I sognatori

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24 dicembre, giovedì.

Pola si piegò per prelevare il bicchiere di plastica dal distributore automatico di bevande calde. « Francesco Prinzi se ne deve andare », disse mentre porgeva il decaffeinato al Dottor Marini.

« Che ha combinato? ».

Pola prese tempo fingendo di dover decidere quale bevanda selezionare. Infine scelse il solito caffè macchiato con poco zucchero. « Niente, in particolare. Voglio dire, non c'è un episodio davvero grave, altrimenti l'avrei già informata. Però ci sono tanti piccoli indizi che messi insieme... ».

« Ho sentito che è molto bravo al computer. A livello di un programmatore, dicono ».

Pola abbassò lo sguardo sul caffè. Cercava di mostrare il maggior distacco possibile e sapeva che gli occhi potevano tradirla. « E' bravo, sì, solo che non fa mai quello che gli si chiede. E poi è distratto, disordinato... ». Tornò a guardare il dirigente con aria risoluta. « Lei si fida di me? ».

Marini finì di bere il caffè, accartocciò il bicchiere di plastica e lo gettò nel cestino. « Certo che mi fido. E lo sa ».

« Allora mi dia retta: Francesco Prinzi è un problema. Il dirigente è lei e prenderà la decisione che riterrà opportuna, naturalmente, ma, se vuole il mio parere, sarebbe uno sbaglio rinnovargli il contratto ».

Pola capì che Marini non era convinto e cambiò registro. « Franco è un bravo ragazzo ». Sembrava dispiaciuta, adesso. « E' intelligente, sa usare il computer meglio di chiunque altro, qui dentro... però non ha disciplina. Fa fatica a rispettare le gerarchie. Inserito in un gruppo di lavoro, non contribuisce a creare coesione, ma ostilità nei confronti del superiore. Probabilmente è un fatto di inesperienza. In fondo, questo è il suo primo lavoro ». Scosse appena la testa. « Secondo me, deve maturare. Se lo lasciamo a casa non gli facciamo un torto, ma lo aiutiamo a crescere ».

« Ho capito », disse Marini annuendo appena. « Però c'è un problema. Con Prinzi dobbiamo andarci cauti perché lo ha proposto Dorigo ».

Flavio Dorigo, il Dirigente Generale.

Pola si tirò indietro come se avesse ricevuto una spinta. « Non lo sapevo », mormorò.

« Sì, ma si tranquillizzi, Prinzi non è intoccabile. Dorigo me lo ha segnalato perché è il nipote di un collega della sede di Catanzaro, dove Dorigo era Dirigente prima di trasferirsi da noi ». Marini scrollò le spalle. « Ha voluto fare una cortesia a un suo ex collaboratore, niente di più ».

« Quindi? ».

« Quindi bisogna solo avere un po' di riguardo. In questo momento non me la sento di lasciarlo a casa. Se combinasse qualcosa di grosso, allora sì, sarebbe più semplice giustificare una decisione del genere ».

L'ascensore si fermò al piano. Dalla cabina ancora chiusa si udì una breve risata. Pola non aveva alcuna voglia di scoprire a chi appartenesse, così gettò il bicchiere di plastica senza finire il caffè e si affrettò verso le scale. « Ci vediamo dopo », disse a Marini.


Sandra strinse il polso di Francesco tra pollice e indice. Gli contò le pulsazioni mentre teneva d'occhio la lancetta dei secondi sul proprio orologio. « Il battito è accelerato. Hai la febbre », sentenziò un minuto dopo. « E pure alta, temo ».

« Lo immaginavo ».

« Non puoi partire in queste condizioni ».

« Ho già fatto il biglietto. E poi ho troppa voglia di andare. Sono quasi due mesi che non torno a casa. ».

Il cerchio dei sogniWhere stories live. Discover now