Colin

292 38 17
                                    

Come si aspettava la castana,il padre lo aveva invitato a cenare lí mentre era a lavoro.
Detestava quando il padre attuava queste piccole vendette.
Perché non se stava prendendo solo con Laura,ma anche con Ross e ne era consapevole.

"Ciao"bisbiglió Laura aprendogli la porta per farlo entrare.
Era in imbarazzo in quei momenti.
Si sentiva dispersa e si rese conto che la sua ancora di salvezza non era lí con lei.
Ross non era con lei.

"Ti trovo bene"esclamó facendosi strada all'interno dell'abitazione come se la conoscesse a memoria e forse era davvero cosí.
"Anche io"mormoró lei seguendolo.
Il castano si osservó intorno come se cercasse qualcosa o qualcuno.
"Tuo padre é in casa?"chiese con una certa spigliatezza.

La ragazza guardó l'orologio "dovrebbe venire tra poco"

Semplicmente annuii.

La porta si aprii con decisione lasciando trasparire la figura di Damian. Era appena tornato dal lavoro e quando entró si precipitó su Colin abbracciandolo con forza.
Laura sapeva che tra loro c'era sempre stato un bel rapporto.
Si ricordava ancora quando Colin andava a casa loro e passava piú tempo a parlottare con il padre in garage piuttosto che con lei.

Si era sempre chiesta di cosa parlassero,ma non ne aveva mai avuto occasione di chiederlo a nessuno dei due. Probabilmente il padre gli aveva insegnato come cornificare per bene. Lui era un maestro in quello.

"Mancavi qui in cittá"affermó il padre entusiasto.
Laura sorrise,ma in quel momento voleva fare altro.
Voleva correre in camera a chiamare Ross.
Voleva sentire lui che le parlava dolcemente e che la consolasse.
"Anche a me é mancata questa cittá"ammise guardando Laura.
E lei intuii che si riferisse alla loro storia.
Alla loro relazione andata male,ma a Laura non importava piú perché la sua mente era rivolta al biondino che continuava,nonostante lo amasse, a farlo soffrire senza un motivo.
Era sbagliata.

La cena fu molto lunga per la castana.
Si sentiva molto fuori posto.
Non era come stare con Ross,con lui si sentiva bene.
Si sentiva amata. Invece in quel gruppo di persone percepiva solo odio.

Laura si diresse nel giardino per prendere una boccata d'aria e sentirsi finalmente libera da quella trappola.
Si sentiva in gabbia durante quella cena.
Afferró il cellulare vedendo una chiamata da parte di Ross.
Stava per premere il tasto richiama, quando venne interrotta dall'arrivo di Colin accanto a lei. Cosí bloccó il cellulare e lo ripose nella tasca dei jeans.

"Rimane sempre bella questa cittá" affermó con lo sguardo sognante affiancandola.
"Si"disse la ragazza freddamente.
Si intuiva che avesse per la testa altro.
Evidentemente il castano non lo capiva.
"Anche tu,rimani sempre bella" sussurró.
"Bhe grazie"bisbiglió imbarazzata.

Quella situazione era davvero imbarazzante.
Il ragazzo sembrava che ci stesse provando,ma Laura non gli stava dando alcuna possibilitá perché lui non ne aveva,perché lui non era Ross.
Non era niente in confronto al biondino.
"Mi ricordi perché ci siamo lasciati?" chiese il ragazzo provandoci evidentemente.
"Sei andato in Spagna"

"Ho fatto un errore enorme" esclamó sbattendola contro il muro con violenza e baciandola senza darle possibilitá di potersi allontanare.

Laura avvertiva una vibrazione nelle tasche.
Probabilmente era Ross che la stava telefonando. Aveva bisogno di lei.

_____________

Il biondo era rimasto da solo nella sua grande casa.
Aveva chiamato e contattato Laura piú volte,ma lei non aveva risposto.
Probabilmente perché era occupata.
Ross non voleva credere che avrebbe potuto perderla.
Non poteva credere che qualcuno era tornato per portarla via da lui.

Si sentiva solo in quel momento.
I loro genitori erano andati a cena con Rudolf e Rose per mostrargli i ristoranti migliori della cittá.
E sarebbero partiti da Mini's che secondo Ross non era un dei migliori,era solo uno dei piú convenienti.

Lui aveva deciso di non andare con loro,perché era di cattivo umore e sapeva che avrebbe rovinato la serata a tutti.
Continuava a pensare a Laura. Si diresse verso la stanza dei genitori osservando il letto in cui avevano fatto l'amore per la seconda volta.
Si ricordó precisamente quei momenti e si distese sul letto quasi per riviverli nuovamente.
Era un bel ricordo.
E sapeva che probabilmente anche quel ricordo lo avrebbe fatto soffrire.

Improvvisamente sentii un piccolo tonfo sul pavimento di legno e si accorse che un ciondolo appeso ad uno dei suoi bracciali era rotolato sotto il letto.
Con la mano tentó di ritrovarlo a tastoni,senza alcun risultato cosí infiló la testa per ritrovarlo e si dopo averlo ripreso si rese conto che lí sotto non c'era solo il ciondono,ma anche la scatola.
Quella scatola.
La scatola che la madre aveva ricevuto in ospedale.
Spinto dalla curiositá,la afferró.

Rose Miller.

Ancora quel nome.

Cominció a guardarci dentro.

E sotto uno strato di carta mozzarella,trovó una lettera scritta a mano.

Ross amava le lettere,sembravano antiche.
La prese tra le mani delicatamente e cominció a leggerla con tranquillitá.

"nostro figlio"
rilesse per vedere se aveva capito bene.
"nostro figlio"
Quelle due parole non cambiavano.
"nostro figlio"
Non poteva crederci
"nostro figlio"
Le lacrime incominciarono a premergli con forza sulle guance.
"nostro figlio"

Piangeva. Stava piangendo.

Rose e Rudolf erano i suoi genitori?

No,i suoi genitori erano Mark e Stormie.

Continuava a piangere.
Non ci poteva credere.

Le lacrime scorrevano ed il dolore aumentava.
Bruciava nel petto.
Lo stava uccidendo.

Aveva bisogno di Laura. La chiamó per dieci volte,solo alla decima telefonata rispose.
Ross aveva la voce rotta dal pianto.
"Laura devo parlarti,sulserio" disse mentre piangeva.

E Laura si sentii infrangere qualcosa dentro quando lo sentii cosí.

||All Night||Where stories live. Discover now