Il re dei desideri

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16 dicembre, mercoledì.

Pola raccolse il pacchetto di Kim Blu sulla scrivania. Le piaceva tenerlo accanto al monitor, sempre a portata di mano come un secondo mouse. Tirò indietro la sedia e le rotelle stridettero contro il linoleum.

Sandra alzò la testa, infastidita da quel rumore, e guardò dalla sua parte.

« Amica mia, ho bisogno di una sigaretta », le disse Pola con un mezzo sorriso. « Mi accompagni? ».

« Non so... non mi sento troppo bene », mentì Sandra. « Preferirei evitare di prender freddo ».

« Non prenderai freddo ». Pola era già in piedi. Con la testa le fece segno di seguirla. « Muoviti, dai ».

Sandra raccolse il soprabito e le andò dietro mogia mogia.

Si spostarono nella stanza accanto, luogo angusto e male illuminato che serviva da sala d'attesa. Il locale aveva una porta di sicurezza che dava sul cortile dell'edificio. Chi voleva fumare spesso andava lì fuori, accontentandosi del riparo di una tettoia striminzita che, quando pioveva davvero, era come se non ci fosse.

Pola aprì appena la porta di sicurezza e la tenne ferma con un piede. Fumò sulla soglia, senza uscire. « Vedi? », disse a Sandra, « Non occorre mica andar fuori ».

Sandra avrebbe voluto ribattere che, in quel modo, buona parte del fumo ristagnava nella stanza e che più di un utente si era lamentato della puzza, ma non fece commenti.

Pola non aveva ancora terminato la sigaretta quando Francesco le raggiunse.

« Che c'è? Che vuoi? », gli chiese brusca.

« Il dottor Marini ti cercava ».

Pola si fece subito attenta. « E' al telefono? ». Sputò l'ultima boccata di fumo, poi gettò in cortile il mozzicone di sigaretta ancora acceso.

Francesco scosse la testa. « Ha chiesto se puoi raggiungerlo di sopra ».

« Vedrai che vorrà la lista di via Gramsci », disse Pola mentre tornavano in ufficio. « L'hai terminata? ».

« La sto preparando in questo momento », rispose Francesco riprendendo posto dietro la sua scrivania.

« Te l'avevo chiesta ieri! », sbottò Pola.

« Non è un lavoro che si può risolvere in due minuti ».

« Non fai mai quello che ti si chiede ».

« Ma scusa... ».

« Lascia perdere », tagliò corto Pola con un gesto di stizza. Gli diede le spalle e si rivolse a Sandra: « Se telefona il notaio Larici digli che lo richiamo appena posso ». Poi, a passi rapidi, uscì dall'ufficio.

Francesco allontanò con rabbia la tastiera del computer. « Quella lista me l'ha chiesta ieri sera, mentre stavo andando via. Quando avrei dovuto preparargliela? ».

Sandra gli appoggiò una mano sulla spalla. « Lascia perdere, lo sai com'è fatta ».

« Sì. Solo che non riesco più a sopportarla ».

« A chi lo dici. Prima l'avrei strozzata. Possibile che non abbia ancora capito che l'odore del fumo mi dà il voltastomaco? ».

« L'ha capito, l'ha capito benissimo, solo che non gliene frega niente ».

« E' anche colpa mia: dovrei essere più decisa nel dirle di no ».

« Ti sta monopolizzando. Ormai non sei libera di prenderti un caffè in santa pace o di uscire a pranzo con chi vuoi ».

Il cerchio dei sogniWhere stories live. Discover now