaglom.

Arlo fu orgoglioso di tanto interesse. In quel momento si sentiva davvero "il Prescelto". Ma il vecchio urunaki smorzò la sua euforia spiegandogli che si trattava di pura e semplice curiosità, dovuta soprattutto all'isolamento del villaggio. La presenza di uno straniero, lì, era davvero un evento eccezionale.

La capanna di Arcaglom sorgeva sul perimetro di una grande piattaforma quadrata che formava una specie di piazza. Altre sei abitazioni godevano di quella posizione privilegiata. L'anziano urunaki gli spiegò che si trattava delle dimore dei Consiglieri.

Arcaglom entrò per primo scostando la pesante tenda che chiudeva l'ingresso. Salutò i Consiglieri, schierati a ferro di cavallo di fronte alla porta, quindi presentò Arlo. Poi lo fece sedere. Dovette insistere poiché Arlo non voleva occupare l'ultimo posto rimasto costringendo l'anziano urunaki a restare in piedi.

I Consiglieri si rivolsero ad Arlo con molta prudenza, forse timorosi di metterlo in imbarazzo. Si scaldarono, tuttavia, quando, narrando le proprie avventure, Arlo arrivò al capitolo che riguardava i Tre Savi. I Consiglieri iniziarono a far domande tutti insieme, incalzandolo senza tregua.

Per fortuna intervenne Arcaglom a rabbonirli. « Amici... Colleghi... Signori Consiglieri! Calma, per favore. State intimorendo il nostro giovane ospite. Se permettete, condurrò io il colloquio, visto anche il legame che mi unisce ai nostri fratelli delle Sette Terre ».

Gli altri Consiglieri si mostrarono d'accordo.

Così Arlo scoprì che Arcaglom era parente dei Tre Savi. Cugino da parte di madre. Scoprì anche che i Savi erano partiti da quel villaggio sul mare cinquant'anni prima, dopo aver sognato il loro futuro nei territori al di là degli Insormontabili.

Quando Arlo riprese la parola, rivelò la missione assegnatagli dai Tre fratelli, ma la cosa non sembrò destare molto interesse nei presenti.

« Noi sogniamo da secoli, ma questo ci ha aiutato a comprendere la natura effimera della nostra vita non certo ad affrancarci dal Dio Morlòn », commentò un Consigliere che sedeva proprio davanti ad Arlo. Un ciuffo bianco di peli sul mento, simile a una barba caprina, lo distingueva dagli altri urunaki seduti in quella stanza. « Semmai, ci ha fatto capire che dipendiamo totalmente da Lui ».

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