"Good"morning

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Il biondo aveva telefonato alla castana piú di una volta per avvertirla che potevano stare insieme alla luce del sole e raccontarlo anche a Raini e Calum,ma lei non rispose.
Probabilmente stava dormendo.
Cosí il biondo decise di inviarle un messaggio che le avesse dato il buongiorno appena sveglia.

"Possiamo stare insieme,e volevo farti sapere che ti amo"

Era soddisfatto di quelle semplici righe,e sapeva che anche lei sarebbe stata sorpresa dalle sue parole.

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La ragazza si era addormentata con il cellulare tra le mani,tra un messaggio e l'altro.
Aspettava una risposta del biondo,anche se presa dal sonno socchiuse leggermente gli occhi e cadde in un sonno profondo.
Stava dormendo beatamente,quando un fracasso la risveglió facendola spaventare.
Si sveglió con le palpitazioni e tutta sudata ed attese che succedesse qualcosa.
La porta si aprí rimbombando per tutto il corridoio e la figura del padre si pose davanti alla castana.
Era nervoso e sembrava quasi maniacale il suo sguardo.
Respirava affannosamente come se avesse corso per tutte le scale.
"Che succede?"domandó Laura spaventata.
Il padre la afferró gettandola fuori dal letto ed iniziando a raccogliere vestiti in giro mettendoli all'interno di una valigia.
"Dobbiamo andarcene"affermó lui continuando a prendere vestiti a caso senza curarsi della ragazza sbalordita ancora in pigiama.
"Che cosa cazzo hai fatto?"chiese lei gridando a pieni polmoni preoccupata.
Ormai il padre non aveva limiti.
Era partito dando uno schiaffo a lei e chissá a cosa fosse arrivato quel giorno.
Laura inizió a pensare al peggio e corse al piano inferiore per controllare che tutto andasse per il meglio.
Mentre lei correva per le scale,sentii il padre urlarle qualcosa di incomprensibile,ma non aveva intenzione di fermarsi ad ascoltarlo..c'era di mezzo la salute di sua madre che era piú importante di qualsiasi cosa.

Arrivó in cucina e dopo aver constatato che non ci fosse nessuno si ritiró in salone ritrovando l'immagine della madre stesa sul pavimento con la fronte sanguinante.
E in quel momento il mondo inizió ad essere piú sfocato,le gambe piú pesanti,la testa piú leggera.
Stava svenendo,ma non avrebbe dovuto in quel preciso istante doveva aiutare Ellen e doveva farlo in fretta.
Scosse il capo e si diresse accanto alla madre urlando il suo nome sperando che si svegliasse.

Pensó di chiamare l'ambulanza,ma si accorse di non avere il cellulare a portata di mano e l'idea di raggiungere il padre nella stanza al piano superiore la terrorizzava.
Lui avrebbe potuto ucciderle entrambe e poi scappare.

Si accomodó sul freddo pavimento accarezzando i capelli della madre e tamponando la ferita con la sua maglia.
E sembrava cosí strano passare dal paradiso all'inferno in un attimo.

Si appoggió al muro esausta attendendo la fine di tutto,quando i grossi occhioni nero pece della donna si aprirono mostrano una sorta di terrore nello sguardo.
"Cosa é successo?"domandó.
"Dovresti dirmelo tu"disse Laura spaventata.
La donna fissó il vuoto probabilmente cercando di ricordare.
Scosse la testa come se volesse dimenticare qualcosa di doloroso.
"Niente,sono caduta"mormoró scappando in cucina.
Laura la seguii notando che il padre le aveva raggiunte.
"Niente? Non mentirmi ti prego"urló la donna.
Il padre comparí sullo stipite della porta osservando la scena con una punta di sadismo.
La castana lo squadró disgustata.
"Che le hai fatto?"gridó la castana paralizzata per il dolore.
Provava dolore.
Dolore per una famiglia distrutta.
Dolore per un padre che si comportava da malato mentale.
Il mondo non appariva piú bello come quella stessa notte.
"Se la mamma dice che é caduta allora é caduta"spiegó avvicinandosi alla moglie e lasciandole un languido bacio sulla guancia.
La ragazza rimase impassibile ad osservare la scena.
Dentro di sé sentiva la voglia di vendicarsi,ma la vendetta non é un sentimento buono. Portava solo ad altro male.
Guardó Ellen supplicandola con lo sguardo.
"Tesoro é tutto okay"bisbiglió la donna un pó spaventata.
Laura sbuffó e tornó in camera.

Si ristese sul letto stanca di tutto.

Era stanca letteralmente di quello strano modo in cui era cresciuta.
Non aveva avuto un padre.
E questo le era mancato.
Adesso che era in casa,peró lo avrebbe solo voluto fuori di lí.

Prese il cellulare,notando che il biondo le aveva inviato un messaggio di buon giorno.
Ed improvvisamente tutto si era colorato.
Era lui il suo sole.
Faceva risplendere tutto anche il peggio.
"Non sai cosa é successo,te lo racconto poi. xoxo"
Inviato.
Lo rilesse.
Si pentii di averlo scritto.
Non riusciva a dire 'ti amo',ma sapeva di provarlo.
Era bloccata dalla paura di tentare e fallire miseramente.
L'amore non faceva per lei,ma per Ross si.
Ross era perfetto e si era stupita che lui amasse qualcuno come lei.
Lei era un disastro.
Si sentiva un disastro.
"Ti passo a prendere tra poco,andiamo a fare colazione insieme" rispose.
Laura amava questo modo di fare.
Sapeva che lei avesse bisogno di aiuto ed era quasi corso per aiutarla.
Il suo orologio da polso segnava le nove.
E non vedeva l'ora che il suo campanello suonasse,voleva fuggire da lí.

_____________

"Dove vai?"domandó il padre dal soggiorno vedendo la ragazza correre per le scale per andare ad aprire alla porta.
"Lontano da te"disse la ragazza soffermandosi sul pronome.
L'uomo si avvicinó a lei come se volesse farle paura.
Lei rimase con lo sguardo infuriato. Era una specie di sfida di sguardi e la castana stava vincendo.
"Tu non mi fai paura,ok? Io non sono la mamma"borbottó cacciando fuori tutto il disprezzo che possedeva.
"Invece dovresti averne,piccoletta.
Io se voglio posso anche mandarti in colleggio,quindi vedi di abbasare i toni"raccontó lui felice.
La ragazza lo guardó schifata.
"Mi vergogno di avere il tuo cognome"rispose lei.

L'uomo la afferró nuovamente per i capelli tenendo salda la presa sulle sue ciocche color ambra.
Il campanello continuava a suonare insistente e Laura guardava la porta speranzosa che il biondo la salvasse.
L'uomo la lasció e lei lo guardó diritto negli occhi.
"Potrai anche farmi del male,ma sarai comunque un uomo di merda"inizió.
"La situazione non cambia"continuó poco dopo allontanandosi da lui e raggiungendo la porta.
Quando la aprii fu folgorata da due occhi marroni.
Finalmente qualcosa di bello in una brutta giornata.
"Perché ci hai messo tanto?"domandó lui ingenuamente.
"Poi ti spiego"sussurró.

||All Night||Where stories live. Discover now