Germany

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Il biondo continuava a non capirci nulla. Muoveva lo sguardo in diverse direzioni.
E le lacrime premevano nuovamente contro le sue pupille.
Sentiva di star per svenire.

"Cosa?" domandó il ragazzo osservando i suoi genitori.
Come potevano permettere che se ne andasse.

"Tesoro,mi dispiace...abbiamo provato a farli riflettere" affermó la donna.

"Ma voi non dovete far riflettere nessuno,io non vengo lí" mormoró piangendo.
"Ho diciannove anni,posso fare quello che voglio...e voglio rimanere con voi" continuó.

"Ross,non é cosí semplice" affermó Stormie voltandosi verso Rose e Rudolf.

"Esatto,noi abbiamo fatto un accordo" mormoró Rose improvvisamente avvicinandosi al biondo che quasi si nascose dietro la sua ragazza.

"Che tipo di accordo?" chiese il ragazzo stringendo la mano della ragazza.

Stormie,Mark,Rose e Rudolf erano seduti attorno ad un tavolo di una piccola caffetteria e si osservavano con sguardo sospetto.
La bionda teneva tra le braccia il piccolo appena adottato.
Era cosí tenero.
Era cosí piccolo e fragile.
Non pensavano che avrebbero continuato a parlare tra di loro dopo l'abbandono di quel piccolo bambino.
E Stormie si chiedeva con quale coraggio una donna lasciasse il proprio figlio in mani sconosciute.
Ma adesso lei sarebbe diventata la vera madre.

"Trattatelo bene,ok?" chiese la donna preoccupata.

"Certo" sussurró Mark sottovoce.

Rudolf tiró fuori dalla tasca un foglio di carta piegazzato.
E osservó i due di fronte a lui con sguardo sospetto.

"Firmate questo" borbottó lanciando una penna verso di loro.

Stormie e Mark avvicinarono le loro teste leggendo ció che c'era scritto sul foglio.
Non riuscirono a capire bene. E continuarono a rileggere piú volte la parte interessata.

"Cosa vuol dire che quando scoprirá chi sono i suoi genitori vi raggiungerá in Germania?" domandó la donna stupita.

"Quello che hai letto" rispose l'uomo quasi come se si trattasse di un oggetto da commerciare e non un bambino.

"Perché?" chiese la bionda osservandolo.

"Perché questa adozione é solo qualcosa di temporaneo...quando avremo qualcosa in piú da offrirglio ritornerá da noi"

Nemmeno Rose sembrava capirci nulla,ma non protestó alla volontá del marito.

"Nostro figlio non é un oggetto" urló il signor Lynch innervosendosi.

"Non é neanche vostro figlio" affermo Rudolf con cattiveria.

"Firmate,o lo riporteremo in quel luogo malsano in cui abitava pochi giorni fa" li minacció con la fronte corrugata.

Osservarono loro figlio e firmarono,per il suo bene.
Non avrebbero voluto che ritornasse in qualche catapecchia dispersa nel nulla.
Aveva bisogno del calore familiare.

_____________

"Io non voglio venire con voi" gridó il biondo lasciando la mano della fidanzata e correndo ad abbracciare la donna che riteneva sua madre.
Quella era sua madre. Lui la amava.
"Tu devi venire con noi" impose Rudolf guardando il figlio.

Lui si culló nel collo della madre ed assaporó il suo odore.
Si ricordó di quella notte che aveva dormito nel suo letto.
Quell'odore era il sinonimo di casa.
Osservó Laura che era rimasta ferma sulla porta ad osservare la scena con le lacrime agli occhi.
Avrebbe dovuto abbandonare Ross,avrebbe dovuto dirgli addio.

"No,non voglio" ridisse impuntandosi.

"Non c'é bisogno che tu lo voglia,ti abituerai all'aria tedesca..adesso vai a fare i bagagli" quasi lo obbligó l'uomo che da poco aveva scoperto fosse suo padre.
Ma si sentiva cosí distante da loro.
Lui non era loro figlio.
Loro non erano nessuno per lui.

Stormie gli diede una leggera spinta dietro la schiena.
Lo stava spingendo ad andare a fare i bagagli.
La guardó stupita.

"Vai,tesoro" bisbiglió con un tono poco udibile che riuscii solo il biondo a sentire.

Lui si mosse annoiato al piano superiore seguito da Laura.

Entrarono entrambi nella camera e Ross chiuse la porta con forza da far rimbombare il rumore attraverso il muro. E far vibrare tutti i quadri sulle pareti.

"Cazzo" urló piangendo.

Aveva ricominciato a piangere.
Laura non riusciva a vederlo in quelle condizioni.

"Laura cosa faccio ora? Cosa? Ti prego aiutami" gridó piegandosi sulle ginocchia e ritrovandosi sul pavimento.

"Non lo so" rispose lei avvicinandosi al ragazzo.

"Aiutami,ti prego"

Lei si avvicinó accarezzandogli le guance asciugandole dalle lacrime e sorrise leggermente.
Come avrebbe potuto aiutarlo quella volta?

"Troveremo una soluzione"

_____________

Laura tornó a casa,nonostante avesse supplicato Ross di rimanere a dormire lí.
Ma lui si impose perché aveva intenzione di parlare con i suoi genitori.
Non voleva andarsene.
Voleva rimanere lí con lei.
E anche lei avrebbe voluto trascorrere tutta la vita con lui.

Arrivó a casa aprendo la porta e sentendo delle grida provenire dalla cucina.
Erano i suoi genitori che stavano litigando.
Di nuovo.
Come sempre.
Non aveva pace la sua vita.

Origlió poche parole dalla discussione. Non ne capii molto.
Lei aveva a che fare con il loro litigio.

"Tua figlia ha preso proprio da te,é una zoccola" esclamó l'uomo a gran voce.

Laura prese coraggio ed entró in cucina.

Quasi le venne da piangere vedendo la madre con entrambi gli occhi neri ed arrossati ed un grosso livido sul collo.

"Che cosa cazzo é successo?" chiese correndo verso il padre ed iniziando a tirargli dei pugni sulla schiena.
Lui le afferró i polsi stringendoli con forza.
La guardó con gli occhi pieni di odio.

"Quello che si meritava ed é meglio se stai ferma se non vuoi peggio"

"Fai pure,io non ti fermeró..mi fai altamente schifo" borbottó disgustata.

L'uomo lasció le mani ordinandole di tornare nella sua stanza.
E di non uscire finché lui non glielo avesse permesso.
Sapeva che l'avrebbe picchiata ancora.

"Non ti lasceró ucciderla" mormoró convinta.

La madre prese finalmente parola.
"Amore,vai"

Laura la guardó sorpresa.
Non poteva lasciarsi picchiare in quel modo. Non poteva permetterglielo.
Lui non era nessuno. E non aveva il diritto di scegliere al posto di Ellen.

"Ma io non ti lascio con lui" spiegó la castana prendendosi un occhiata dalla donna.

"Vai via" gridó Ellen a gran voce.

Laura si convinse che era quello che volesse la madre e corse per le scale sentendosi nuovamente abbandonata da tutti.
Capiva come si sentiva il biondo.

"Laura ho un idea,risolveremo la situazione:scappiamo"

Non sapeva cosa rispondere,ma sapeva cosa voleva.
Passare tutta la vita con la castana.

"Accetto,ti seguirei anche in capo al mondo"

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