hospital

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Il viso del biondo sbiancó quando quella voce sconosciuta aveva avvisato il ragazzo che i suoi genitori erano in pericolo di vita.
Non avrebbe potuto perdere anche i suoi genitori adottivi.
Non se lo sarebbe permesso.
Gettó il cellulare a terra frantumandolo in mille pezzi e lanciando un urlo disperato.
Si inginocchió a terra iniziando a piangere disperatamente.
Gli amici gli si affiancarono preoccupati.
Non lo avevano mai visto in quelle condizioni.
Lui era il ragazzo con il sorriso sempre in faccia.
Ed era cosí bello quel sorriso.

Laura non capiva nulla di quella situazione,ma disse al biondo di muoversi quando il ragazzo aveva iniziato a piangere singhiozzando.
Aveva detto di correre verso l'ospedale.
Mentre erano in macchia aveva spiegato un pó la situazione tra le lacrime.
Laura gli stringeva la mano e questo lo faceva tranquillizzare anche se solo in maniera parziale.
La castana era preoccupata e vederlo piangere in quel modo cosí frenetico la stava distruggendo.

Arrivarono all'ospedale dopo mezz'ora.
Calum aveva corso lungo la strada sperando di non incontrare alcun poliziotto per evitare una multa.
Ma in realtá non gli importava molto di ricevere una multa quando sapeva che Mark e Stormie erano in gravi condizioni di salute.
Loro erano come una seconda famiglia per lui.
Lo avevano ospitato quando entrambi i genitori erano bloccati in un centro di disintossicazione senza alcun risultato.

L'ospedale aveva tre piani. E Ross osservava la costruzione che nella notte appariva tetra e oscura.
Non gli piacevano gli ospedali.
E gli piacevano ancor meno se i suoi genitori potevano perdere la vita in una di quei luoghi.
Entró all'interno incerto mentre piangeva e si avvicinó ad un infermiera chiedendo dove fossero i signori Lynch.
L'infermiera gli indicó il secondo piano,mormorando "sezione chirurgia",gli spiegó che erano in condizioni pericolose da tenere sotto controllo,ma non poteva dire nulla di piú.
Ross ricominció a piangere piú di prima raggiungendo il secondo piano e sedendosi su una sedia affianco ad altre.
Anche i suoi amici si accomodarono accanto a lui senza parlare.
Ross congiunse le mani come se stesse pregando.

"Dio perché vuoi portarmi via anche loro? Perché?"chiese singhiozzando disperato.
Laura lo guardó coprendogli le spalle con le sue braccia.
E si accorse di quanto stesse soffrendo non solo in quel momento,ma in tutta la sua vita.
Sperava di poter rimanere lí con lui,ma gli amici dopo avergli detto di farsi forza si stavano allontanando e stavano tornando a casa lasciando il biondo a piangere in solitudine.
Raini e Calum sarebbero voluti rimanere con lui,ma i loro genitori li avevano chiamati sbigottiti e gli avevano ordinato di tornare a casa im men che non si dica.
Cosí loro si affrettarono.
E Laura inizió a seguirli lasciando a Ross il suo numero in caso sentisse il bisogno di ascoltare una voce amica.
Lui afferró il pezzo di carta.

"Ti prego,resta con me" la supplicó quando la vide allontanarsi.
Non seppe esattamente per quale motivo,ma la sua presenza lo rendeva piú fiducioso.
Lei si accomodó accanto a lui.
I due si guardarono,ma non si dissero nulla.
Lasciarono che fossero le loro emozioni a parlare.
Ross stese il capo sulle gambe di Laura. E lei cominció a massaggiargli i capelli facendogli forza.
Lui si reggeva alle sue gambe bagnandogli i jeans nuovi,ma non le importava.
Lui stava male e questo faceva male anche a lei.
Nel profondo,nell'anima.

Ross si sentiva protetto da lei.
E mentre piangeva sentiva lei che lo avvolgeva con le due fragili braccia. Era debole,ma gli faceva forza comunque.
Il biondo pregava Dio che tutto andasse per il meglio.
E si addormentó con la testa appoggiata sulle gambe della ragazza.
Lei non si mosse di un millimetro,vedendolo addormentato.
E rimase sveglia a guardarlo.
Gli accarezzó il volto e gli asciugó le guance che ancora erano impregnate delle sue lacrime.

"Dio aiutali,ti prego" bisbiglió sottovoce pregando.
Lei non credeva in un dio eppure in quel momento aveva sentito il bisogno di parlare a qualcuno in alto che potesse aiutare Ross e la sua famiglia.

Si sveglió dopo due ore e ritrovandosi sulle gambe della ragazza,si sentii in colpa.
"Scusami"borbottó alzando il capo e grattandosi la nuca.
Si guardó attorno e osservando il viso della castana capii che non c'era alcuna novitá.
"Non scusarti,per me é stato un piacere farti da cuscino"sussurró lei con un leggero sorriso.
E quel sorriso aiutó il biondo.
Lo aiutó davvero.
"Comunque é la terza notte che passiamo insieme"mormoró il biondo ironico.
E Laura si sorprese di come non si perdesse d'animo anche se dentro fosse distrutto.
Si stropicció gli occhi e tornó serio appena vide un infermiera camminare verso di loro per poi perdersi in un altro corridoio.
Sbuffó.
"Non é stata di sicuro la migliore"disse serio.
"Quando tutto questo passerá,ci saranno tutte notti e giornate fantastiche ad aspettarti"mormoró dandogli un briciolo di speranza.
Lui la accolse.
La accolse come si accoglie un leggero venticello d'estate.
In quel caldo brutale,quel piccolo strato di vento fresco puó ridarti la vita.
E cosí anche le parole di Laura portarono una luce,nell'oscuritá dei suoi pensieri.

La castana offrí al biondo un caffé e lui accettó.
La ragazza si propose di andarne a prendere due mentre lui rimaneva lí in attesa di notizie.
E cosí fú.
Quando tornó osservó da lontano Ross parlare con un infermiere.
Il biondo sembrava stesse trattenendo le lacrime.

"Suo padre si sta riprendendo,sua madre é in coma...ci dispiace molto signor Lynch"affermó il dottore al ragazzo.
Lui rimase di stucco quando venne a scoprire che la madre sarebbe potuta anche rimanere in coma per anni ed anni.
Era una notizia terribile.
Non voleva perdere i suoi genitori,non anche loro.
Il dottore notó la cera del ragazzo.
"Perché non vai a riposarti?"propose il dottore in tono confidenziale.
Aveva visto tanti ragazzi passare per quei corridoi.
E quell'espressione ogni volta era un colpo al cuore per lui.
Il ragazzó annuii leggermente e lui diede un piccolo colpetto alla sua spalla.

Poco tempo dopo Laura lo raggiunse e lui la abbracció quasi stritolandola,ma lei non si oppose.

"Accompagnami a casa,ti supplico" chiese alla ragazza sentendo di stare per svenire.
Aveva bisogno di appoggio morale e fisico.
Fece cenno di si con la testa.

||All Night||Where stories live. Discover now