L'onda

89 26 1
                                    

Quella che Arlo aveva creduto una nube bassa era in realtà l'acqua del Mar Ignifo che si riversava sulla Terra di Eligios con la forza di mille fiumi in piena.

« Rimonta, svelto! », gli urlò Vanadin, che era già balzato in groppa a Gigas. Gli allungò una mano e lo tirò su di peso mentre il lanai riprendeva a correre.

Arlo si voltò a guardare il muro d'acqua, alto più di dieci passi, che si avvicinava a velocità impressionante trascinando con sé tutto ciò che trovava sulla propria strada. Un gigantesco cupolifoglie venne strappato dal terreno come un fuscello e portato via.

« Op! op! », sbraitò Vanadin. Forse sperava che il terrore costringesse Gigas a trovare nuove energie, ma era evidente che il povero animale aveva già speso troppo.

« L'onda sta per travolgerci! », strillò Arlo terrorizzato. Gli spruzzi d'acqua gli avevano ormai inzuppato la schiena.

« Cerca di restare attaccato a Gigas. I lanai sono ottimi nuotatori ». Vanadin doveva urlare per farsi sentire sopra il boato dell'acqua. « E poi... ». Si voltò, come per dargli un ultimo consiglio, ma, dopo aver dato un'occhiata all'onda che stava per sommergerli, disse soltanto: « Buona fortuna, ragazzo ».


Soltanto un wrakien non riuscì a raggiungere l'altra estremità della Fenditura. Aveva mancato il bordo di mezzo passo, finendo contro la parete del crepaccio. L'impatto violento e la mancanza di facili appigli gli avevano impedito di restare aggrappato alla roccia. Era precipitato prima che i suoi compagni potessero tentare qualsiasi azione per salvarlo.

Karnas era stato il primo ad atterrare dall'altra parte. Era rotolato per qualche metro prima di rialzarsi. Ora stava già pensando a come proseguire. Erano appiedati. E le loro gambe erano tanto adatte per saltare e per brevi scatti, quanto inefficaci per coprire lunghe distanze. Così, se i due fuggitivi erano riusciti a superare indenni la Grande Fenditura con i loro lanai, le speranze di raggiungerli diventavano meno che esigue.

« Controlla le impronte », disse Karnas al cercatore.

Vipier si abbassò a esaminare il terreno. « Buone notizie », disse qualche istante dopo, alzando la testa.

« Sono finiti nel crepaccio? ».

« Non così buone. Hanno perso un lanai, quello montato dal ragazzo. Ora sono in due sulla bestia più grossa ».


L'onda li investì. Arlo venne strappato dalla groppa di Gigas e trascinato a fondo. Roteò su sé stesso perdendo l'orientamento. Non riusciva a capire da che parte fosse la superficie. L'acqua torbida complicava le cose. Ormai aveva i polmoni in fiamme e l'impellente bisogno di respirare stava per costringerlo ad aprire la bocca, quando vide la sagoma scura di un tronco passare sopra di lui. Agitò le braccia freneticamente per risalire e pochi istanti dopo la sua testa sbucò dal pelo dell'acqua. Ingurgitò una lunga boccata d'aria, poi si guardò intorno. Vanadin e Gigas erano scomparsi.

Un cupolifoglie sradicato galleggiava accanto a lui, forse lo stesso che lo aveva indirizzato verso la superficie. Arlo si allungò di fianco e lo raggiunse. S'aggrappò a un ramo e si tenne stretto. La corrente era fortissima e, nonostante quel salvagente di fortuna, Arlo faticava a rimanere a galla.

Era stremato e infreddolito. Aveva le mani scorticate a furia di stringere la ruvida corteccia. Dovevano essere diverse ore, ormai, che viaggiava, trasportato dalle acque. Dalla posizione del sole avrebbe detto che si stava dirigendo verso la Terra di Solon, ma non era abbastanza pratico da sapersi orientare con sicurezza.

Verso sera la corrente divenne meno impetuosa, tanto da permettergli di issarsi a bordo del tronco.

Dopo un po', spinto anche dalla stanchezza, si convinse che il peggio era passato e che non v'era pericolo che la sua zattera di fortuna si ribaltasse. Si raggomitolò nell'incavo che un grosso ramo formava nel punto di congiunzione con il tronco e chiuse gli occhi.

Il cerchio dei sogniTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang