hello

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Si pentii di aver scritto quel messaggio cosí poco chiaro.
Sapeva che adesso il cuore del biondo era frantumato in mille pezzi,solo per colpa sua.

Sentii il cuore di Ross infrangersi e si chiese se fosse davvero il suo oppure fosse solo il suo senso di colpa a procurargli una serie di allucinazioni.

Dopo poco tempo aveva deciso di tornare a casa,perché voleva restare da sola ed era certa che nella sua abitazione nessuno l'avrebbe interrotta dai suoi pensieri.
Perché lí nessuni faceva caso a lei.
Non c'era nessuno per lei.

E l'idea che un giorno anche Ross sarebbe potuto essere cosí indifferente nei suoi confronti la terrorizzava.

Appena aprí la porta,la madre la raggiunse sul ciglio della porta e si rivolse a Laura con un sorriso compiaciuto.
Lei non capiva.

"che succede?" domandó interrogativa.

La madre inarcó un sopracciglio.

"Tuo padre mi ha appena detto che Colin é in cittá"

Colin. Quel nome provocó una serie di brividi inspiegabili.
Quel ragazzo era il suo primo amore.

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"Ed ecco questa é la vostra camera"spiegó il biondo mostrando all'uomo appena arrivato la stanza degli ospiti.
"Spero che vi vada bene,io e mio padre abbiamo sudato sette camicie per portare qui il letto che era seppellito in cantina" continuó abbozzando una risata.
"Certo andrá benissimo" disse Rudolf dirigendosi nella stanza decisamente spoglia.
Non aveva né foto,né niente.
E l'uomo si sentova come quella stanza. Cosí vuoto ed inutile in quella famiglia.

Il ragazzo sorrise e l'uomo ricambió il sorriso riconoscente.
Poi Ross abbandonó la stanza ed i due si ritrovarono in quella stanza a fissarsi quasi spaventati.

Rose corse ad abbracciarlo.
Pianse sulla sua spalla per il dispiacere.

"Hai visto quanto si é fatto grande" mormoró piangendo.
L'uomo la strinse.
"Si" borbottó quasi cominciando a piangere anche lui.
Era la prina cosa che aveva notato,quel bambino minuscolo che avevano lasciato presso un convento era diventato un uomo.

"É nostro figlio" disse orgogliosa continuando a piangere.
Rudolf annuii continuando a stringerla forte.
"Vorrei tanto che lo sapesse" disse la donna allontanandosi dall'abbraccio.
"E allora diciamolo" propose il tedesco guardandola diritto negli occhi.
"Non possiamo,Stormie non vuole ed ha ragione..lui soffrirebbe davvero tanto" spiegó Rose preoccupata.

"Ma soffriremo anche noi,cosí" borbottó il marito con il ricordo vivido di quel giorno in mente.

"Rudolf,io non sono sicura di volerlo fare" mormoró la ragazza poco convinta.
Nemmeno Rudolf era convinto,ma sapeva che quel bambino nel futuro avrebbe potuto avere molto meglio.
"Dobbiamo farlo,sai come la pensano i tuoi" spiegó il ragazzo.

Avevano solo diciannove anni,e non se la sentivano di crescere qualcuno visto che dovevano crescere ancora loro.

"Ma potremmo partire,e andare via" propose Rose.
"Ma come facciamo? Non abbiamo soldi,non abbiamo nulla"ammise Rudolf.

Non era una situazione facile,non era una decisione facile da prendere. Avrebbero dovuto rinunciare a quel bambino o alle loro famiglie?
E alla fine decisero di rinunciare a quello scricciolo.

Erano solo giovani,avevano ancora molti sbagli da fare.

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"Cosa vuol dire che Colin é tornato?" urló la riccia al telefono.
Anche lei era sorpresa.
Laura non sapeva come si sarebbe dovuta sentire in quel momento.
Triste o sollevata?
Alla fine Colin era stato fondamentale nella sua vita.
"Mel'ha detto mia madre due minuti fa"mormoró Laura ancora sconvolta.
"Ma perché é tornato?" domandó la riccia.
"Non lo so"rispose semplicemente.
L'ultimo ricordo che aveva di lui era il giorno prima che partisse per la Spagna.
"Cosa hai intenzione di fare?" chiese l'amica.
"Niente,mio padre lo inviterá qui..ne sono certa" disse titubante.
"Perché dovrebbe farlo?"gridó Raini perforandole un orecchio.
"Perché non gli piace Ross e quindi lo inviterá per farmi tornare con lui"

Lei era certa di quello che diceva. Il padre era un tipo vendicativo.
Ma lei non aveva paura di Damian,aveva paura piú della sua reazione alla vista di Colin.
E aveva paura di quello che sarebbe potuto succedere tra lei e Ross con il suo ritorno.

"Hai intenzione di dirlo a Ross?"

Ecco la domanda che non voleva sentire,perché nemmeno lei aveva una risposta decente.
Avrebbe preferito non dirglielo,ma infondo loro erano fidanzati. Ed i fidanzati si dicevano tutto.

"Suppongo di si" ammise.
E la riccia tiró un sospiro di sollievo.
Era effettivamente sollevata dal sapere di non dover mantenere un segreto con Calum.

Lei amava Ross,ma aveva amato anche Colin.
Perché l'amore doveva essere cosí difficile?

____________

"Cosa vuol dire che il tuo ex é in cittá?" domandó il biondo infuriato. Laura tentennó a rispondere.
Ma la risposta era scontata.
"Quello che hai sentito" affermó impassibile.
Ross sbuffó dall'altro lato del telefono.
"Non hai intenzione di uscire con lui,vero?"borbottó tranquillo.

"Di sicuro mio padre lo porterá da me,lui lo adora"affermó.
Ross si innervosii maggiormente.
Stava odiando il padre anche piú del solito.

"Ti prego promettimi che non succederá niente tra di voi" la imploró.
Lei non rispose immediatamente,anzi non rispose per niente.
Rimase lí a riflettere su quello che avrebbe potuto dire per sviare l'argomento.
Sapeva che non avrebbe fatto niente con Colin,ma aveva paura di quello che avrebbe potuto ricominciare a provare per lui.
E aveva paura di far soffrire Ross.

"Scusa Ross,devo staccare...ci sentiamo dopo" affermó lei chiudendo la telefonata.

Si sentiva davvero una merda.
E lo era sulserio.

Scese al piano inferiore e sentii il campanello tintinnare insistentemente.
Immediatamente pensó che potesse essere Ross corso lí per avere una spiegazione e rimase a bocca aperta quando si trovó la sagoma di Colin accanto allo stipite della porta.

"Ciao laura" la salutó.

Era bello come sempre.

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